Pronte le celebrazioni del 25esimo anniversario dal crollo del muro di Berlino, ma in Germania, Est e Ovest ancora distanti
Una delle immagini simbolo della fine dell’era del Muro di Berlino fu scattata 25 anni fa, il 30 settembre 1989, a Praga. Vi si vede l’allora ministro degli Esteri di Bonn, Hans Dietrich Genscher, sul balcone dell’ambasciata tedesca nella capitale cecoslovacca pronto a rivolgersi alle migliaia di profughi tedesco orientali che da settimane vivevano ammassati nella sede diplomatica aspettando il via libera per andare ad ovest.
Genscher – giunto a Praga da New York, dove aveva trattato con i ministri degli Esteri sovietico, tedesco orientale e cecoslovacco la fuoriuscita dei rifugiati – non riuscì a finire la frase che pronunciò. Disse: “Cari compatrioti tedeschi, siamo venuti da voi questa notte per dirvi che la vostra partenza….”. La gente capì. Ci fu un’enorme esplosione di gioia. Pochi minuti più tardi, le agenzie di stampa dello stato tedesco orientale riportarono una dichiarazione del ministero degli Esteri di Berlino est secondo cui per motivi umanitari il governo aveva deciso di espellere la gente che occupava illegalmente le ambasciate della Rft. Quella stessa sera, il primo treno lasciò Praga: le autorità della Germania est avevano acconsentito a far raggiungere ai convogli la città bavarese di Hof, attraverso il territorio tedesco orientale. Altri quattro treni partirono ad intervalli di due ore l’uno dall’altro. Il primo ottobre a Hof arrivarono in totale circa 6mila persone. Tutte senza passaporto: gli ufficiali tedesco orientali li avevano sequestrati a bordo dei treni. Il Muro cadde sei settimane più tardi. “La riunificazione è stato un capolavoro storico”. Ad affermarlo è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel partecipando – ad Hannover, davanti a 1.500 invitati ed autorità, tra cui il presidente Joachim Gauck e l’ex cancelliere Gerhard Schroeder – ad una cerimonia per l’anniversario della riunificazione della Germania. La cancelliera ha reso omaggio ai cittadini della Germania comunista che manifestarono contro il Muro di Berlino contribuendo alla sua caduta, il 9 novembre del 1989, primo passo per la riunificazione del Paese, il 3 ottobre del 1990. “Senza il valore di questi cittadini, senza la pressione che esercitarono il Muro non sarebbe caduto”, ha detto Merkel.
L’organizzazione responsabile della stesura e l’attuazione del programma principale della celebrazione è Kulturprojekte Berlin GmbH, affiancata dalla Robert-Havemann Gesellschaft, che è invece incaricata di curare una sorta di mostra a cielo aperto, costituita da centinaia di Gedenkmodulen (“moduli commemorativi”) disposti lungo la linea del Muro. Il cuore del progetto è costituito dal famoso muro di palloncini luminosi (“famoso” almeno nella misura in cui ne si vociferava da tempo), che verranno installati lungo l’ex confine tra il Bösebrücke su Bornholmer Straße e l’Oberbaumbrücke, passando per Mauerpark, Porta di Brandeburgo, Checkpoint Charlie, per una lunghezza complessiva di oltre 15 chilometri. I palloncini rischiareranno Berlino per tutto il weekend e verranno infine liberati al tramonto del 9. Il programma prevede inoltre altri punti come mostre, interventi musicali etc.
Ancora distanza tra la Germania occidentale e orientale
Venticinque anni non sono bastati a colmare la distanza economica che separa la parte occidentale e quella orientale della Germania. Questa la realtà fotografata dal rapporto annuale del governo tedesco sulla situazione economica nel Paese dalla riunificazione del 3 ottobre 1990, data conclusiva del processo iniziato con la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989. Diverse anche le percezioni nelle due regioni della Germania: i cittadini della ex Repubblica Democratica Tedesca (RDT) giudicano più positivamente gli eventi che a partire dal 9 novembre 1989 cambiarono il corso della storia del Paese di quanto non facciano i loro connazionali occidentali. “Il processo di ripresa economica dell’est è stato molto lento negli ultimi anni”, ha spiegato la responsabile del governo di Berlino per le regioni orientali, Iris Gleicke. “Malgrado la convergenza degli standard di vita tra est e ovest sia stata un successo esiste un divario economico e nel mercato del lavoro”.
La forza economica degli stati orientali della Germania resta inferiore di un terzo rispetto al livello registrato ad ovest ed esiste una chiara differenza tra gettiti fiscali (937 Euro pro capite ad est, circa il doppio ad ovest) e tasso di disoccupazione, salito al 10,3 % nel 2013 ad est, ancora nettamente superiore a quello del 6% dell’ovest anche se il più basso finora registrato. Le differenze non si limitano al piano economico, ma riguardano anche il giudizio espresso da una parte e dall’altra sul processo di riunificazione: positivo nel 75% dei casi ad est, solo nel 48% ad ovest secondo un sondaggio recente. Per un quarto dei tedeschi dell’ovest si è trattato perlopiù di un inconveniente, un giudizio condiviso dal 15% dei loro connazionali ad est. Nella ex Repubblica democratica tedesca, i più positivi sono stati i giovani di meno di 29 anni. Per il 96% di loro, la riunificazione è stata soprattutto un vantaggio. Pensiero condiviso dal 66% dei loro coetanei ad ovest. Resta, per una parte dei mille tedeschi di età superiore ai 14 anni interpellati per il sondaggio Infratest Dimap, un sentimento di nostalgia rispetto ad alcune cose perse con la fine della Repubblica Democratica tedesca: oltre i tre quarti degli interpellati tra i cittadini della ex Rdt sostengono che il sistema scolastico è peggiorato dopo la riunificazione. Tra gli altri punti di forza del regime comunista vengono citati anche il sistema sanitario, il welfare e la parità uomo-donna.