Casini: “Chi guida il nostro Paese non deve fare demagogie o compiacere la Lega ma risolvere i problemi. Dire no ad una società multietnica significa ottenere un risultato: chiudere le nostre fabbriche, non avere collaborazione per i nostri anziani, delineare una società che non esiste”
La Lega incassa soddisfat¬ta il sostegno del premier alla “linea-Maroni” sull’immigra¬zione. E chiede e ottiene ras¬sicurazioni dal premier anche sul ddl sicurezza. «È voluto da tutta la maggioranza», dice Berlusconi a proposito del provvedimento.
Ma dall’opposizione e dal mondo cattolico continuano a piovere critiche sulla linea del governo su questi temi.
Berlusconi aveva attaccato il concetto di «società mul¬tietnica» della sinistra.
«Non è la nostra idea», aveva detto. «La nostra linea fa proseliti», è il commen¬to in proposito del leader del Carroccio, Umberto Bossi, agli Stati Generali del suo partito.
Una rivendicazione che fa anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa, capolista del Pdl nella circoscrizione Nord-Ovest. «La tesi di difen¬dere l’identità italiana – sotto¬linea il coordinatore del Pdl – una volta eravamo in pochi a sostenerla, ora con le parole del presidente del Consiglio siamo la maggioranza».
L’opposizione, però, è sulle barricate e va all’attacco della «deriva razzista» della quale accusa il governo.
E anche dalla Cei arriva una nuova pesante stoccata sul¬la questione con il segretario generale, monsignor Mariano Crociata, che dice al premier che l’Italia multiculturale «è un valore» ed esiste «già di fatto».
Mentre non manca anche nel centrodestra qualche voce critica, come quella del depu¬tato azzurro Giuliano Cazzola che sottolinea che «l’Italia è già un Paese multietnico» o dell’ex An Fabio Granata, che rivendica l’Italia «a chi la ama» senza preclusioni et¬niche.
«Di questo passo – ironizza il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro – in Italia non faremo entrare neanche Obama…».
Mentre per il Pd e l’Udc, la linea dura sull’immigrazione viene usata in maniera dema¬gogica per creare consenso. «Penso che chi guida il nostro Paese – attacca il leader cen¬trista Pier Ferdinando Casini – non debba fare demagogie o compiacere la Lega ma ri¬solvere i problemi. Dire no ad una società multietnica si¬gnifica ottenere un risultato: chiudere le nostre fabbriche, non avere collaborazione per i nostri anziani, delineare una società che non esiste».
«Questa cosa dei respingi¬menti dei clandestini – attacca Franceschini – viene usata dal governo per far scomparire dalle pagine dei giornali altre vicende, per far spostare i ri¬flettori dalle vicende personali di Berlusconi e dalle vicende politiche del governo, a costo di farla pagare a qualche neo¬nato. E io trovo orrendo che si usino i drammi delle persone per cavalcare un argomento popolare». È, insiste il leader democratico, «un modo abba¬stanza disgustoso di fare cam¬pagna elettorale».
Il Carroccio non manca di replicare. «La sinistra – dice Bossi – che respingeva i gom¬moni per l’Albania adesso attacca Maroni forse perchè i suoi risultati erano scarsi».
Mentre il sottosegretario al¬l’Interno Alfredo Mantovano sottolinea che il governo sta applicando «accordi siglati dalla sinistra».
Insomma, il clima è roven¬te.
«Non vogliamo e non ci saranno scherzi», fa sapere il titolare del Viminale Roberto Maroni. Parole che sembrano confermate dal premier che, a scanso di equivoci, puntualiz¬za che il pacchetto sicurezza «è voluto da tutta la maggio¬ranza».
Alfredo Anselmo