Un bel sorriso è un’arma vincente, dà sicurezza ed aiuta nei rapporti con gli altri, per questo è importante difenderlo da ogni possibile attacco
Andare dal dentista, chissà perché, non è un piacere, forse anche a causa delle punture. Quando però non si tratta di tirare o curare un dente, ma di tenerlo pulito, allora, pur continuando a non essere un piacere, può divenire un po’ più sopportabile. Accade quando si va dal dentista per rimuovere il cosiddetto tartaro, che è una placca batterica mineralizzata che si forma nella bocca di quasi tutte le persone. La zona della bocca dove il tartaro si deposita maggiormente è la parte linguale dei denti inferiori e il motivo è evidente. In questa parte staziona la saliva, la cui secrezione avviene proprio sotto la lingua. I sali minerali della saliva possono formare cristalli a contatto con la superficie dei denti, specie quando questa è rugosa a causa della sua conformazione o a causa di screpolature dovute all’età. Ci sono persone che sono soggette più di altre al tartaro: ciò dipende dal tipo e dalla quantità di saliva nonché dalla rugosità dei denti. Questo ci fa capire come mai la formazione del tartaro può essere diversa nonostante varie persone eseguano allo stesso modo e con la stessa frequenza l’igiene dentale. Un altro fattore che incide sul deposito del tartaro è il disallineamento dei denti, questa condizione infatti rende più difficile l’azione dello spazzolino sui denti e quindi la rimozione del tartaro è meno profonda. Il tartaro può depositarsi sia al di fuori della gengiva e sia al suo interno, in quest’ultimo caso si parla di tartaro sottogengivale, che danneggia i tessuti parodontali, cioè l’osso, la gengiva e il cemento dentale. In poche parole, il tartaro sottogengivale rovina i tessuti che sostengono il dente. Quali sono i danni visibili? Innanzitutto, il tartaro porta all’arretramento della gengiva ed eventualmente dell’osso. Poi, siccome è ruvido e mineralizzato, favorisce l’adesione dei batteri, peggiorando la situazione igienica della bocca e quindi favorendo l’insorgenza della carie. Come si vede, il tartaro alla lunga può essere dannoso, oltre che brutto a vedersi in quanto toglie ai denti il loro splendore e la loro forma. La presenza del tartaro può anche comportare un’infiammazione della gengiva, che può iniziare a sanguinare e ad acquistare maggiore sensibilità. Il modo migliore per prevenire la formazione del tartaro è mantenere una scrupolosa igiene orale usando quotidianamente, oltre al dentifricio e allo spazzolino, anche il filo interdentale. Ma il tartaro non è il solo nemico dei nostri denti, bisogna difenderli anche dalla carie, dalla placca, dalle gengiviti, dalla piorrea. Oltre all’uso corretto degli strumenti per l’igiene orale, ci sono almeno altri tre interventi che ci aiutano a mantenere la bocca in buona salute. L’alimentazione: lo zucchero è il principale nemico dei denti in quanto viene trasformato dai batteri della placca in sostanze acide che intaccano lo smalto. È importante non solo ridurre la quantità di zucchero, ma anche la frequenza con cui viene assunto e il tempo che rimane a contatto con i denti. Un alimento zuccherino è molto più pericoloso per la salute dei denti se la sua consistenza è tale da aumentarne l’adesività. Dal momento però che non è pensabile rinunciare sempre al piacere dei dolci, basta eliminare soprattutto quelli tra un pasto e l’altro. La profilassi col fuoro: il fluoro rende lo smalto del dente più resistente all’attacco degli acidi che si formano dagli zuccheri e lo si può applicare anche localmente; anzi, secondo gli studi più recenti sembra essere proprio questa la modalità di applicazione più efficace in quanto il fluoro rimineralizza le incipienti lesioni cariose e impedisce l’attacco dei batteri allo smalto, riducendo così il potenziale cariogeno della placca. Per questo alcuni Paesi arricchiscono di fluoro l’acqua potabile. Dove questo non avviene, come in Italia, si ricorre ad una integrazione a base di sali di fluoro (es. Zymafluor). Il dentista: le visite dal dentista sono molto importanti e vanno fatte almeno due volte l’anno, a tutte le età. Controlli regolari permettono di scoprire tempestivamente carie, malformazioni e anomalie ortodontiche (denti storti) e di porvi rimedio prima possibile. Se lo ritiene necessario, il dentista può anche sigillare con apposite sostanze i solchi sulla superficie masticante dei primi molari permanenti, dove più facilmente si annida la placca e da dove è più difficile rimuoverla. La cura dei denti va intensificata quando si è più esposti al rischio di carie: per esempio, durante la gravidanza o in caso di particolari malattie come il diabete.
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