En plein della Alfa Romeo 8C 2900B, Berlinetta touring 1938, dell’americano Jon Shirley, all’80esima edizione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este, patrocinato per il decimo anno da Bmw.
Ha vinto tutto: dopo essersi aggiudicata il Premio Villa d’Este e poi il referendum fra il pubblico che, nonostante il maltempo, ha visitato la rassegna nel parco di Villa Erba, ha anche conquistato il Gran Premio della giuria per il best of show.
La manifestazione – che per due giorni ha richiamato sulle rive del lago di Como 50 fra le più belle auto d’epoca, provenienti da tutto il mondo, accanto a otto concept cars, ovvero gli studi per le auto del futuro – si è conclusa secondo tradizione: uno spettacolo di fuochi d’artificio ad illuminare la notte sul lago battuto dalla pioggia e, nei giardini di Villa d’Este, la vettura vincitrice sotto i riflettori accesi al momento della proclamazione.
L’Alfa Romeo 8C 2900B venne presentata nel ’35 quale erede della 8C 2300, a quei tempi una delle auto più veloci al mondo. Nel complesso furono fabbricate soltanto sei auto compatte della cosiddetta berlinetta nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale.
L’Alfa di Shirley viaggiò dall’Italia alla Svizzera per approdare poi negli Stati Uniti nel 1947. Dopo essere stato venduto ad un compratore sudafricano nel 1980, questo esemplare, che nel frattempo era stato riverniciato di rosso, fu restaurato in Inghilterra riacquistando il suo colore blu. Nel 2005 Jon Shirley lo rilevò riportandolo alle condizioni originarie. E, in questa occasione, la berlinetta è riapparsa sul suolo italiano per la prima volta dopo 62 anni. Fra i modelli del futuro il pubblico ha premiato con il Design Award for Concept Cars l’Aston Martin One-77. Lo studio riunisce una tecnologia innovativa con il lavoro artigianale tradizionale: velocità massima, 320 kmh.
È stata invece presentata fuori concorso, come ospite d’onore, GINA Light, finora visibile solo nel museo Bmw di Monaco di Baviera. GINA (Geometry and Functions In N Adaptions) è un modello avveniristico, caratterizzato tra l’altro da una pelle esterna, realizzata in un materiale tessile flessibile teso su una sottostruttura mobile.