Viviamo nel mondo dei paradossi. Uno recentissimo ce lo offre l’arte e chi se la può permettere: un magnate cinese che si è comprato la banana di Maurizio Cattelan dopo averla pagata 6,2 milioni di dollari (circa 5,7 milioni di euro). L’uomo, grande estimatore di banane o di arte, non si sa bene, ha acquistato la già chiacchierata opera d’arte concettuale del controverso artista padovano, semplicemente per sbucciarla e mangiarla, mentre tutto il mondo riprendeva e ammirava con stupore e incredulità un gesto all’ordine del giorno. Ma a cosa serve una banana se non a mangiarla dopo averla sbucciata? È proprio così, la banana più costosa del mondo ha fatto la fine di tutte le banane.
Il valore della banana di Cattelan, prima di finire sul muro sotto il nastro adesivo accuratamente concepito e attaccato dall’artista, aveva lo stesso valore di mercato tutte le altre banane. Grazie alla geniale idea di un’artista visionario (?) il valore di questo singolo frutto – o è più corretto dire dell’opera che l’artista ha chiamato “Comedian” – è letteralmente schizzato alle stelle. Ma come recita il più classico dei motti, dalle stelle alle stalle il passo è breve: così la banana di Cattelan, battuta all’asta 6,2 milioni di dollari è stata presa a morsi e gustata dal suo compratore, Justin Sun, il re cinese delle criptovalute. Cosa resta dell’arte? Una buccia che per naturale conseguenza marcirà in mezzo al resto dei rifiuti del lussuoso hotel di Hong Kong dove si è consumato il fugace ma costoso pasto, davanti a telecamere e giornalisti! Ecco cosa ha pagato il magnate cinese. L’evento ha avuto una grandissima esposizione mediatica ed è stato ripreso e riproposto sui social e sui media di tutto il mondo. È proprio questo il senso dell’operazione: bisogna riprendere quello che accade e che può avere un seguito eclatante. Per “magnasse la banana” – come avrebbe detto il buon Alberto Sordi, che per primo aveva lanciato “la banana” nell’arte cinematografica e ha creduto nella forza figurativa del frutto – Sun ha prima convocato appositamente una conferenza stampa, e ne ha approfittato per parlare della grande crescita del mercato delle criptovalute.
Non è certamente stupido il magnate Sun che ha investito su un’azione da riprendere e proporre in pasto agli affamati del web e delle azioni eclatanti. Quanto avrà guadagnato da questa azione?
La banana di Cattelan, quella appesa al muro, è marcita già chissà quante volte e tante volte è stata sostituita seguendo le linee guida dell’artista, non a caso Sun acquistando l’opera ha acquistato anche un certificato di autenticità e le istruzioni per sostituirla. Ma il suo investimento ha “fruttato” grazie al fatto che mentre l’uomo mangiava la banana si riprendeva, parlava di criptovalute e ha dato un seguito social all’evento.
Non solo, il genio di Sun ci ha servito anche la favola di natale, rigorosamente sui social, sulla piattaforma X dove Sun ha condiviso l’intervista di Shah Alam, il 74enne bengalese venditore di frutta e verdura di Manhattan da cui è stata acquistata la banana destinata a diventare un’opera d’arte. L’uomo vive in un seminterrato insieme ad altri cinque uomini e guadagna 12 dollari l’ora (sotto il salario minimo legale nella città di New York), necessita di un intervento che non può permettersi e quando ha scoperto che la banana che lui ha venduto a pochi centesimi è stata venduta a quella cifra, è scoppiato a piangere. “Non ho mai avuto, non ho mai visto questo tipo di denaro”, aveva detto l’uomo alla giornalista del New York Times che lo ha intervistato, “Chi l’ha ricomprata, che tipo di gente è? Non sa cos’è una banana?”. Così, sotto l’intervista pubblicata sul social, Sun ha promesso di acquistare altre 100mila banane dal banchetto di Alam “per ringraziarlo”, mentre le banane saranno distribuite gratis ai passanti finché dureranno le scorte. La favola di natale a lieto fine è servita, a guadagnarci sarà solo Alam e sicuramente Sun. Ma la banana diventa anche il simbolo di un grande divario di reddito che è ormai normalità sociale: ci sono i ricchissimi da una parte e i poverissimi dall’altra: quale sarà la soluzione a questa grande disuguaglianza?
Basterà una banana per riprendersi o farsi riprendere mentre si mangia la banana?
Lo dicevano, anzi lo cantavano, già nel 1973 una bellissima coppia del cinema italiano, Monica Vitti e Alberto Sordi, “Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai?”. Allora erano “Polvere di stelle”, adesso invece sono bucce in decomposizione!
Redazione La Pagina