La leggenda di San Martino la conosciamo tutti, l‘11 novembre di un tempo davvero lontanissimo il Santo di origini ungheresi tagliò metà del suo mantello per dividerlo con un viandante infreddolito, in quel momento venne fuori un bel sole che riscaldò tutti. Da allora la leggenda vuole che l‘11 novembre avvenga l‘estate di San Martino, caratterizzato da una temperatura mite e inusuale per il clima autunnale (dilatato in seguito a 3 giorni), ultimo momento di ristoro prima del freddo invernale. San Martino in Svizzera è sentito soprattutto nelle zone rurali, come a Mendrisio, dove ogni anno da ben 4 secoli torna la famosa Fiera di San Martino con bancarelle, giostre, cibi tradizionali e aria di festa coinvolgente per tutte le generazioni. Anche in Italia si rende omaggio al Santo martire, in maniera particolare a livello eno-gastronomico perché è legato alla maturazione del vino e alla cucina con la realizzazione di dolcetti dedicati. In Germania i biscotti prendono la forma di oche (per rendere omaggio alle oche che con il loro starnazzare avvisarono dove si trovava il Santo che poi divenne Vescovo)e si aggiungono le processioni delle lanterne luminose (Laternenumzug). Pasti a base di oca per San Martino si usano anche in altri paesi d‘Europa, come in Svezia e in Danimarca. Per molti Paesi, corrisponde tradizionalmente con l‘arrivo dell‘inverno freddo.
Per capire che i tempi siano eccezionalmente „caldi“ con risvolti futuri non rassicuranti – non solo a livello metereologico – non abbiamo bisogno di certo della leggenda di un santo guerriero, ma ci basta dare uno sguardo a quello che sta capitando in questo mese autunnale davvero critico.
Il mese di novembre si è aperto con l‘elezione del 47° Presidente USA Donald Trump, che ha letteralmente scosso l’ordine mondiale. Il nuovo presidente mette in discussione gran parte delle certezze e degli equilibri che fino adesso faticosamente si reggevano: tutto è da rivedere, cosa succederà? Che “inverno” seguirà?
Tra le prime cose che sono destinate ad evolversi le più preoccupanti sono le guerre su cui sono puntati gli occhi del mondo intero. Proprio oggi spicca tra tutti il messaggio del figlio di Trump su social: “38 giorni e poi stop alla paghetta di Zelensky”, un chiaro riferimento alla fine del supporto americano alla causa ucraina. Niente mantello riparatore per loro… Mentre si parla ancora oggi di una fantomatica telefonata tra Trump e Putin per discutere di pace, che però il Presidente russo ha smentito. Sembrano invece certe le telefonate, almeno tre, tra Netanyahu e Trump e anche questa “linea diretta” mette in dubbio l‘evoluzione di un tremendo e complicato conflitto, a cui si aggiunge un antisemitismo sempre più imperante. Gli ultimi episodi di antisemitismo sono quelli avvenuti in Olanda, in territorio europeo, con l‘aggressione ai tifosi israeliani, dopo la partita di Europa League tra il Maccabi Tel Aviv e l’Ajax. E che le cose stiano sfuggendo di mano, anche in Europa quindi, lo mostra il fatto che in Francia Macron ha imposto uno schieramento imponente di forze dell’ordine (circa 4mila unità) per la partita Francia-Israele di Nations League in programma giovedì prossimo, considerata ad “alto rischio“. Tra i campanelli d’allarme c‘è il richiamo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ai connazionali a non andare alla partita Francia-Israele, di prendere precauzioni in particolare la prossima settimana, evitando di recarsi ad eventi sportivi e culturali che coinvolgano gli israeliani. Cosa succederà adesso con l’arrivo di Trump anche di fronte questi eventi che diventano sempre più allarmanti? Lui, lo ha detto chiaramente, si batterà per la pace, ma non avendo il mantello riparatore da Santo guerriero, e nemmeno quello da super eroe che credono gli elettori americani, che pezza userà il nuovo Presidente USA?
L’incertezza che porta con sé l’arrivo Trump sugli avvenimenti dell’immediato futuro sono davvero poco rassicuranti.
I tempi cambiano, più veloci delle stagioni, mentre ci prepariamo ad accogliere l’inverno, ci troviamo di fronte uno scenario mondiale tanto mutevole quanto preoccupate e l’idea che possa esserci qualcuno – un santo, un presidente, una figura autorevole – che ci metta almeno una pezza risolutiva sembra, più che una leggenda, una mera utopia.
Redazione La Pagina