Le bollicine stravincono ancora sullo champagne, con oltre 85 milioni di tappi “nostrani” fatti saltare in aria per i brindisi delle festività
Le feste natalizie hanno visto la riscossa dello spumante e del vino “made in Italy”. Si stima siano state stappate circa 165 milioni di bottiglie, il 90 per cento di produzione nazionale. Le bollicine stravincono ancora sullo champagne, con oltre 85 milioni di tappi “nostrani” fatti saltare in aria per i brindisi delle festività. Anche i vini italiani l’hanno fatta da padrone sulle tavole natalizie, con quasi 80 milioni di rossi e bianchi acquistati per accompagnare i piatti della migliore tradizione culinaria. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in base alle rilevazioni compiute nei giorni scorsi sugli acquisti degli italiani. Ma se le famiglie non hanno lesinato sulle quantità – spiega la Cia – sono state però molto più attente al prezzo. Complice la crisi economica e la stangata della manovra, nelle festività si è accorciato il budget per le bevande e ci si è orientati verso etichette un po’ più economiche. Nel dettaglio, per una bottiglia di spumante si sono spesi mediamente tra i 5 e i 12 euro, mentre per il vino è stata privilegiata la fascia compresa tra i 3 e i 7 euro, con una spesa complessiva rilevata intorno ai 722 milioni di euro per le “bollicine” e ai 400 milioni di euro per il vino, in leggero calo (-1 per cento) rispetto al 2010. “In particolare – continua la Cia – per quanto riguarda lo spumante, ben il 66 per cento delle bollicine è stato stappato a casa in famiglia, contro il 34 per cento rappresentato da locali e veglioni. E a prevalere nei gusti degli italiani è stato lo spumante dolce (58 per cento delle preferenze), seguito da quelli secchi e “brut” (37 per cento). Lo champagne ha raccolto solo il 5 per cento delle preferenze: vuol dire che solamente un italiano su venti ha scelto il “made in France” invece delle bollicine tricolori.
Bollicine che non soltanto fanno il “boom” sui mercati esteri (+24 per cento), ma crescono anche in patria (+2 per cento), in netta controtendenza rispetto all’andamento dei consumi interni. Consumi che proprio nel periodo tra Natale e l’Epifania hanno il loro picco record: infatti, ben il 70 per cento degli acquisti di spumante avviene nei 25 giorni compresi tra il 10 dicembre e il 6 gennaio. Quanto al vino – sottolinea la Cia – anche quest’anno i rossi sono stati preferiti ai bianchi, con un rapporto di 4 su 5. Una tendenza, questa, che si consolida nel periodo invernale e raggiunge il suo apice proprio durante le feste natalizie. La scelta degli italiani è caduta soprattutto sulle produzioni etichettate, ma con un buon rapporto qualità-prezzo (71 per cento), senza esagerazioni e lussi sfrenati. Ma il vino ha vinto nelle feste anche come regalo per amici e parenti: nell’85 per cento dei “pacchi-dono” vi era infatti una o più bottiglie di vino a denominazione d’origine. Gli italiani hanno acquistato in più per Natale prodotti alimentari Made in Italy per un valore di 2,2 miliardi di euro da consumare per se stessi o da regalare agli altri, anche con i tradizionali cesti colorati da porre sotto l’albero. È quanto ha stimato la Coldiretti in occasione dell’ultimo weekend di shopping natalizio. La spinta verso regali utili ha premiato inoltre l’enogastronomia, anche per l’affermarsi di uno stile di vita che riduce gli eccessi e gli sprechi ma è attento alla qualità e alla sicurezza dell’alimentazione. Complessivamente – sottolinea la Coldiretti – la spesa alimentare aggiuntiva degli italiani per le festività di Natale è stata pari a 138 euro per famiglia, sostanzialmente stabile rispetto al 2010 (-1 per cento), secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dell’indagine “Xmas Survey 2011” di Deloitte. Sono cambiate però – continua la Coldiretti – le modalità di acquisto con ben l’84 per cento degli italiani che ha frenato i propri impulsi alla ricerca del miglior rapporto prezzo-qualità dei prodotti e dei punti vendita. Di fatto si sono allungati i tempi sia per la ricerca dei regali che per la scelta dei prodotti da utilizzare per imbandire i tradizionali cenoni. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stata un’ottimizzazione della spesa con la rinuncia alle mode esterofile del passato pagate a caro prezzo come champagne, caviale, ostriche, salmone o ciliegie e pesche fuori stagione, ed un aumento dei prodotti Made in Italy magari a chilometri zero o biologici. Quasi tre italiani su quattro (73 per cento) per il Natale 2011 – continua la Coldiretti – hanno acquistato prodotti Made in Italy mostrando un livello di patriottismo molto più elevato della media dei cittadini europei che solo nel 60 per cento dei casi hanno lo stesso obiettivo di sostegno al proprio Paese. E addirittura il 33 per cento degli italiani ha regalato prodotti alimentari locali a chilometri zero e il 28 per cento prodotti biologici.