«So che è un Natale difficile, ma auguri. Non dimenticate mai gli immigrati e chi vive in difficoltà»
”So che e’ un Natale difficile, ma auguro a tutti Buon Natale”. Si intravede chiara e netta la crisi sullo sfondo delle parole pronunciate dal Papa all’uscita della parrocchia romana scelta per la tradizionale messa d’Avvento del Pontefice, a Casal Boccone, periferia nord ovest della Capitale nella chiesa di S.Maria delle Grazie. Al termine della messa Benedetto XVI è uscito sul sagrato dove erano assiepati i fedeli, e prima di salire in auto non si è limitato a stringere qualche mano, ad accarezzare qualche neonato, ma si è anche soffermato a parlare. Un gesto forse un po’ inaspettato. ”Non pensate solo alle cose da comprare – ha detto – ma andate anche incontro al Signore. Buon Natale a tutti!”. In mezzo alla gente, non ha mai pronunciato la parola crisi, ma lo ha fatto Lo fara’ poco dopo, rientrato in Vaticano per l’Angelus, affacciato su piazza S.Pietro. ”L’ambiente esterno propone i consueti messaggi di tipo di commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica”. Ma proprio da questo momento difficile deve arrivare la spinta a ”non lasciarsi distrarre dalle luci” degli addobbi, e riscoprire ”la vera gioia”. Una riflessione strettamente legata a quella fatta nella parrocchia romana, dove ha parlato di ”città che oggi, spesso, sembrano un deserto”, e ha invitato a ”portare la luce nel nostro tempo”, superando ”i limiti dell’individualismo, della chiusura in se stessi, il fascino del relativismo”, rifuggendo ”prospettive di appagamento facili, ma illusorie”. L’invito rivolto alla comunità è soprattutto quello a non abbandonare mai la solidarietà concreta. ”Avete visto giungere molte persone in difficoltà e in situazioni di disagio, che hanno bisogno di voi, del vostro aiuto materiale, ma anche e soprattutto della vostra fede”, ha detto il Papa. Il pensiero va agli stranieri. Gli immigrati non sono pochi in questa zona di Roma, ma questa è soprattutto una realtà costituita da tanti giovani famiglie e quindi, anche da tanti ragazzi. ”Carissimi ragazzi, ragazze e giovani che mi ascoltate”, ”l’oggi e il domani della storia e il futuro della fede sono affidati in modo particolare a voi”, è stato l’incoraggiamento rivolto loro nell’omelia.