Con l’inizio della primavera aumenta anche la temperatura e dunque, siccome è troppo presto per “svestirsi”, con il calore che in genere aumenta verso mezzogiorno e nel pomeriggio, c’è la possibilità di contrarre un disturbo che i dermatologi chiamano “micosi”, ovvero il fungo della pelle. Le impennate di temperatura possono produrre sudorazione e quindi favorire l’insorgere della micosi.
Le parti più esposte al rischio di micosi sono le pieghe della pelle come quelle che si trovano nelle ascelle, nell’inguine, nelle ginocchia, nel collo e nei piedi. Per le donne si aggiungono anche le pieghe del seno.
Si può prevenire la micosi? Certo, basta seguire almeno due semplici regole. La prima è quella di un’igiene appropriata e approfondita: si raccomandano docce quotidiane con prodotti poco aggressivi per la pelle. In più, bisogna asciugare bene le parti bagnate, specialmente le pieghe prima citate. Permanendo, infatti, l’umidità in quelle zone, e essendo punti in genere protetti dal calore, si crea il terreno fertile per la micosi.
La seconda regola da seguire è quella di vestirsi con criterio. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è. Se ci si veste “pesante”, si resta pesantemente vestiti anche durante le ore in cui la temperatura cresce, per cui si facilita la sudorazione con le conseguenze prima descritte. Viceversa, se s’indossano più indumenti, uno sopra l’altro, quando aumenta la temperatura si può togliere ciò che fa al caso, senza rimanere svestiti, col rischio di prendersi anche un accidente.
Ecco, se si seguono queste due regolette, si può evitare di prendersi una micosi. Se, però, nonostante questi accorgimenti, si prende il fungo della pelle, cosa conviene fare? Rispondiamo con un esperto del ramo, il dottor Antonino Di Pietro, dermatologo e presidente della Società internazionale di dermatologia plastica e oncologica: “Consiglio di sottoporsi a una visita dermatologica. Solo l’occhio del medico distingue il fungo della pelle da un altro problema e solo lo specialista è in grado di prescrivere il farmaco adatto, nelle dosi corrette, e i tempi di cura utili.
Ecco perché, quando il paziente nota un arrossamento della pelle, associato a prurito e alla comparsa di macchie o di piccole vescicole, si deve andare dallo specialista.
Le infezioni più frequenti sono la tinea cruris e la candida. La tinea cruris si manifesta con macchie biancastre, tondeggianti, circondate da una parte più in rilievo e arrossata. La lesione provoca prurito, tende a desquamarsi facilmente e, se non trattata adeguatamente, si stende alle zone circostanti. Invece la candida si presenta con arrossamento della pelle e con la comparsa di piccole vescicole piene di siero. Anche in questo caso il paziente avverte prurito che, però, nel tempo si trasforma in un bruciore davvero fastidioso”.
Spesso le infezioni da fungo colpiscono i piedi, in questo caso si tratta di tinea pedis o piede d’atleta. Tra le dita dei piedi “compaiono fessurazioni che provocano prurito e dolore e che tendono ad allargarsi nel tempo se non trattate adeguatamente”.
Il rimedio consiste in un pediluvio al giorno, della durata non inferiore a dieci minuti, per almeno una settimana con un cucchiaio colmo di bicarbonato di sodio per ogni litro di acqua tiepida. Va da sé che bisogna asciugare bene le parti interessate.
Se non si ottengono risultati apprezzabili, esistono delle pomate antifungine a base di ticonazolo o bifonazolo, da applicare sulle parti interessate un paio di volte al giorno per almeno un mese.