La Grecia gioca la carta Lucas Papademos alla guida di un nuovo governo di unità nazionale – in cui entra anche la destra con tre dicasteri – per uscire dalla ”difficile situazione”, mettendo in campo le misure chieste dall’Ue senza le quali le casse di Atene, in grado di reggere solo un mese, non riceveranno la nuova tranche di aiuti. A distanza di 22 anni (era il 1989) dal primo e brevissimo esperimento di governo di coalizione, tra Nea Dimocratia, di centro-destra, e i comunisti dell’allora Synaspismos, la Grecia ha di nuovo dato vita ad un nuovo governo di salvezza nazionale che vede alleati per la prima volta il socialista Pasok, dell’ex premier Giorgio Papandreou, con il partito di Antonis Samaras ed il contributo del piccolo partito di destra Laos cui è andato il ministero dei Trasporti (a Machis Voridis). I due vicepremier restano Evangelos Venizelos – che mantiene pure le Finanze – e Theodoros Pangalos, entrambi del Pasok. Ma i due ministeri ”pesanti” degli Esteri e della Difesa sono andati a Nea Dimocratia (rispettivamente a Stavros Dimas e a Dimitris Avramopoulos). In tutto il nuovo governo è composto da 49 persone tra ministri e sottosegretari, di cui quattro del Laos, sette di Nea Dimocratia e 38 del Pasok. Fatto il governo, tocca ora a Papademos, 64 anni e fama internazionale di grande economista, cercare di rimettere in sesto la Grecia, alle prese con una crisi senza precedenti e ormai al terzo anno di recessione. Con un tasso di disoccupazione – il dato ufficiale è stato diffuso stamani prima del giuramento del governo – che lo scorso agosto ha raggiunto il record del 18,4% (+6% su agosto 2010), con il totale dei disoccupati verso quota 1 milione. Tutti concordano che il compito più urgente di Papademos sarà quello di ricostruire quei legami di fiducia fra Atene e i suoi partner Ue, mandati in pezzi dalla infelice proposta avanzata da Papandreou di un referendum sul pacchetto di aiuti economici concordato al vertice europeo del 27 ottobre scorso. Il nuovo governo deve rassicurare sulla stabilità politica del Paese con un esecutivo capace di agire con decisione e attuare con urgenza tutte le misure necessarie per far uscire il Paese dalla crisi. Un raddrizzamento di rotta per garantire la concessione dall’Ue e dal Fmi dell’ultima tranche di otto miliardi necessaria per coprire gli interessi sui buoni del Tesoro greci che scadono a breve. Da ottenere al più presto anche perchè sono a rischio stipendi e pensioni: le casse dello Stato infatti basteranno sì e no fino alla metà di dicembre. Ma subito dopo, sempre sul fronte internazionale, il neo-premier si dovrà impegnare nei negoziati per il prossimo pacchetto di aiuti da 130 miliardi concordato a Bruxelles ma da definire. Nel contempo, sul fronte interno e nella speranza di un appoggio del Parlamento, Papademos sarà occupato a portare avanti le iniziative già avviate da Papandreou come la riforma del sistema fiscale e le privatizzazioni delle aziende statali. Il nuovo governo farà ”il suo meglio” per superare la crisi, ha detto Papademos sottolineando che ”con l’unità di tutti, ci riusciremo”. ”Le condizioni della Grecia sono molto difficili”, ma il nuovo governo ”può portarla fuori da questa drammatica situazione”, gli ha fatto eco Venizelos. Reazioni positive degli industriali: è necessario ”riconquistare prestigio e fiducia, creare i presupposti per ristrutturare l’economia e migliorare la vita dei cittadini”, ha detto Dimitris Daskalopoulos, presidente dell’Associazione Imprese e Industrie Seb.
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