Contiamo il sesto vincitore in sei gare dall’inizio del mondiale 2012. Non era mai successo nei 63 anni di storia della Formula 1. Indizio di un equilibrio che cancella le gerarchie e costringe le scuderie e i politi a massimizzare le proprie risorse. Gara dopo gara, senza commettere errori. A Montecarlo è riuscito a Mark Webber su Red Bull. L’australiano è partito dalla pole ereditata da Michael Schumacher, retrocesso di cinque posizioni, e con un’ottima partenza ha difeso il primo posto tenendo dietro Rosberg. Poi nei settantotto giri, dove non è successo niente di spettacolare – non un sorpasso, non un brivido –, Webber ha mantenuto la prima posizione senza affanni. Unico rischio sarebbe stato la pioggia, che per sua fortuna è arrivata solo dopo la premiazione. Webber ha vinto il suo 8° Gran premio della carriera davanti a Rosberg e Alonso. Il ferrarista balza con il terzo posto in testa al mondiale piloti (78 punti), davanti alla coppia Red Bull (73). Trovare lo spagnolo in vetta fa gridare al miracolo, poiché la macchina messagli a disposizione dalla Ferrari dall’inizio è sì e no da quinta posizione. Alonso si è appropriato del proverbio “chi va piano, va sano e va lontano” per descrivere la sua strategia. In Costa Azzurra il pilota ha rischiato poco, marcando Hamilton e Vettel. Soltanto nel giro prima della sosta Alonso ha fatto un giro veloce, che gli ha permesso di superare Hamilton. Nel prossimo Gran premio in Canada si vedrà se la Ferrari è riuscita a recuperare in velocità rispetto alla concorrenza. Se la macchina, dopo i test di maggio, comincia a essere competitiva (affidabile lo è già) e Alonso resta impeccabile alla sua guida, ai ferraristi non è più proibito sognare.