Stig Elling e Steen Andersen si sono sposati in una chiesa luterana che raggruppa la quasi totalità (l’80%) dei danesi
A Copenaghen si sono sposati Stig Elling e Steen Andersen, due gay. Si dirà che non è una novità, ed è vero, ma la notizia non è proprio questa. E’ che i due gay si sono sposati in chiesa, con tanto di benedizione del prete, ed è la prima volta in Danimarca. Per la cronaca, diciamo che si è trattato di una comune cerimonia, con tanto di abito, parrucchiere, trucco nella fase preparatoria. In chiesa, poi, c’è stata l’entrata, i fiori, il rito, il “sì”, il bacio, la firma, il lancio del riso al momento dell’uscita. Sposi emozionati tra parenti allegri.
Dal punto di vista politico, ciò è stato permesso grazie ad una legge presentata ed approvata dai socialdemocratici al potere che stabilisce, appunto, che anche le coppie gay possono sposarsi in chiesa. Un’unica clausola sull’obiezione di coscienza: nessun pastore potrà essere obbligato. La legge, però, dà ai pastori stessi la cornice giuridica perché possano celebrare il matrimonio. Va detto che in Danimarca la chiesa di cui parliamo è quella luterana evangelica, che come tutte le chiese protestanti assume come norma di condotta su questa materia non il testo dei Vangeli (dove a nostra conoscenza non si fa menzione di matrimoni tra omosessuali) ma la legge dello Stato. Così, mentre per la chiesa cattolica c’è una separazione tra matrimonio civile e matrimonio religioso, nel senso che una coppia si può sposare in Comune e basta, come si può sposare in Comune e in chiesa, per cui chi si sposa in chiesa una volta non può risposarsi una seconda volta, tranne in caso di annullamento del primo matrimonio, per quella luterana è diverso. Essi, evidentemente, delegano la regolazione della materia alla legge civile, per cui possono sposarsi e divorziare tutte le volte che vogliono.
Nella stessa Danimarca, comunque, la chiesa cattolica non è obbligata a celebrare nozze gay, come non lo sono i singoli pastori luterani, i quali, comunque, se vogliono, possono farlo proprio per i motivi citati.
La legge è passata con 85 voti favorevoli e 24 contrari, ma va detto che il Partito popolare danese, minoranza, non ha votato ed ha promesso, insieme al Partito cristiano democratico non rappresentato in Parlamento, di contestare la legge in giustizia con una class action promossa dai fedeli. Secondo un sondaggio condotto dall’ex deputato del cristiano-democratici, Oerum Joergensen, dei 4 milioni e mezzo di cittadini luterani (circa l’80% della popolazione), circa 440 mila potrebbero uscire dalla chiesa luterana in conseguenza della nuova legge. In Svezia dal 2009 esiste una legge che consente alle coppie dello stesso sesso di scegliere se unirci in matrimonio in Comune o in chiesa e va da sé che la chiesa è quella d’appartenenza, purché accetti il matrimonio tra gay.
Come si ricorderà, anche in Inghilterra il premier David Cameron è favorevole al matrimonio gay in chiesa. Lì la Chiesa è quella anglicana, che non è come quella luterana che accetta automaticamente le leggi dello Stato in materia. L’arcivescovo di Canterbury, il capo della chiesa anglicana, è nominato dalla regina, che formalmente è il capo della religione. Ebbene, la chiesa anglicana è contraria alle nozze gay e non permette il matrimonio tra gay in chiesa, per cui nel caso in cui la legge obblighi il sacerdote a celebrare il matrimonio tra gay, ci saranno, secondo quanto è stato annunciato, conseguenze sul piano dei rapporti tra Stato e Chiesa. In sostanza, potrebbe esserci l’uscita in massa dagli anglicani e un’adesione alla chiesa cattolica.