In attesa non solo della conclusione delle discussioni bilaterali in corso fra il governo di Berna e quello di Bruxelles, ma anche dell’insediamento, a gennaio, del nuovo presidente degli Stati Uniti, la Camera di Commercio del Cantone Ticino ha presentato il suo rapporto previsionale sulla situazione economica della terza area economica del Paese: la regione svizzero-italofona a sud del Gottardo, un territorio di prossimità strategico per l’area industriale del nord Italia.
Precisiamolo subito: i risultati economici del 2024 in Ticino restano in linea con quelli delle altre regioni svizzere, confermando la solidità dell’economia cantonale nonostante le difficoltà geopolitiche internazionali.
In particolare, la fiducia verso il futuro, seppur moderata, persiste, accompagnata da una positiva capacità di investimento e da un mercato del lavoro stabile. Tuttavia, le sfide legate al commercio internazionale e alle relazioni con l’Unione Europea impongono anche alle aziende ticinesi una gestione attenta, mirata a preservarne la competitività.
Nel 2024, l’economia ticinese ha registrato risultati soddisfacenti, pur evidenziando un calo rispetto al 2023, soprattutto nel settore industriale, penalizzato dalla crisi economica tedesca e da un contesto internazionale caratterizzato da molteplici crisi.
Il settore dei servizi ha confermato la propria capacità di recupero: il 77% delle imprese ha riportato risultati positivi, a fronte del 67% delle aziende del settore industriale. Le prospettive per il 2025 prevedono una situazione analoga, con difficoltà che continueranno a interessare il settore secondario (industriale, delle costruzioni e tecnologico).
Nonostante le incertezze globali, nel 2024 gli investimenti sono rimasti stabili, coinvolgendo il 46% delle aziende, benché il comparto industriale abbia registrato una flessione. Per il 2025, la quota di aziende pronte a investire scende al 39%. L’autofinanziamento, invece, si è mantenuto stabile, con il 70% delle imprese che ha valutato positivamente il proprio margine. Questo rappresenta un segnale di fiducia verso il territorio e la capacità competitiva del Cantone.
Positiva anche la capacità di mantenimento della manodopera: il 59% delle imprese ha confermato gli effettivi, mentre il 21% ha registrato aumenti. Tuttavia, nel settore industriale si osserva una tendenza alla riduzione degli effettivi, conseguente a ristrutturazioni mirate. Le previsioni per il 2025 sono più ottimistiche: il 75% delle aziende prevede stabilità e solo l’8% stima riduzioni. Gli aumenti salariali hanno interessato il 66% delle imprese nel 2024.
Le imprese ticinesi, infine, riconoscono la necessità di consolidare la propria presenza sui principali mercati mondiali. Non a caso, continuano a guardare agli Stati Uniti, oltre che alla Cina e all’India, senza trascurare i Paesi dell’Unione Europea. Di conseguenza, il 79% delle imprese ticinesi impiega personale europeo, e il 60% si dichiara favorevole alla libera circolazione delle persone.
Tuttavia, il concreto raggiungimento di un nuovo regime di libero scambio, non solo commerciale ma anche relativo alla manodopera, dipende dagli Accordi Bilaterali III attualmente in corso di negoziazione tra la Svizzera e l’Unione Europea. Sebbene tali accordi siano accolti positivamente dal 39% delle aziende, una parte significativa dei settori economici resta incerta, in attesa di valutarne gli effetti pratici.
di Andreas Grandi