Una delle proprietà riconosciute ai semi di lino, ma anche ai lamponi e alle verdure giallo-arancio, è la loro efficacia a prevenire i tumori
È sempre più evidente la correlazione esistente tra lo star bene e ciò che si mangia, come si mangia e quanto si mangia. Preferire un alimento ad un altro fa la differenza perché non tutti i cibi hanno uguali proprietà e se è vero che bisogna mangiare tutto, è anche vero che mangiare fritto, grassi e carne rossa è da evitare rispetto ad una più sana dieta dove la carne bianca, il pesce e le verdure predominano. Una cosa è mangiare salsiccia spesso e un’altra è mangiare spesso pesce, tanto per fare un esempio. Non tutto, insomma, fa brodo. Il discorso è direttamente legato al “come” si mangia e qui è evidente che la cottura a vapore è di gran lunga migliore della frittura (pesce fritto, patatine, eccetera). Meglio la carne alla griglia che in padella. Poi c’è il “quanto”, molto importante. Non c’è bisogno di ingozzarsi per stare bene, anzi. Un pasto frugale è senz’altro da preferire ad uno abbondante. Il troppo fa male, sempre, anche quando non si tratta di cibi grassi. Nelle ultime due rubriche abbiamo parlato del tè verde e del pomodoro. Oggi parliamo di ciò che in tavola fa bene in maniera mirata, come i semi di lino, che aiutano a prevenire il tumore alla mammella, alla prostata e al colon. I semi di lino sono una fonte eccezionale di lignami, cioè fitoestrogeni che sembrano contribuire a combattere i mali prima indicati.
Ma sono anche una fonte di acido alfa-linolenico, un acido grasso essenziale della famiglia degli omega-3 con effetto antinfiammatorio, presente anche nel pesce, specie in quello azzurro. La nutrizionista Anna Villarini (Istituto nazionale dei tumori di Milano) afferma che “nei Paesi industrializzati oggi si assiste a uno squilibrio tra consumo di acidi grassi omega-3, sempre meno presenti, e di omega-6, a causa di una dieta ricca di carni, formaggi e olii”. La nutrizionista precisa anche che gli omega-6 contengono acido arachidonico, che svolge un’azione proinfiammatoria. “Questo squilibrio”, aggiunge Anna Villarini, “fa sì che il nostro organismo sia sbilanciato verso i processi infiammatori, una condizione favorevole perché la cellula cancerosa cresca bene. Perciò fondamentale è riportare al giusto equilibrio il rapporto tra omega-6 e omega-3, riducendo i primi e aumentando i secondi. In commercio si trova anche l’olio di lino, ma dato che si altera velocemente la cosa migliore è mangiare i semi, triturati al momento, all’interno di insalate o altre pietanze. Ottimo anche il pane”. Anche i lamponi, le more, i mirtilli fanno bene alla salute, in quantità moderate ogni giorno: prevengono il cancro al colon. È il caso dei lamponi, che oltre a contenere sostanze antiossidanti e antinfiammatorie, sono gustosi da mangiare. Le verdure color giallo-arancio, come le carote e le zucche, proteggono da malattie cardiache e da tumori. Il merito è dovuto all’alfa-carotene, che rallenta il processo d’invecchiamento delle cellule del corpo. Concludiamo con le mandorle e con i fagioli. Le prime, soprattutto la buccia delle mandorle, contengono i polifenoli, sostanze che potenziano i globuli bianchi, quindi il sistema immunitario. I secondi sono utili a combattere il rischio di tumori, pare in misura addirittura del 60%. Esperti americani hanno sperimentato in laboratorio su un gruppo di topolini gli effetti di un’alimentazione arricchita con sei tipi di fagioli e hanno scoperto che rispetto ad altri topolini nutriti con la stessa alimentazione ma senza fagioli, rischiano meno di ammalarsi di tumore. Il pericolo che il tumore sia maligno poi, diminuisce del 30% e del 60%. A proposito di mandorle, però, c’è da notare che mangiarne troppe ha una controindicazione, ed è che sono ipercaloriche.