Intervisa a Nino Iannazzo
In visita a Zurigo una delegazione di corleonesi per presentare i prodotti tipici dell’economia dell’isola con la terra elvetica. Per l’occasione gli immigrati corleonesi residenti a Zurigo hanno potuto incontrare i loro conterranei. A capo della spedizione Nino Iannazzo, sindaco di Corleone che ci ha spiegato i motivi che lo hanno spinto ad intraprendere questo lungo viaggio.
Signor Sindaco, si presenti e ci spieghi il motivo di questa visita in terra elvetica.
Mi chiamo Nino Iannazzo, guido un amministrazione di centro destra e civica alla città di Corleone in cui sono sindaco dal 2 giugno del 2007. Sono qui a Zurigo con una delegazione di 15 persone in parte istituzionale in parte di rappresentanti di enti e istituzione che operano a Corleone e approfittando della possibilità offerta da una normativa regionale che prevede la possibilità di incontrare i nostri immigrati in varie parti del mondo e abbiamo scelto la Svizzera sia per il numero dei soggetti che sono residenti qua, sia per l’interesse che questa terra può dare.
Da chi è formata la delegazione che è con lei?
La delegazione si è fermata in Svizzera per tre giorni in cui l’obiettivo della missione che ci eravamo prefissati è stato raggiunto. Noi siamo venuti con dei rappresentanti del consiglio comunale, in particolare con 2 consiglieri, il sindaco, 2 rappresentanti dell’associazione Laboratorio della Legalità enti operanti a Corleone che hanno deciso di costituire un laboritorio per sviluppare delle idee sul contesto della criminalità organizzata e sulla promozione della cultura della legalità, in particolare rappresentato dall’avvocato Mario Midulla e dalla dottoressa Mondello. Vi sono anche i rappresentanti della cooperativa Lavorare e non solo, una società cooperativa che gestisce i beni confiscati alla mafia di proprietà del comune di Corleone che ha aderito a questa iniziativa è destinata alla possibile creazione di contatti commerciali nel territorio elvetico.
Come si è svolta la visita, con chi avete preso contatti?
Noi abbiamo incontrato i nostri immigrati, e questo mi pare ovvio, il console generale d’Italia a Zurigo Fridegotto, i rappresentanti di Casa Sicilia, i rappresentanti dell’Associazione Unione Siciliani in Svizzera, i rappresentanti della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e adesso incontreremo i rappresentanti dell’istituto di cultura Italiana poiché crediamo che anche la cultura possa essere un mezzo di sviluppo dell’ immagine della città di Corleone, della Sicilia, che vuole liberarsi dalla Mafia e soprattutto recuperare il rapporto con i nostri compaesani e concittadini qui in Svizzera.
Cosa si aspetta da questa visita?
Mi aspetto intanto la possibilità per i nostri immigrati di avere la possibilità di un contatto con la terra di origine perché reputiamo che questi immigrati siano una risorsa anche per la Sicilia stessa. Poi vorremmo dare noi qualcosa ai nostri immigrati poiché reputiamo che il recupero delle tradizioni, dei contatti, del legame con la terra d’origine è un fatto importante, non solo dal punto di vista personale ma complessivo: per loro, che non vivono più in Italia, è un modo di tramandare ai loro figli di tramandare la storia dei loro padri e la cultura della loro terra. Poi dal punto di vista commerciale ci aspettiamo la possibilità di introdurre nel mercato elvetico i prodotti do nostra produzione quali vino, formaggi, salsa e conserve che non sono i soliti prodotti tipici siciliani ma hanno un valore aggiunto, rappresentato da una vitamina in più, la vitamina L cioè della LEGALITÀ perché sono prodotti provenienti dai beni confiscati alla mafia, dunque prodotti dei campi Riina, Provenzano, Badalamenta, che potrebbero essere immessi nel mercato svizzero sia per i loro proprietà organolettiche e per la loro bontà ma anche per questo significato e messaggio di legalità che hanno in sé.