Premessa Mettetevi comodi, siate sereni anche se parlerò male dei governi di ogni colore e dei soliti noti; UE, BCE, USA e del suo nuovo padrino e tanti altri mascalzoni. Alcuni saranno delusi, ma questo fa parte della mia testimonianza che non vuole convincere, ma manifestare questa opera di pulizia nell’oceano di propaganda, di menzogne e veleni che giornalmente vengono divulgati. A cominciare dalla post-politica ridotta alle sparate dei supertecnici che con i carri armati verranno ridotte le bollette. Oppure che l’Hitler moscovita, vorrebbe invadere il continente per abbeverare i suoi ronzini davanti al Colosseo, per poi proseguire fino a Lisbona. Mi tocca metterci la faccia, se desidero realmente smontare nel limite delle mie conoscenze, pezzo per pezzo la narrazione ufficiale, denunciando il ruolo delle élite europee nel prolungamento del conflitto e svelando le forze che ne determinano le scelte. Smentendo questo abbaglio che la soluzione all’inedita crisi delle relazioni euroatlantiche è riarmandoci, senza disporre di un potere politico riconosciuto e legittimo, senza un’autonoma politica fiscale, senza una politica estera unita, che parli di tutto e con tutto il mondo, senza una popolazione partecipe ma succube. Le forze in campo sono molteplici e capirne ogni singola sfumatura e scopo oltre alla complessità di ciò che sta accadendo in una pre-guerra civile occidentale, alimentata dallo scontro economico e ideologico tra le élite globali, non è più ignorabile. È in atto una guerra economica e tecnologica, già avviata dalle precedenti amministrazioni, che vuole imporre i costi del risanamento dell’economia USA al resto del mondo. La sorpresa è che la parte lesa, quella sconfitta nelle ultime elezioni USA, bivacchi nella nostra Europa. Mi riferisco al Deep State, Black Rock ecc… Buona lettura.
ReArm Europe Nel 2024 Ursula von Der Leyen dichiarava “Dobbiamo produrre più armi come fatto con i vaccini” e non è esclusa una guerra con la Russia”. In questa normalizzazione dei conflitti e schizofrenica ideologia di un Occidente europeo che si proclama civile, “arcobalenico” e democratico il resto del mondo non crede più. Il nostro doppiogiochismo verrà lentamente sostituito da un mondo multipolare in cui ogni sovranità economica e culturale imporrà un nuovo ordine, cui anche il nostro imperialismo predatorio dovrà sottostare. Da un lato si vuole sostenere che la Russia sta perdendo la guerra, e dall’altro l’Europa vuole riarmarsi per opporsi alla sicura invasione del nemico, sorvolando che militarmente siamo occupati da 80 anni dagli americani e non dai russi, con 111 basi Usa in Italia e oltre 70 in Germania. Link e centinaia sparse in Europa, Mediterraneo e Medioriente, con o senza copertura NATO. Vale il detto “la pecora passa tutta la vita con la paura del lupo. E alla fine, la mangia il pastore”. Marx direbbe: ogni conflitto ideologico è la sovrastruttura di interessi economici. Seguendo il denaro si scopre che la guerra è sempre di tipo verticale tra i detentori del potere economico e militare e chi lo subisce. Il paradigma dominante in Europa che ha optato per una militarizzazione capillare e sistemica della società, toccherà nei prossimi anni tutte le sfere della vita politica, economica, sociale, culturale e scientifica. Tutto sarà subordinato al presunto obiettivo della sicurezza (sovra)nazionale, che il Ministero della Verità si incaricherà con zelo, per una narrativa emergenziale costante cui porre rimedio aumentando sempre più la repressione personale in nome della sicurezza, come già sperimentato con successo durante la falsa pandemia.
Origini Dalla Rivoluzione francese in poi, le spese per gli eserciti e gli armamenti hanno sempre rappresentato una voce importante nei bilanci degli Stati e nei conseguenti conflitti sociali. Spesso erano indirizzi politici abbelliti da retoriche contrapposte, come nel discorso di Mussolini a Trieste nel 1938 nella celebre frase “Volete burro o cannoni?”, o la più recente dell’unto Draghi “volete la pace o il condizionatore acceso?” Prendendo le origini profonde della Seconda Guerra Mondiale da rintracciate nella conclusione della Prima, nella quale i Paesi vincitori ridisegnarono la carta dell’Europa, imponendo pesanti sanzioni agli Stati sconfitti. Con la crisi economica del 1929, peggiorarono le condizioni socioeconomiche di alcuni Paesi come la Germania. Questi fattori spiegano, almeno in parte, perché il popolo tedesco affidò i suoi destini a un dittatore come Hitler e perché in molti Paesi si affermarono regimi autoritari, desiderosi di rivalsa. Facendo seriamente la Storia non raccontata dai vincitori o dai testi scolastici, si scoprono le cause economiche spesso decisive nei conflitti e del finanziamento occulto da parte del sistema bancario-finanziario anglosassone. La Repubblica di Waimar e in seguito l’ascesa del nazional-socialismo di Hitler vennero finanziati sia dal capitalismo tedesco che da quello anglo-americano. Mi riferisco ai tre cartelli industriali tedeschi: Vereinigte Stahlwerke (acciaio), IG-Farben (chimica) e AEG (settore elettrico), finanziati principalmente dalla famiglia Warburg (Germania), e dalle banche statunitensi National City, Chase Manhattan, Morgan, Kuhn &Loeb che dal 1924 al 1926 trasferirono in Germania un totale di 975 Mio di dollari. Finanziando L’unione Sovietica e la Germania spinte entrambi da ideologie socialiste, che pur avevano firmato un patto di non aggressione nel 1939, erano destinate a distruggersi uno con l’altro. I due dittatori furono così utilizzati per scopi di controllo e dominio da parte dei poteri forti della finanza mondiale, che a guerra conclusa offrirono ulteriori prestiti per la ricostruzione a tutti i paesi sia sconfitti che agli alleati bisognosi di forti prestiti. Il capitale e la sudditanza da parte degli stati sono la conseguenza della cultura ragionieristica con cui viene governata oggi l’EU giardino dell’Impero anglo-americano.
Readiness 2030 È il nuovo nome dato al Piano Riarmo-Europa, che è stato ribattezzato per la Neolingua e per volontà della Meloni e del socialista spagnolo Sánchez e che nella sostanza non cambia di una mazza. Il nome ufficiale “Strategia di preparazione dell’Unione” (Preparedness union strategy) è un piano progettato per rafforzare il blocco in tempi di crisi. Il documento è stato presentato ufficialmente il 26 marzo. La Commissione Europea con il placido dei mai eletti eurodeputati, mobilitano 800 Mrd di euro contro i “nemici strategici” che sono Russia e Cina, oltre a Corea del Nord, Iran e parti imprecisate dell’Africa che si stanno liberando dal colonialismo europeo e francese in particolare. Dal lungo documento riporto testualmente: è in pericolo “la libertà d’azione nell’aria e nello spazio”; crescono le “minacce ibride con attacchi informatici, sabotaggi, interferenze elettroniche nei sistemi di navigazione e satellitari, campagne di disinformazione, spionaggio politico e industriale, armamento della migrazione”. Questi nemici esistenziali “minacciano il nostro stile di vita e la capacità di scegliere il nostro futuro attraverso processi democratici“, si legge. Alludono i burocrati di Bruxelles, allo stile di vita basato sulla giustizia sociale e il pluralismo delle idee, cui il Welfare e gli apparati militari-industriali affiderà la cosiddetta way of life? Si cita con sadica postura l’uso russo e cinese della disinformazione, e della mancata democrazia, descrivendo le due superpotenze autoritarie che minaccerebbero le nostre economie e società. Mentre si sottace l’immenso reticolato di influenze/ingerenze occidentali nel mondo (vedi USAID) da 60 anni a oggi. Nascono secondo la loro narrativa, in altri paesi le difficoltà che abbiamo davanti come migrazioni e le disinformazioni che avanzano minacciose contro l’immacolato mite Occidente. “Le fabbriche russe e cinesi sfornano milioni di fake news al giorno”, ammoniscono il premio Nobel Roberto Benigni e il senile e ormai pensionato cantautore Vecchioni. Verranno smascherate negli anni (purtroppo) queste utopie da anime belle che ci hanno portato al dispotismo dei mercati dell’Ue e allo scellerato piano di riarmo di cui penso ogni male possibile. I camerieri di Bruxelles e gli ex dipendenti di Goldman Sachs Macron e Black Rock Merz, la duchessina Meloni e compagnia cantanti, autoproclamatesi illuminati liberali, vogliono superare gli Stati nazionali per creare un’Europa più giusta dei “volenterosi”. Invece di rianimare l’economia tedesca, e aumentare i profitti delle aziende degli armamenti, il riarmo non ha affatto una valenza difensiva, perché nessuno vuole invadere l’Ue, e la demenziale trovata del kit di sopravvivenza rientra in tale schema come tante altre iniziative obbedienti all’idea dell’emergenza permanente, per un suddito terrorizzato e opportunista, che accetta ogni misura purché sia presentata come atta a garantirgli sicurezza. Ne abbiamo subite già troppe di bolle finanziare (ma non bastano per un risveglio collettivo) create con la stessa strategia, come il Green Deal che scarica i costi della devastazione capitalistica dell’ambiente sui ceti medi e sulle classi lavoratrici che, peraltro, non contribuiscono alla devastazione ma la pagano. Oppure la crisi finanziaria del 2008 indotta dalle banche e fatta pagare ai cittadini. Prevedo un’intensificazione della propaganda bellicista, in particolare nelle scuole e nelle università e ripristinare la leva obbligatoria per dotare di “carne da cannone” le proprie forze armate. Invece che gli atti di guerriglia per il derby Roma-Lazio, i giovani “volenterosi” pieni di testosterone giovanile, andranno in trincea per fermare l’invasore russo (sic).
Welfare vs. Warfare In questa Postdemocrazia in cui non contano più il nostro consenso e voto, scordandoci che non cerano i soldi per salvare la Grecia, tantomeno per la scuola e sanità, e ancor meno per le pensioni, improvvisamente non sono più un ostacolo per il riarmo. Sparito il famigerato debito pubblico, considerato una colpa da redimere con sanguinose punizioni di austerità, d’incanto diventa un’opportunità di crescita e di un futuro radioso di guerra alla Russia e di “volenterosa pace giusta”. Questa economia di guerra non salverà il capitalismo europeo, nonostante il grido d’allarme dell’unto Draghi che rivolgendosi ai commissari UE, proponeva tre prospettive di rilancio: 1) Colmare il divario nella ricerca tecnologica nei confronti di USA e Cina, in particolare nell’IA 2) Costruire un piano congiunto per la decarbonizzazione, e la crescita della competitività 3) Finanziare un grosso riarmo, definito burlescamente difesa, attivando una forte domanda pubblica. Sbadatamente al venerabile é sfuggito che i capitali privati da anni non vengono investiti nell’industria del continente, ma migrano, nella misura di 500 Mrd di euro nel solo 2024 oltre Atlantico, nel paradiso valutario finanziario e fiscale del dollaro. Senza mezzi termini siamo di fronte ad una truffa colossale, da parte di Wall Street a guida Black Rock, che vorrebbero togliere i vincoli sul debito pubblico, quelli fissati dal trattato di Maastricht e consentire una forte spesa belligerante a debito ai diversi stati dell’Unione. Per la precisione 150 Mrd di euro che possono essere attinti dai fondi comuni e altri 650 Mrd di debito pubblico nazionale. La Germania ha ottenuto con un artificio istituzionale di far approvare dal Parlamento della scorsa legislatura ormai decaduta, rimuovendo il vincolo del debito pubblico e attuare un megagalattico piano di riarmo (circa 400 Mrd di euro) e un forte investimento nelle infrastrutture (altri 500 Mrd di euro). Nel 1933 Hitler avviò un piano analogo di trasformazione di un’economia di guerra riarmando il futuro terzo Reich, per un impegno militare nazista del 6% del PIL. In Europa la sola Polonia spenderà quest’anno il 4,7% del PIL in armamenti, portando gli organici dagli attuali 200 mila militari polacchi fino a 500 mila e progetta inoltre l’addestramento obbligatorio per tutti i cittadini maschi. L’ex banchiere Macron propone idee simili e il premier britannico Starmer è sicuro della vittoria imminente, mentre la Meloni strizza l’occhio al padrino a stelle e strisce e abbraccia Zelensky, potendo offrire al massimo della Nutella e qualche uova nostrane per fare la pasta in casa.
Le verità nascoste sono impopolari e metterebbe in serio imbarazzo la narrativa del riarmo come necessità esistenziale. Da Military Balance dell’International Institute for Strategic Studies gli Stati Membri spendono per la difesa più del doppio della Russia (326 contro 146 miliardi di dollari l’anno), oltre il supporto di USA, Canada, Sud Corea, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Aggiungiamo poi che un carro armato costa il doppio di cinque anni fa e un proiettile di artiglieria il triplo, possiamo addirittura ipotizzare che per essere realmente competitivi 800 miliardi siano pochi. A livello di uomini, l’Europa (con l’Ucraina) vanta 2Mio e 670mila militari di professione, rispetto ai 2 Mio della Cina, al Mio 300 mila degli USA e al Mio 130 mila della Russia. Perché non si manifesta in piazza, ridicolizzando ogni dichiarazione politica e dell’informazione propagandistica, svelando i profitti dei produttori di morte? Vi sono poi i meschini subalterni al diktat dei padroni, alla ricerca di un consenso politico perso come il M5S o Lega che si dichiarano contro il riarmo, mentre hanno votato sempre per l’invio di armi in Ucraina. Tutti mentono sapendo di mentire che siamo privi di risorse sufficienti, per affrontare un conflitto essendo in deficit della tecnologia sofisticata necessaria che possiede la Russia o gli USA. Mentono sottovalutando che i conflitti di oggi, anche se non sono all’ecatombe nucleare, richiedano un numero drammatico di vittime civili. Mentono sulle nostre giovani potenziali leve, che soccomberebbero agli orrori e al sangue di un conflitto in trincea o sotto attacco di droni guidati da IA, di missili a lunga gittata, e da supporti logistici come le reti digitali alimentate da satelliti che volano negli strati bassi dell’atmosfera. Nessun di loro (a parte i paesi russofobi confinanti), avrebbe l’impulso patriottico di morire perché lo chiede Ursula. Corriamo il rischio che, in un impeto di follia, dopo anni di provocazioni, la Russia decida di lanciare testate nucleari sulle capitali europee, disintegrandole in pochi minuti. Vi basta come deterrente, sapere che i nuovi missili russi Oreshnik viaggiano a velocità ipersoniche e nessun sistema difensivo è in grado di bloccarli? Con una velocità di 12.250 km/h, il missile impiegherebbe circa 11,6 minuti per colpire Roma. Oggi con 2 droni, 2 apparecchiature elettroniche e 2 missili ben lanciati ti metto in crisi 30 anni di spese per la difesa e il commercio internazionale (vedi Houthi nel Mar Rosso)! Le guerre moderne si combattono con soldati ben addestrati, ingegneri sul campo di battaglia, industrie competitive, droni, artiglieria, missili hi-tech per gli obiettivi importanti e nucleari per la deterrenza. Siamo informati (interessati) noi cittadini?
Il furto del secolo Una delle cause scatenanti del conflitto in corso in Europa è il rischio bancarotta di paesi come la Francia e la Gran Bretagna, non a caso i più belligeranti e con un accumulato passivi finanziari sostanzialmente impagabili. Per coniugare gli interessi della Francia, grande debitrice dell’EU con quelli della Germania, grande creditrice, procedono a un grande riarmo per associare l’offerta francese (primo esportatore di armi della EU) con le enormi risorse finanziarie presenti nei paesi nordeuropei e in particolare la Germania. La UE sta apparecchiando la cosiddetta “Unione dei risparmi e degli investimenti” e dal Sole24Ore leggo: “Un piano che ha l’obiettivo di smuovere almeno una parte dei 10mila Mrd di euro dei piccoli risparmiatori custoditi nei conti correnti bancari (sostanzialmente inutilizzati) per trasformarli in capitale di rischio e in investimenti. L’obiettivo è sostenere la competitività dell’industria europea e le nuove priorità, a cominciare dalla difesa”. Accipicchia, le banche conservano ben 10mila Mrd di euro dei nostri risparmi non investiti? Come lo zio Paperone le oligarchie-democratiche vorrebbero fare dei meravigliosi tuffi nelle banconote della BCE, ma trattandosi di depositi a pronti, cioè pagabili a vista ai risparmiatori, le regole attuali non lo permettono. Infatti, gli istituti di credito investono le risorse finanziarie sotto forma di deposito a pronti C/C ovviamente secondo le migliori regole dell’asset management che prevede una ponderazione del rischio dell’investimento sotto ogni aspetto. Lasciando un cuscinetto di liquidità bastevole a soddisfare senza patemi le richieste della clientela. Qualora ci fosse un improvviso aumento dei prelievi le banche possono rivolgersi sia al mercato interbancario e come ultima istanza alla stessa BCE. Adesso i mai eletti della UE o coloro che li hanno delegati, vorrebbero eliminare il cuscinetto di liquidità e dare in pasto agli squali dei mercati finanziari i nostri risparmi, per investire tutto in titoli da loro confezionati! Eccovi la truffa: La Commissione UE vorrebbe mobilitare degli investimenti a nome e per conto del correntista, tramite il progetto sopra citato per incentivare con dei tassi d’interesse alti i risparmiatori, ad assumersi direttamente il rischio dell’investimento. Quindi non a nome e per conto della banca, che non si assume i rischi e dove il cliente è di regola garantito avendo solo aperto un C/C. In questa nuova bolla considerata troppo rischiosa, le banche preferiscono imbonire la vecchietta o il meccanico del paese di provincia, per arricchire i produttori di morte. In seguito, esporrò di come i nostri “alleati” USA puntano sui nostri risparmi europei, e di quali strumenti posseggono.
Conclusioni La premessa dei “riarmisti” è ça va sans dire truffaldina, come le strategie di spacciare come difesa il riarmo, quando è l’(u)occidente il principale seminatore di morte del pianeta. Che fare, se non riattivare la democrazia, eliminando la distopica criminalizzazione del dissenso attiva dal 2020 in nome della salute pubblica? Nell’era nucleare non esiste difesa e per quella convenzionale basterebbe riempire gli arsenali svuotati per essere distrutti dai russi. Boicottiamo (governo) i famigerati vincoli di bilancio e usciamo dalla Nato. Riapriamo strategicamente alla Cina e ai BRICS, per negoziare un trattato su commercio e investimenti. Apriamo un nuovo e conciliabile rapporto con l’atra parte dell’Europea la Russia, che gran parte dei nostri intellettuali ha sciaguratamente alienato. Mobilitiamo le nostre risorse per un benessere collettivo, all’ambiente, alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, al lavoro. Devo suggerirlo io che l’economia ne trarrebbe una grande spinta, molta di più di quanta ne riceverebbe dal ReArm Europe 2023? O preferite il quesito draghiano: Pensioni o Munizioni? A voi la scelta di partecipazione attiva o docili esecutori e vittime.
Mario Pluchino
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