La decisione dell’ormai ex direttore di RaiTre segue quella di Michele Santoro, di Simona Ventura, di Corrado Formigli
Continua l’esodo Rai che ha caratterizzato l’ultimo periodo “televisivo”: anche Paolo Ruffini ha lasciato RaiTre per dirigere La7, la rete più direttamente concorrente: dal 10 ottobre prenderà infatti il posto di Lillo Tombolini, trasferito ad altro incarico. Una scelta che fa felici tutti a Telecom Italia Media, a partire dall’ad Giovanni Stella che parla di «ottimo acquisto», ma che invece lascia l’amaro in bocca a molti. Furiose, infatti, sono state alcune delle reazioni di quanti lavorano nella terza rete di Viale Mazzini, Floris e Fazio in testa.Il primo a manifestare allarme per il significato di questo ennesimo addio dalla tv pubblica, è il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli. «La Rai non rinuncia solo a un dirigente di prestigio, ma s’indebolisce nel suo complesso», dice, convinto che «occorre una più sollecita, previdente ed efficace percezione del pericolo che queste rinunce rappresentano anche in ordine al più generale problema di un risanamento che l’Azienda non può lasciare alle controversie legali o alle legittime lusinghe che altri esercitano sui suoi più reputati professionisti».
«Il mercato sceglie sempre i migliori» per il presidente della Rai Paolo Garimberti rammaricato e convinto che la politica non è stata determinante nella scelta di Ruffini di lasciare la Rai. «Ho parlato a lungo con lui la settimana scorsa e gli ho anche detto che poteva stare tranquillo perché – contrariamente a quanto è stato scritto – non c’era alcuna intenzione di sostituirlo al vertice di RaiTre». Ma il presidente non nasconde la sua più generale preoccupazione per una Rai che rischia di rimanere, lei sì, fuori dal mercato. Per Garimberti infatti alla Rai deve essere consentito di potersi battere da pari: «è ora dunque che la politica lasci libera l’azienda, che faccia in modo che la Rai abbia ciò che le è dovuto in termini di risorse e che la metta in condizione di operare come una vera società per azioni».
«Assurdo e autolesionista lasciar andar via Ruffini», ha commentato laconico Giovanni Floris; «come si fa a privarsi di professionisti che portano risultati e che hanno rispetto per il lavoro e la libertà degli altri», gli fa eco Fabio Fazio, che ha descritto l’ormai ex direttore di RaiTre «esasperato dalle tante lotte quotidiane con l’Azienda». «Giudico un grave danno per la Rai che Paolo Ruffini sia passato a La7 e ritengo che l’azienda non abbia fatto tutto quello che poteva e doveva per trattenerlo», attacca il consigliere d’amministrazione a viale Mazzini Giorgio Van Straten.
E all’attacco va anche il Pd. «Ruffini ha garantito autonomia e qualità a RaiTre», ha commentato il responsabile cultura del partito Matteo Orfini, secondo il quale «siamo di fronte all’ennesimo pasticcio che dimostra lo stato confusionale della Rai». «La Rai ha perso via via tutti i pezzi migliori che hanno fatto la fortuna dell’azienda, professionisti che hanno avuto la colpa di non essersi piegati alle logiche di potere berlusconiane», incalza il portavoce di Idv, Leoluca Orlando. Ironica la finiana Flavia Perina: «Dopo Ruffini, si teme che a breve possa andar via dalla Rai perfino il cavallo di viale Mazzini… Questa è la situazione di un’azienda che non crea nuovi talenti e fa scappare quelli che ha, con una distruzione del suo valore che si è accelerata sotto il governo di questa maggioranza».
Quello di Ruffini è stato un addio quasi inevitabile per chi si è visto ingiustamente sostituire da Masi (quindi reintegrare dal Tribunale), lottare per far tornare in palinsesto i programmi di punta della sua rete (come Report e Parla con Me) e, nonostante i successi, prossimo ad essere cacciato di nuovo da RaiTre.
«La Lei sta riuscendo dove ha fallito Masi», ha commentato il senatore IdV Pancho Pardi: in effetti il neo-dg ha segnato due colpi mancati da Masi, ‘liberarsi’ di Santoro (‘destinato’ a La7) e far fuori Ruffini, che a Ti Media ritrova anche Roberto Saviano. L’unica forse a non patirne troppo la mancanza sarà Lucia Annunziata, visti gli ultimi battibecchi (e alcuni rumors, da lei smentiti, la vorrebbero nuovo direttore di rete). Per il posto di Ruffini in pole Maria Pia Ammirati o l’ex Antonio Di Bella. Intanto il consigliere d’amministrazione Giorgio van Straten chiede di chiudere i contratti con Serena Dandini e Milena Gabanelli prima che sia troppo tardi: «Alla luce di tutto questo diventa necessario e improcrastinabile firmare il contratto di Milena Gabanelli e risolvere le ultime questioni su Parla con Me in modo da portare il contratto nel primo Cda di settembre, impedendo un ulteriore indebolimento di RaiTre».