Anche quest’anno Halloween ha dato vita ad un “business stregato”: tra dolcetti, cioccolata, zucche, costumi si sono abbondantemente superati i 400 milioni di euro.
Ma non è stato un affare per gli agricoltori, nonostante una crescita tra il 3 e il 5% delle vendite di zucche. I prezzi sui campi, infatti, sono rimasti, salvo rare eccezioni, stabili rispetto al 2009.
A crescere, invece, sono i costi produttivi, contributivi e burocratici per le imprese agricole. A segnalarlo è la Cia, Confederazione italiana agricoltori per la quale è stata molto alta la febbre commerciale per la “notte delle streghe”. Basta un dato su tutti per comprendere il problema. Per questa festa si sono spesi più di 50 milioni di euro per l’acquisto di zucche. Solo il 18% di questa cifraè andato ai produttori agricoli. Il che – sottolinea la Cia – è totalmente insufficiente per coprire i costi che hanno raggiunto livelli proibitivi.
E così gli oltre 10 milioni gli appassionati di questa festa di origine anglosassone (di cui l’80% sono bambini), si sono trovati a spendere trascinati dai consumi di un fenomeno commerciale che negli anni è entrato prepotentemente nel nostro costume.
La produzione nazionale di zucche – ricorda la Cia – si attesta attorno ai 58-60 milioni di chili, il cui consumo si spalma durante tutto l’anno. E, quindi, Halloween ha sempre inciso poco sul mercato. Negli anni passati, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre si sono avuti aumenti non significativi delle vendite. Un trend che si è ripetuto anche questa’anno. Soltanto quelle decorative hanno messo a segno incrementi, ma queste vengono utilizzate soprattutto nei locali e pochissimo nelle case, come, invece, avviene negli Stati Uniti e in molti paesi dell’Europa del Nord, dove è nata questa particolare festa.
La zucca – sottolinea la Cia – è di origine americana. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi importati dopo la scoperta dell’America. La coltivazione nazionale copre complessivamente una superficie di duemila ettari di terreno. Essi si trovano in Lombardia (Mantova, Cremona, Brescia), in Emilia-Romagna (Ferrara), in Veneto (Venezia) e nella Campania. Sono prodotti destinati al consumo alimentare. Negli ultimi anni è cresciuta la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali (possono pesare anche dai 300 ai 400 chili), vendute soprattutto per la festa di Halloween.
La zucca -sostiene la Cia- ha un elevato contenuto d’acqua (94 per cento). È buono il contenuto di vitamina A (carotene) e di alcuni sali minerali (fosforo in particolare), discreto quello delle vitamine B, C e di potassio. Ha un buon potere glucidico e notevole è anche la presenza di fibre.
Tra le varietà da essa derivate, le più note – dice la Cia – sono la “Napoletana”, a peponide verde chiaro, la “Zucca a Turbante”, così chiamata per la sua caratteristica forma, la “Grigia di Boulogne” e la “Marina di Chioggia” (Zucca Barucca).
La seconda, conosciuta anche come “zucca pepona” o “zucca torta” – frutti oblunghi, arcuati, rigonfi alle estremità, con peduncoli a sezione pentagonale – è di colore verde scuro o arancione ed ha polpa dolce e tenera.
Le sue varietà più comuni sono: la “Piena di Chioggia” e la “Piena di Napoli”.
Molti imprenditori agricoli -in particolare donne – in Italia si sono impegnati nella conservazione di alcune varietà tradizionali, come la zucca “Marina di Chioggia” del Veneto, la “zucca violina” della Valle del Mezzano a Ferrara, la zucca di Castellazzo Bormida in Piemonte e la “zucca lardaia” di Siena.
La parola Halloween deriva dalla frase All Hallows Eve, cioè la notte di ognissanti che si festeggia il 31 ottobre. Tale data anticamente coincideva con la fine dell’estate. I colori di Halloween si rifanno a questa ricorrenza: l’arancio richiama il colore del grano mietuto (fine estate) ed il nero che ricorda il buio dell’inverno.
Le tradizioni di Halloween si fanno risalire ai tempi delle popolazioni Celtiche nelle isole britanniche.
I Celti erano un popolo di pastori e celebravano la fine della stagione dei raccolti (passaggio dall’estate all’inverno) : il 31 ottobre per loro era la fine dell’anno e di conseguenza il primo di novembre l’inizio di un nuovo anno. In questa notte si svolgevano grandi festeggiamenti e si salutava l’arrivo dell’inverno.
I Celti pensavano che nella notte del 31 ottobre gli spiriti di coloro che erano morti durante l’anno si mettessero in cerca di un copro da possedere per l’anno successivo. I vivi, del momento non volevano essere posseduti da questi spiriti, cercavano di trasformare le loro abitazioni in luoghi poco accoglienti e trasformavano i loro corpi con dei travestimenti terrificanti in modo da far scappare gli spiriti che volevano possederli.
La festa di Halloween venne portata negli USA intorno al 1840 dagli emigranti irlandesi che fuggivano dalla carestia di patate che aveva colpito la loro patria. Da allora Halloween è rimasta ancorata nella cultura americana ed è una delle più famose feste del paese.
Anche il detto “dolcetto o scherzetto” si fa risalire alla popolazione celtica. Alla fine dell’estate i contadini passavano per tutte le abitazioni del loro villaggio per chiedere un aiuto per affrontare il difficile periodo invernale dato che non avrebbero più potuto contare sul proprio lavoro. Gli abitanti che si rifiutavano di dare loro qualcosa ricevevano in cambio delle maledizioni: venivano invocati demoni, spettri e streghe in modo da impaurire chi aveva osato non contribuire. Per evitare tutto questo la maggior parte degli abitanti del villaggio donava qualcosa ai contadini.
Oggi sono i bambini ad andare di casa in casa a chiedere qualche caramello o dolcetto. I proprietari delle case preparano dolci, biscotti, caramelle, torte monetini e piccoli regali da donare ai bambini mascherati. I bambini suonano alle porte e reciatno la famosa frase: “Trick-or-treat” ? Cioè offrite qualcosa (treat) o vi facciamo uno scherzetto (trick) come gli spiriti maligni che doveveno essere invocati dagli antichi Celti.
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