Secondo l’Authority non sono pronte a emergenza grave sisma
L’incidente alla centrale nucleare in Francia di lunedì 12 settembre ha riaperto prepotentemente il dibattito sul nucleare in Europa. Dopo l’esplosione del sito di Marcoule, vicino ad Avignone si è generato una sorta di panico tra la popolazione europea nonostante le rassicurazioni che arrivano dagli organi ufficiali. Questo perché i cittadini, quando si parla di energia atomica hanno paura, alla luce soprattutto della scarsa informazione tempestiva che arriva in caso di fughe radioattive. Fukushima è stato l’ultimo triste esempio. In Giappone, infatti, solo ora stanno emergendo le verità (e neanche tutte) tenute nascoste dal Governo e dalla TEPCO. La gravità dell’incidente nucleare giapponese, infatti, è stata minimizzata fino alla fine. Fin quando l’evidenza e la drammatica situazione di contaminazione nucleare non poteva più essere negata. Una situazione denunciata fin da subito dagli attivisti di Greenpeace che hanno monitorato (e continuano a farlo) costantemente i livelli di radioattività della zona intorno alla centrale danneggiata. Proprio sulla scia di tali avvenimenti e nell’ottica della prevenzione, l’ASN, l’Authority per la sicurezza nucleare, ha ammonito otto delle 19 centrali nucleari francesi, in quanto non soddisferebbero le nuove esigenze dettate dal dopo-Fukushima, in particolare la resistenza ai terremoti e alle inondazioni. Secondo i dossier messi a punto dall’ASN e resi noti da Le Journal du Dimanche, in una lettera datata 23 agosto e indirizzata dall’ASN al direttore della centrale di Cattenom, nell’est del paese, si legge: ”Non siete stati in grado di specificare agli ispettori quale sarebbe il vostro piano d’azione post-sismico in seguito a scosse gravi”. Le ispezioni e i rapporti sono stati un complemento agli stress-test sulle centrali francesi, che hanno dato risultati tranquillizzanti. Fra gli aspetti insoddisfacenti delle otto centrali nucleari di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Penly, Gravelines, Saint-Alban e Le Blayais, ci sono soprattutto quelli riguardanti la reazione ad alcune catastrofi naturali ipotetiche, all’interruzione dell’alimentazione elettrica con conseguente blocco delle fonti di raffreddamento e la gestione di alcune situazioni di emergenza. In tutto sarebbero oltre 200 le ”azioni correttive” invocate dagli ispettori nelle centrali. Per il direttore della sicurezza dei reattori (in Francia sono 58 quelli in attività), Martial Jorel, ”i rischi sismici non sono stati percepiti nel loro giusto valore in Francia, un paese in cui i movimenti tellurici sono poco frequenti”.
Ma dopo l’incredibile sequenza di catastrofi dell’11 marzo scorso in Giappone, con il terremoto e lo tsunami gigante, le esigenze sono cambiate. E l’allarme di una settimana fa nella centrale per il trattamento delle scorie di Marcoule, dove c’è stata soltanto l’esplosione di una fornace, non classificato neppure come incidente nucleare, ha fatto tornare d’attualità nel paese il dibattito sulla sicurezza degli impianti. In Europa ci sono attualmente 143 centrali nucleari in funzione. Ognuna di queste è potenzialmente pericolosa. Detto ciò, ci sono alcuni tipi di centrali che preoccupano maggiormente, come ad esempio, le centrali più vecchie di 30 anni o quelle senza un secondo guscio di contenimento. Tale guscio è sia in grado di proteggere da eventuali rilasci di radiazioni in caso di incidente, che di proteggere il cuore della centrale da un eventuale attacco terroristico (per esempio caduta di aereo o lancio di missili sulla struttura). Tra questi, si possono ricordare i reattori dello stesso tipo di quelli usati a Fukushima, presenti a Garona in Spagna e a Muehleberg in Svizzera. Ma anche i reattori del tipo Vver 440 in Ungheria e Repubblica Ceca e i 4 reattori posseduti da Enel in Slovacchia. Preoccupano più di altri i reattori Candu. Questo tipo di reattore ha un fattore positivo di reattività, che significa che in caso di shutdown di emergenza si ha un picco di capacità. Ci sono due reattori di questo tipo in Romania ed Enel sta partecipando alla costruzione di altri due reattori dello stesso sito. La Commissione europea ha inoltre espresso le sue preoccupazioni sul fatto che questo tipo di reattori non sia sufficientemente resistente allo scontro di un aereo.Infine, a maggior rischio sono poi le centrali che hanno già avuto problemi in passato. . Va ricordato che tutte le centrali di questo tipo presenti in Germania sono già state chiuse.