Avrà l’obiettivo di portare il Paese alle elezioni dopo aver approvato il nuovo pacchetto di aiuti Ue
Dopo giorni di giochi politici e di tatticismi, i leader dei due maggiori partiti di Grecia, Giorgio Papandreou, leader del Pasok, il partito socialista al governo prima delle dimissioni di Papandreou, e Antonis Samaras, leader di Nea Dimocratia, il principale partito dell’opposizione, di centro-destra, si sono trovati d’accordo per la formazione di un governo di coalizione, che avrà l’obiettivo di portare il Paese alle elezioni dopo aver approvato il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia deciso dal Vertice europeo del 27 ottobre. Papandreou e Samaras hanno reso noto che la data “più appropriata per le elezioni è il 19 febbraio”. Per quanto riguarda il secondo obiettivo del nuovo governo, l’approvazione e la realizzazione delle decisioni del Vertice e il tempo necessario per farlo, ci sarà un incontro fra i rappresentanti delle due parti. Per la poltrona di primo ministro, sembra che i due leader siano d’accordo sul nome di Lucas Papadimos, ex vice direttore della Banca Centrale Europea, vicino al Pasok. Il nome del nuovo premier sarà reso noto ufficialmente dopo l’annuncio della composizione del nuovo governo, e comunque dopo l’incontro fra Papandreou e Samaras, ancora in corso mentre il giornale va in stampa. Secondo i giornali, del nuovo governo faranno parte anche due vice premier: l’attuale ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, e Stavros Dimas, ex Commissario Europeo per l’Ambiente. Prevista una riunione fra il presidente della Repubblica Karolos Papoulias con i leader degli altri partiti politici alla quale – come hanno annunciato – non parteciperanno i leader dei due partiti di sinistra, Aleca Papariga, del Partito Comunista di Grecia, e Alexis Tsipras, di Syriza. Intanto la maggior parte dei greci (68%) ritiene che la situazione del Paese sarebbe peggiore se uscisse dall’Eurozona, a dispetto del 16% che pensa che invece sarebbe meglio. È questo uno dei dati che è emerso da un sondaggio condotto dalla società Public Issue per conto del quotidiano Kathimerini. Dalle risposte dei 603 intervistati, è risultato che l’opinione favorevole all’Unione Europea è scesa al 53% contro il 63% del precedente sondaggio di un mese fa. Il 70% dei greci si è detto inoltre contrario al referendum proposto da Papandreou contro il 20% che si è dichiarato d’accordo. Nella scelta fra referendum ed elezioni anticipate, il 66% degli intervistati si è espresso per le consultazioni e il 14% a favore del referendum. Il sondaggio ha dimostrato anche un’ulteriore caduta della popolarità di Papandreou. Soltanto uno su otto dei greci intervistati, il 13% contro il 17% del mese scorso, ha fiducia in lui per amministrare l’economia del Paese. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una telefonata al premier greco, George Papandreou, ha sottolineato che le riforme strutturali di cui la Grecia ha bisogno “sono inevitabili” e ha espresso il proprio “rispetto” al premier dimissionario per la scelta di farsi da parte. Non importa quale sia il governo al potere ad Atene, ma che “la Grecia rispetti l’accordo preso con l’Europa” aveva detto a settembre il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Più chiaro e meno diplomatico era stato invece il collega dell’Economia, Philipp Roesler, in un’intervista rilasciata al tabloid Bild: “I greci possono scegliere da soli: o le riforme all’interno eurozona, o niente riforme e fuori. Una terza possibilità non c’è”. “Per lo meno il governo greco deve capire che la nostra pazienza prima o poi finisce”, ha poi aggiunto il politico del partito liberale Fdp. Da Atene Roesler si aspetta un aumento della concorrenzialità e che l’economia torni sulle sue gambe”.