Da italiani e svitaliani parliamo, di solito, in questa rubrica, di come viviamo e ci sentiamo noi italiani in Svizzera. Ma come si sente uno svizzero in Italia? Come vive chi è nato e cresciuto nella Confederazione e ora si trova nel nostro Bel Paese? Lo chiediamo a Roberta Fossile, nata e cresciuta a Morbio Superiore, in Ticino, ora residente a Roma e di professione attrice.
Roberta, tu sei ticinese, e quindi svizzera, a tutti gli effetti?
No, sono nata da madre svizzera e padre italiano. I miei nonni si sono trasferiti a Chiasso negli anni Cinquanta, quando mio padre era ragazzino.
Cosa facevi in Svizzera prima di andare a vivere in Italia?
Dopo essermi diplomata ho lavorato in pubblicità e nel marketing per cinque anni. Tre anni in Ticino e due a Zurigo.
Perché hai deciso di lasciare il tuo lavoro e cambiare radicalmente la tua vita?
Percepivo un senso di vuoto, d’insoddisfazione professionale e personale. Sentivo che c’era un’altra vita che mi aspettava da qualche parte. Nel mio intimo, sognavo il palcoscenico. Volevo trasmettere emozioni, stati d’animo, interpretarli e farli sentire al pubblico. Era un sogno nel cassetto che volevo diventasse realtà. E ho capito che volevo fare l’attrice.
È una professione difficile da intraprendere. Come hai fatto?
Era un sogno che avevo e che temevo a realizzare, perché è risaputo che vivere d’arte nella nostra società è difficile e richiede molto impegno e sacrificio. Ma era il momento giusto. Avevo qualche risparmio in banca, ero single e non avevo famiglia. Non dovevo rendere conto a nessuno. Ho voluto provare.
Cosa hai fatto prima di girare il tuo primo film?
Ho fatto di tutto: ho lavorato come insegnante di lingue, hostess, poi ho superato un provino come presentatrice televisiva, e da lì ho iniziato a fare anche televendite, e lavorare come speaker pubblicitaria. Mi sono mantenuta con più lavori contemporaneamente. Non è stato e non è facile. Ma è una passione che vivo e che mi da molte soddisfazioni.
Perché hai scelto Roma?
Per realizzare il mio sogno nel cassetto, ho iniziato a cercare scuole di recitazione che mi offrissero quello che cercavo e fra le varie offerte ce n’era una convincente a Roma! Ho sentito che era il luogo giusto e sono partita. E rimasta. Adesso sono nove anni che ci abito.
Sei sposata? Hai figli?
No, sono single e non ho figli.
Qual era il tuo rapporto con l’Italia prima di trasferirti a vivere a Roma?
Sono nata e cresciuta a Morbio, vivevo a due passi dall’Italia e ne respiravo l’aria. In Italia andavo con la mia famiglia, di tanto in tanto, a fare la spesa, a trovare i nonni paterni (che nel frattempo erano tornati a vivere in Italia) e a fare qualche vacanza. Nel momento in cui ci lasciavamo alle spalle la frontiera svizzera, mi sentivo a casa.
Com’è stato il tuo primo impatto con la realtà italiana?
All’inizio mi sentivo una turista, ma l’impatto è stato, comunque, forte, perché è una città con problematiche evidenti. Ero abituata a una certa organizzazione ed efficienza, ad altri ritmi di lavoro e di vita. A Roma mi sono trovata improvvisamente di fronte ad una realtà molto diversa. Roma è una città che vuole modernizzarsi e rimanere al passo coi tempi, ma allo stesso tempo è un pachiderma lento che inciampa in innumerevoli ostacoli e fatica a procedere. Comunque non si ferma.
Ti piace vivere in Italia?
Molto! In Italia è per me iniziata la mia seconda vita. Non solo a livello professionale. Mi sento, come ho già detto, a casa. Organizzazione ed efficienza non sono tutto. Amo la cucina, la cultura, la gente e la città in cui vivo. Per lavoro sono stata un po’ in tutta Italia.
Dove vorresti poter vivere ancora?
Mi piacerebbe vivere fra Roma e Zurigo e forse vorrei provare ad abitare anche in America, dove ho passato alcuni mesi per studio.
Come vedi ora la Svizzera da oltre frontiera?
La Svizzera rimane il Paese in cui sono nata e cresciuta. Dall’esterno la vedo come un’isola di benessere all’interno dell’Europa che offre ancora un elevato livello di sicurezza, di previdenza e assistenza sociale rispetto ad altri Paesi dell’Europa. C’è un sistema che funziona, malgrado le sue lacune.
In questi giorni sei qui a Zurigo per la prima del tuo ultimo film, Summer Games, di Rolando Colla, nel film interpreti il ruolo della madre della protagonista, sei svizzera in vacanza in Italia. In Italia, ti senti un pochino in vacanza o vivi ormai fra due culture e ti senti un po’ anche cittadina italiana a tutti gli effetti?
In vacanza mi sono sentita, solo, i primi tempi. Dopo poco tempo ho dovuto cercare lavoro e mi sono inserita nella realtà romana a tutti gli effetti. Ora mi sento per metà cittadina italiana e per metà svizzera. Fra le altre cose ho il passaporto italiano, grazie a mio padre. Condivido un po’ le preoccupazioni e le speranze dei miei concittadini italiani.
Vuoi dirci ancora qualcosa?
Malgrado sia cosciente delle difficoltà e dei problemi della realtà italiana che potrebbero spingermi a rientrare in Svizzera o ad emigrare in un altro Paese, al momento rimango qui, perché subisco il fascino di questa terra che mi offre la possibilità di fare il lavoro che ho scelto e perché ne apprezzo la cultura, la mentalità e il carattere.
Anele Mattioli
1 commento
Sei sempre il mio MITO!!!! 😉