La Pagina, a partire da questo numero, cambia. Magari i cambiamenti non si vedranno tutti e subito, ma essi sono già in atto. Il nostro settimanale non sarà più edito da Publi Grafica Presse AG ma da Verein La Pagina. Già il nome è significativo: metà in lingua tedesca e metà in italiano, perché chi ha rilevato il giornale e lo pubblicherà è un gruppo di giovani di seconda e terza generazione, nati in Svizzera, con nomi e cognomi italiani ma perfettamente integrati in Svizzera. Questo in atto è uno dei tanti cambiamenti di cui la Pagina, nel corso della sua ventennale esistenza, si è resa protagonista. Nel 1989, a suggellare un processo di integrazione in atto, i giovani di seconda generazione trovarono una pagina in italiano (“La Pagina italiana”) sul Tagblatt der Stadt Zürich. Da parte degli editori di allora era un modo intelligente per dire ai connazionali che gl’italiani ormai erano diventati l’élite dell’immigrazione, con una comunità di circa quattrocentomila persone, e che i loro figli vivevano una condizione privilegiata: erano e si sentivano italiani, ma erano contemporaneamente cittadini di questo Paese e rappresentavano anche il futuro, una parte del futuro, della Svizzera. Due anni dopo, nel 1991, esattamente vent’anni fa, contemporaneamente a La Pagina italiana sul Tagblatt, uscì in veste autonoma La Pagina, con una novità: l’inserto in lingua spagnola. Il progetto era ambizioso e, ci sia consentito dirlo, fu accettato con grande interesse, non solo tra gl’italiani e gli spagnoli, ma anche tra gli svizzeri. Fino ad allora, le due comunità erano numerose e straordinariamente vive ed attive, con una organizzazione politica ed associativa capillare presente in ogni angolo della svizzera, con giornali, libri e una trasmissione televisiva (Un’ora per voi), al centro anche dell’interesse della società autoctona. Ebbene, La Pagina rilanciò quelle comunità e soprattutto offrì alle seconde generazioni opportunità e occasioni, non solo di sentirsi sostenute e rappresentanti di lingue e culture tra le prime al mondo, ma anche di crescere in competenze e professionalità. In breve, di rappresentare una grande potenzialità in questo Paese. Oggi, a distanza di vent’anni, molto è cambiato. La consistenza numerica, non solo degli spagnoli, ma anche degli italiani, si è ridotta, i partiti e le associazioni o sono scomparse o vivacchiano. Il volto della comunità degli italiani all’estero è mutato radicalmente, è formato dai figli, quasi tutti doppi cittadini, che lavorano negli uffici, sono artigiani, imprenditori, stilisti, docenti, avvocati, medici, architetti, ingegneri. Si sentono eredi di una grande cultura d’origine e sono cittadini elvetici a tutti gli effetti, anzi, sono già in tanti a sedere in società e nelle amministrazioni locali elvetiche. I giovani italiani, sono parte della classe dirigente della Svizzera. Ecco, dunque, non c’è solo la novità del nome, “Verein La Pagina”, la vera novità è che ora a gestire il giornale sono proprio quei giovani a cui il nostro settimanale si è rivolto in tutti questi anni. Vogliamo raccogliere la preziosa eredità ricevuta e valorizzare la nuova realtà, rivolgendoci non solo ai nostri padri e nonni, ma in modo particolare ai giovani della nostra età per interpretarne esigenze e bisogni e per rilanciarne le aspirazioni e il futuro. Ne siamo consapevoli: è una grande sfida, ma la affrontiamo con entusiasmo e anche con tanta umiltà, pronti a far tesoro dei vostri preziosi suggerimenti, per essere tutti protagonisti nella Svizzera del domani.