La storia che stiamo per raccontare non è una cronaca del tutto recente, ma gli epiloghi arrivano fino ai nostri giorni.
È la storia di una donna, Erminia Pane, che è nata cieca da un occhio e che – sono sue parole – era “atea, disperata e partecipava alle sedute spiritiche”.
Napoletana d’origine, ha sessantotto anni e vive a Milano da molti anni. Si è sposata, ha avuto una figlia, e poi è rimasta vedova. Ha lavorato come vigilante in un supermarket, fino a quando, nel 1977, ebbe una paresi ad un braccio, ad una gamba e ad una palpebra, diventanto del tutto cieca.
Cinque anni dopo entrò in ospedale per essere operata alla palpebra che non si muoveva più. I medici fissarono l’operazione, ma la donna, poco prima dell’intervento, sola in camera, si chiuse in bagno per fumare una sigaretta. Ed è allora che accadde ciò che Erminia non avrebbe mai creduto che potesse succedere.
Ecco il suo racconto: “Sentii aprire la porta e un fruscio di vesti, mi tirai su la palpebra con la mano e vidi una signora vestita di bianco, con la testa coperta”. La donna le dice di essere la Madonna di Lourdes e conclude: “Voglio che tu vada in pellegrinaggio a piedi scalzi e con tanta fede. Per adesso non dire niente a nessuno di questo nostro incontro, parlerai di me solo al tuo ritorno”.
Una visione del genere non lascia indifferenti nessuno e nemmeno Erminia fu la stessa di prima. Chiamò i medici e disse loro che non voleva più fare l’operazione, che sarebbe andata a Lourdes e che sicuramente sarebbe guarita. I chirurghi ci risero sopra, cercarono di dissuaderla, le consigliarono di “non credere alla befana a 40 anni di età”, ma lei fu irremovibile. Fu così che Erminia Pane, allora quarantenne con una pensione Inps, ora di 800 euro tra contributi lavorativi ed invalidità, si mise in viaggio con sua madre alla volta di Lourdes, dove, appena arrivata, entrò scalza nel santuario, s’inginocchiò nella grotta e si bagnò con l’acqua della fontana. A questo punto il miracolo.
Erminia Pane proprio con l’occhio destro, quello cieco dalla nascita, vede la figura della “Signora” che le si era presentata in ospedale e che l’aveva invitata a fare il pellegrinaggio; all’occhio sinistro, quello accecato dalla rigidità della palpebra, la paralisi era scomparsa, come pure, sebbene in minor misura, era scomparsa alla gamba e al braccio.
Tutti questi fatti Erminia Pane li ha descritti in un libro di cui l’autore è Alcide Landini, un commercialista di Follonica conosciuto a Lourdes e rimasto colpito dalla sua storia. Il libro, pubblicato a suo spese presso una casa editrice locale, s’intitola “Erminia Pane, uno strumento al servizio di Dio”.
Dopo la guarigione miracolosa, Erminia ha cominciato a parlare di ciò che le era accaduto, esattamente come le aveva detto la signora della visione ed è a questo punto che la cronaca passata si confonde con l’attualità. Sì, perché lei, non ritenendosi più invalida, fa domanda di rinuncia all’invalidità, ma ecco la sorpresa. L’Inps gliela rifiuta: non crede alla guarigione di Erminia.
Di solito ci sono persone che fanno domanda di invalidità pur non essendo invalide e il bello è che ce ne sono tante che, pur non avendo nessuna menomazione, la pensione d’invalidità la ricevono e stanno zitti, felici, sani e contenti.
Erminia no, una volta guarita ha subito fatto la rinuncia, ma non è stata creduta.
Qualche tempo dopo superò anche una visita oculistica per ottenere la patente, ottenne il documento e iniziò a guidare senza problemi, ma l’Inps, insieme all’Unione Italiana Ciechi, continuava a respingere l’atto di rinuncia.
Per i medici dell’Inps Erminia era nata cieca e cieca sarebbe rimasta per sempre. Nel 1994 la Commissione del “Bureau Médical” di Lourdes riconosce il carattere miracoloso della guarigione, ma l’Inps – e siamo arrivati ai nostri giorni, quando la storia si è fatta cronaca – insiste: Erminia è cieca!
Sono diventati pazzi all’Inps?
In realtà non è proprio così. L’Inps si ostina a non credere all’interessata perché i medici hanno accertato che Erminia è tuttora priva di retina per cui non può vedere, dunque è invalida e non le si può ritirare la pensione d’invalidità. La donna, però, vede, proprio da quell’occhio cieco dalla nascita e privo di retina. Lo dice lei, non qualcun altro, e lo dice a ragion veduta, perché semplicemente ci vede, malgrado la retina non ci sia. Si mente per avere un vantaggio, non per rinunciarvi, come fa Erminia, ma nessuno le crede.
Questa è la storia di Erminia, la storia di una persona onesta che non vorrebbe avere ciò che non le spetta e invece è costretta a riceverlo perché c’è chi ai miracoli che sono diventati un fatto reale non crede.