“Né di destra, né di sinistra, ma sopra”. Beppe Grillo rifiuta le etichette, non vuol sentire parlare di leader, né immischiarsi, o allearsi, con nessuno, se non “con i comitati e gli altri movimenti di cittadini”.
Punta, però, con il suo movimento, al Parlamento. Ben attento a evitare il “contagio” della politica tradizionale o dei media. “Non parlo della casa di Montecarlo, ma di energia. I partiti sono polvere e oggi li abbiamo spazzati via”, dice. Non si vuole gettare nella mischia, ma è di fatto una realtà nell’arena politica italiana.
Dal Woodstock di Cesena, ritrovo in carne e ossa del popolo del web (un fiume: 180 mila passaggi, fanno sapere gli organizzatori, nelle due giornate), il movimento mette, allo stesso tempo, ali e radici. Lo fa, prima di tutto, lanciando la piattaforma nazionale del movimento cinque stelle.
Espressione negli intenti di una politica-comunicazione ‘altra’: “Siamo già centomila iscritti – ha detto lo showman genovese dal palco – e chiunque può farlo gratis e creare la propria lista civica. Con un clic sceglieremo insieme 10-20 ragazzi da portare in Parlamento”. È uno strumento con cui “possiamo veramente cambiarlo questo Paese. Abbiamo un programma work in progress.
E ciascuno può contribuire, con la sua professionalità: siamo ‘wiki’”. Senza “sedie, né capibastone”. Senza “soldi pubblici, perché la politica con i soldi diventa merda”. È l’unica parolaccia che si concede. “Non fatemele dire, sono buono”, scherza.
Si rivolge alla folla acclamante con il solito piglio da condottiero, in meno di 25 minuti di discorso. “Mi devo trattenere”, ripete. “State fermi – butta lì – che poi ci dicono che facciamo demagogia”. “Ma hanno paura che ci tramutiamo in cittadini liberi. Ci vogliono contaminare: occhio che ad andare con i morti si viene contagiati. Ci dicono che siamo movimento di protesta, ma noi facciamo proposte”.
Sa bene Grillo che questa massa di “cittadini informati” fa gola a qualcuno.
A loro ha quantomeno trasmesso l’educazione civica, visto che nei due giorni raccolta differenziata e pulizia hanno funzionato benissimo. Ma non è un caso che Di Pietro gli abbia lanciato un assist, da cui lui si è smarcato. E non è un caso che a Cesena sia arrivato Giuseppe Civati, giovane rampante del Pd, “curioso di ascoltare”. O che Ignazio Marino, senatore, abbia detto che il Pd “deve parlare con i ‘grillini’”. C’è attenzione per quest’altra ‘arena’, che ha passato una domenica di settembre sotto il sole ad ascoltare musica, “i veri rivoluzionari”.
È Grillo il primo a saperlo e se la coccola. Riassume i suoi punti, non diversi da quelli sui quali ha insistito nei V-day: il voto di preferenza, l’ambiente, la partecipazione, la critica ai rimborsi ai partiti. E ai media: “Sono il nulla. Perché non parlano dell’esperienza di riciclo di Vedelago?”.
Infine, con una battuta, l’opposizione e la presa di distanza dai “vecchi politici ormai sottoterra: basta Maroni, Bossi, D’Alema, Fassino, Chiamparino. Basta con i partiti, è semplice”.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook