Il meglio e il peggio delle passerelle newyorkesi che svelano le tendenze della prossima P/E 2012
Anche per quest’anno si è conclusa la New York Fashion Week che ha tenuto il mondo della moda con gli occhi incollati fino al 15 settembre per poi passare il testimone alla Settimana della Moda di Milano, dal 21 al 27 settembre. Sulle passerelle si sono alternati stilisti di fama consolidata e giovani emergenti, svelando le tendenze della prossima P/E 2012.Tra i ‘veterani’ hanno raccolto applausi le collezioni Marc by Marc Jacobs, DKNY, Derek Lam, Vera Wang, Jenny Packman, Victoria Beckham e Thakoon. Le creazioni della linea giovane di Jacobs sono state in assoluto tra le più apprezzate per il loro design essenziale (quasi basico), insieme ai capi asciutti di DKNY e agli elegantissimi abbinamenti creati da Victoria Beckham.Tra le ‘speranze’, promosse con riserva le sorelle Mulberry di Rodarte, che hanno proposto una collezione interamente ispirata ai quadri più famosi di Van Gogh. ‘Notte stellata’ e ‘I girasoli’ sono opere d’arte eccezionali e bellissime, ma l’effetto stampa su un vestito è quantomeno discutibile. Apprezzata comunque l’idea, la realizzazione e, perché no, lo spirito ‘naif’ della linea. Critica perplessa, invece, dalla collezione gotica del marchio Abbey Dawn di Avril Lavigne, mentre come sempre grandi consensi per le sorelle Olsen e il lusso elegante del loro brand The Row.
Tendenza principe della prossima bella stagione sarà il colore: nessuno stilista – famoso o wannabe – si è dimenticato di inserire almeno un capo o un dettaglio in una tonalità satura, accesa e brillante. E tra tutte in particolare spicca l’arancione: vera protagonista dell’estate, questa tinta ha letteralmente illuminato le passerelle, proposta tanto in una versione total che in una più discreta fatta di inserti, cuciture e bottoni. Discutibile la trovata della stylist più amata dai divi di Hollywood, Rachel Zoe: l’ottimo gusto nell’abbinare le creazioni di altri non basta per diventare un designer di moda. La collezione presentata è sembrata infatti una copia low cost – in stile H&M, Zara, Stradivarius e via dicendo – dei capi proposti nelle altre sfilate. Anche la linea presentata da Betsey Johnson sembra non aver entusiasmato la critica specializzata. Tra tulle e chiffon, rosa intimo e celeste polvere, sembra invece essere piaciuta la collezione Philosophy di Alberta Ferretti dal sapore Anni 20: abiti di impalpabile leggerezza, silhouette sottile nello sbieco della seta che si allunga sul corpo accarezzando appena le forme. Alberta Ferretti per questa sua linea ha costruito una collezione un po’ boudoir dove regna l’abito a sottoveste, fragile nel tulle giallo pulcino cucito col pizzo entre-deux, lieve nello chiffon a fiori pallidi. Sopra, il coraggio di un blazer con i revers sciallati, quasi una giacca da smoking. Ai piedi le ‘mary jane’ con il laccetto, in vernice pastello. Una moda che vive dal tramonto alla notte, quando tutto è più misterioso. C’è anche un’aria da Grande Gatsby, sottolineata dallo stile ‘vecchio tennis’, con gonne plissé e pullover a trecce, ma tutto è inusitatamente spalmato d’argento, perfino il cardigan disinvolto indossato sulla tuta di seta candida. Rodarte by Mulberry