Negli ultimi tre mesi il rincaro complessivo è stato del 6%, con ritocchi di 30 centesimi al prezzo al consumo
L’aumento dell’Iva ha comportato un rincaro dei prezzi delle sigarette pari in media al 4%, con punte del 15% per il tabacco trinciato. Negli ultimi tre mesi il rincaro complessivo è stato del 6%, con ritocchi di 30 centesimi al prezzo al consumo. “I consumatori di sigarette non possono essere discriminati solo perché fumatori, al contrario sono sempre i primi a pagare pegno – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – con l’aumento dell’iva il prezzo è cresciuto in media del 4%, con rincari di 15-20 centesimi a pacchetto, mentre per il tabacco trinciato il rincaro medio è stato del 13%, con punte del 15%. Negli ultimi tre mesi, invece, il rincaro complessivo sulle “bionde” è stato del 6%, visto che già lo scorso luglio si è registrato un aumento di 10 centesimi. I continui rincari a cui è soggetto il settore potrebbero provocare un calo dei consumi pari al 10%. Se dal punto di vista della salute può essere considerato un vantaggio, dal punto di vista economico il danno è rilevante. Il settore del tabacco è uno dei più importanti in Italia, siamo il primo produttore ed esportatore di tabacco grezzo in Europa, vi sono impiegati oltre 200mila lavoratori. Un calo drastico dei consumi andrebbe a ripercuotersi violentemente sulla filiera del tabacco, mettendo alle strette un settore economicamente strategico per l’Italia e favorendo allo stesso tempo il mercato nero e il contrabbando. Aumentare le tasse sulle sigarette, che già pesano per il 75% sul prezzo finale del prodotto, è controproducente e penalizzante sia per i consumatori che per l’industria”.