Nel giorno in cui si congeda dal Regno Unito, dove si è recato per la beatificazione del card. John Henry Newman, un ex anglicano convertito tra i suoi maestri spirituali e precursore del Concilio, Benedetto XVI pronuncia ancora una condanna contro i “vergognosi abusi” dei preti pedofili e contro il nazismo, ma rinnova anche l’appello ai vescovi britannici ad accogliere gli anglicani che vogliono rientrare in comunione con Roma: un argomento, questo, che potrebbe far discutere il Paese che ha ospitato il Papa durante le quattro intense giornate di visita.
Durante la messa per la beatificazione di Newman (1801-1890) a Birmingham, davanti a circa 60 mila persone, oltre a esaltarne le “virtù eroiche” e la “santità” testimoniate in una vita di sacerdozio, insegnamento e predicazione, il Papa ha ricordato anche la commemorazione nel Regno Unito dei 70 anni della ‘Battaglia d’Inghilterra’ combattuta contro l’aggressione nazista: ha espresso “vergogna e orrore” per quella “ideologia maligna” e per la “spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé”.
“Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha detto il Papa tedesco – è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione”. Altri argomenti cruciali per la giornata li ha poi lasciati per l’incontro con i vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia, davanti ai quali, all’indomani dell’incontro con cinque vittime di abusi a Londra, è tornato sullo scandalo della pedofilia, riconoscendo come esso “mini seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa” e come “in passato” sia stato affrontato “in modi spesso inadeguati”.
Le sue “profonde ferite” sono state inferte prima di tutto alle vittime, “ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente”.
Secondo Ratzinger, comunque, partendo dai “passi molto seri” fatti finora dalla Chiesa in questo Paese e dalla “crescente comprensione dell’estensione degli abusi” e dei suoi “effetti devastanti”, l’azione dei vescovi dovrebbe estendersi all’aiuto di quanti subiscono abusi anche fuori dall’ambiente della Chiesa, come “momento di riparazione”. “Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù – ha rimarcato – esige proprio questo e niente di meno”.
È proprio la necessità di “guardare avanti”, di offrire sostegno alle vittime e di creare ambienti puliti con la massima sicurezza per i giovani, “dove tali fatti non si ripetano più”, che sta a cuore ora al Pontefice, secondo quanto detto dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi commentando gli incontri, non solo con le vittime, ma per la prima volta anche con gli operatori addetti alla salvaguardia dei ragazzi nei luoghi ecclesiastici.
Quello che potrebbe creare qualche attrito in Gran Bretagna è però il nuovo appello di Ratzinger rivolto ai vescovi a “essere generosi” nel porre in atto la Costituzione apostolica ‘Anglicanorum Coetibus’ del novembre 2009, rivolta ai gruppi di fedeli, laici e sacerdoti anglicani che decidono di convertirsi al cattolicesimo.
“Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico – ha detto il Papa – che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici” e che “ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale”. Parole che potrebbero essere interpretate come un ricondurre l’ecumenismo solo al rientro nella Chiesa di Roma.
Non mancheranno reazioni. Intanto, nell’ultimo giorno di una visita che si preannunciava estremamente difficile, il bilancio che viene fatto dal Vaticano è estremamente positivo. “Un grande successo – lo ha definito padre Lombardi – non solo dal punto di vista dei numeri (sabato 18 settembre a Londra 200 mila persone hanno applaudito il Papa lungo le strade, 80 mila nella veglia a Hyde Park), ma per la forte attenzione al messaggio del Pontefice”.
Lo stesso Benedetto XVI, al momento della partenza, salutando il primo ministro David Cameron e tutta la nazione dall’aeroporto di Birmingham, ha ricordato con gratitudine l’opportunità offertagli di parlare “a entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall”.
Nel frattempo sono stati rilasciati i sei uomini arrestati venerdì 17 settembre nella capitale inglese, sospettati di voler preparare un attentato per uccidere Benedetto XVI in Gran Bretagna. I sei uomini “sono stati rilasciati tra sabato e domenica senza alcuna imputazione a loro carico”, si legge in un comunicato della polizia di Scotland Yard. Di età compresa tra i 26 e i 50 anni, i sei sono netturbini dipendenti della Veolia Environment Service, un servizio privato di nettezza urbana.
Appena scattato l’allarme, venerdì, cinque netturbini erano finiti in una retata di agenti dell’antiterrorismo armati a Chiltern Street, mentre un sesto uomo era stato arrestato a metà giornata.
I netturbini dovevano prendere servizio nell’area di Westminster dove il Papa avrebbe passato il pomeriggio: un appuntamento ad alta concentrazione di vip con i leader della società civile tra cui quattro ex primi ministri: Margaret Thatcher, John Major, Tony Blair e Gordon Brown. Di qui l’ordine di Scotland Yard: agire subito.
La polizia era entrata in possesso durante la notte di informazioni definite “gravi”, per le quali la vita del Papa era forse in pericolo, troppo importanti per essere passate sotto silenzio.
E anche se Scotland Yard si è sforzata di dire che non è chiaro quanto fosse affidabile la soffiata, l’allarme è scattato subito anche alla luce dell’oltre un milione di sterline investito per la sicurezza del Pontefice.
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