Dalle Dolomiti alle isole sarde, dalm useo di Villa Giulia a Porta Portese da palazzo dei Normanni a Palermo al Castello di Vigevano quasi pronto l’elenco dei beni trasferibili agli enti locali
Dal Museo di Villa Giulia a Roma alla sede di Ingegneria della Sapienza a San Pietro in Vincoli, dall’ex Forte Sant’Erasmo a Venezia (che vale intorno a 7 milioni di euro) al faro di Ponza, sono tante le ‘perle’ del demanio statale trasferibili agli enti locali in base al federalismo demaniale.
I territori avranno a fine luglio a disposizione l’elenco ufficiale e aggiornato dell’agenzia del demanio, diretta da Maurizio Prato, che ha però già messo a punto una “lista provvisoria”, dei beni a disposizione, che i governatori delle Regioni o i sindaci potranno cominciare a studiare per vedere se vi sono beni interessanti.
I beni presenti nella lista provvisoria e quindi già ‘inventariati’ valgono oltre 3 miliardi di euro (3.087.612.747): si tratta di 9 mila immobili, chilometri di spiagge, centinaia di miniere, fiumi e laghi (dati, questi, solo in concessione). Un numero importante di fabbricati, terreni edificabili, agricoli e appartamenti, che i territori avranno il compito di valorizzare, ma anche, eventualmente, ‘alienare’ a patto che le maggiori entrate vadano a riduzione del debito locale e, per il 25%, residuo di quello pubblico.
Accanto ad ogni “bene” viene indicato un ‘valore di inventario’, che ammonta come detto a poco più di tre miliardi; in lista ci sono 11.009 schede per un totale di 19.005 cespiti. Nella lista messa a punto fino ad adesso spiccano anche pezzi di monti, anche se il demanio resta comunque ‘inalienabile’, ed ex caserme e isole come quella di Santo Stefano vicino a Ventotene.
Ecco, in sintesi, alcuni dei ‘gioielli’ disponibili.
Nell’elenco del patrimonio romano e laziale disponibile spicca il Museo di Villa Giulia nel quale si trova il famoso sarcofago etrusco con i due sposi; alcuni vecchi immobili di Porta Portese, famosa ormai nel mondo per il celebre mercatino romano; la sede della facoltà di Ingegneria della Sapienza di San Pietro in Vincoli, un immobile che vale oltre 22 milioni e mezzo di euro, in pieno centro a Piazza delle Coppelle, ‘in uso al Senato’ e persino il Nuovo Cinema Sacher di Nanni Moretti, stimato 4 milioni e mezzo di euro. E ancora l’intera area dell’Idroscalo di Ostia (valore stimato quasi 7 milioni di euro) dove Pier Paolo Pasolini trovò la morte, l’ex Forte Ardeatino e l’area della Villa Gregoriana a Tivoli.
Tra i pezzi più pregiati figurano quelli storici come la Cittadella di Alessandria, il Palazzo dei Normanni a Palermo, la Rocca di Scandiano o il Castello di Vigevano.
A disposizione degli enti locali l’‘antico semaforo della guardia’, ovvero il faro di Ponza, ma anche quello di Mattinata sul Gargano e il faro di Spignon a Venezia, oltre a quello di Punta Palascia a Otranto. Tra i beni del patrimonio disponibile ci sono anche alcune piazze, come la Piazza d’Armi all’Aquila e la ex Piazza d’Armi a Reggio Calabria.
In centro a Bologna alienabile l’ex convento della Carità (330 mila euro), mentre a Trieste è disponibile l’Archivio di Stato (i quasi 5 milioni di euro). Per Genova la lista comprende l’ex cinta fortilizia detta ‘Mura degli angeli’.
Tra i tesori del federalismo demaniale anche pezzi di Dolomiti, dalle Tofane al Sorapis alla Croda Rossa al Monte Cristallo.
Tra le isole che possono essere devolute quella di Santo Stefano vicino a Ventotene, terreni nell’isola dell’Unione di Chioggia e in quella di Sant’Angelo delle Polveri a Venezia e un complesso di aree dell’isola di Palmaria vicino a Portovenere.
Entro il 20 di agosto le amministrazioni centrali dovranno indicare i beni in uso che intendono conservare. Passati altri tre mesi – entro il 20 di novembre – il governo pubblicherà l’elenco dei beni effettivamente cedibili. A questo punto Regioni e Comuni avranno a disposizione due mesi per fare richiesta spiegando però cosa intendono fare dei beni. Se tutto va bene dopo altri 60 giorni arriveranno i decreti per il passaggio di proprietà: l’operazione dovrebbe dunque terminare entro fine marzo del prossimo anno.
Immancabili le polemiche: se il governatore del Veneto, Luca Zaia, ritiene il federalismo demaniale “una cosa giusta”, nelle file dell’opposizione si sono registrati dei dissensi, come quello del portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, che ritiene che “dietro questa alienazione di beni si nasconde la più grande operazione edilizia ed immobiliare della storia della Repubblica italiana”.