Una ricerca pubblicata su The Lancet, prestigiosa rivista scientifica inglese
Su The Lancet, prestigiosa rivista scientifica, è stata pubblicata una ricerca che risponde alla domanda: a che età si diventa adulti? Oggi in molti Paesi del mondo allo scoccare dei diciotto anni di età, si diventa maggiorenni, cioè l’individuo è considerato in grado di vivere da solo, di gestirsi, di essere responsabile di sé, di intendere e di volere, di prendere decisioni, in una parola di organizzarsi da solo la propria vita. Non ha più bisogno della tutela dei genitori. Adulto equivale a maturo. Non potendo stabilire con esattezza a che età esattamente ciascun individuo diventa “maturo”, si sono stabiliti dei limiti che in genere sono i 18 anni. A quest’età è fissato il crinale della responsabilità (18 anni e un giorno) o della non responsabilità (un giorno meno di 18 anni) e quindi il divieto di fare determinate cose: divieto di bere e acquistare alcol, sigarette, eccetera. Va da sé che la maturità non coincide sempre e per tutti con i diciotto anni di età. Oggi l’età giuridica dei divieti si è ulteriormente abbassata. Una volta per votare per il Senato in Italia ci volevano 25 anni, 21 per la Camera. Ora i limiti si sono abbassarti ai 18 anni. Probabilmente in futuro scenderà ancora. Lo stesso dicasi per la patente, per quella del motorino bastano 16 anni e magari in alcuni Paesi di 14 anni. Esiste la maturità sessuale, fissata in diversi Paesi a differenti età, per cui accade che se un adulto ha un rapporto sessuale con una minorenne, rischia di brutto; se due minorenni hanno tra loro rapporti sessuali consenzienti, non succede nulla, anzi, sta diventando la normalità.
Poi, bisogna mettersi d’accordo sul significato di maturità. Si può avere 40 anni e non essere maturi, ci sono persone che commettono sciocchezze a 80 anni. L’ottantenne che lascia la moglie e figli e se ne va con la ventenne badante ucraina (o rumena o italiana, non ha importanza la nazionalità) è maturo? Non sempre, come si vede, adulto equivale ad essere anche maturo. La maturità (o l’immaturità) va riferita a determinati periodi, circostanze, situazioni. Vale l’esempio di chi perde la testa per una ventenne, ma anche per chi commette una sciocchezza che normalmente non commetterebbe mai e la causa immediata può essere la rabbia, la passionalità, la gelosia, un attacco d’invidia. Insomma, è difficile stabilire l’età in cui si passa dalla immaturità alla maturità. C’entrano anche la disposizione verso determinati temi. Un artista, ad esempio, può creare un’opera d’arte a 20 anni: ha raggiunto la maturità artistica o si tratta semplicemente di un momento d’ispirazione. Si sa, ad esempio, che in determinati sport la maturità coincide con la fase dell’adolescenza o della prima giovinezza, dopo si è già “anziani”. Ebbene, ecco la risposta che i ricercatori hanno pubblicato su The Lancet: il nostro cervello non si sviluppa del tutto fino all’età di ventiquattro anni; solo dopo quest’età possiamo ragionevolmente ritenere di potere essere entrati nell’età adulta, quindi di essere considerati anche maturi. La maturità, d’altra parte, subentra quando il cervello è sufficientemente attrezzato per valutare appieno le conseguenze dei comportamenti. Ecco perché gli adolescenti in genere sottovalutano i rischi che provengono dalla droga, dal fumo, dall’alcol, e in genere da atti ed atteggiamenti che possono portare conseguenze negative e spesso irrimediabili. Dunque, maturità fa rima con sviluppo del cervello e delle sua capacità, le quali, però, sono condizionate da una miriade di varianti, per cui anche ad un’età normalmente considerata adulta e matura si possono commettere delle sciocchezze.