Sensuale e ispirata al cantautore Renato Zero la nuova Haute Couture di Givenchy, in passerella a Parigi. Riccardo Tisci, il giovane stilista pugliese che da cinque anni, scalino dopo scalino, ha conquistato il mondo della moda con il suo indefesso lavoro creativo, è da sempre un fan del cantante italiano.
E con la sua collezione, Tisci, che festeggia il primo lustro alla guida della maison, riesce finalmente a essere davvero se stesso.
“Dopo 17 anni di perdite di bilancio – dice orgoglioso Tisci – Givenchy nel 2009 ha raggiunto il punto di pareggio e ora la maison è pronta a fare seri utili”.
Ma non è solo il risanamento economico che colpisce, è anche la ricollocazione di Givenchy tra gli astri del firmamento fashion.
Lo stilista ha festeggiato i cinque anni parigini con un cambiamento nell’immagine femminile da proporre alle clienti, partendo dall’erotismo francese del Lido e del Crazy Horse, passando per i profumi e le ciprie di un artista della bellezza come Serge Lutens, finendo con l’energia vitale della “Zeromania”, la passione che caratterizza tutti i fan di Renato Zero, perché Zero “é stato il Freddy Murphy italiano, il nostro David Bowie. Da questo interessante quanto bizzarro mix nato dalla fantasia del giovane stilista viene fuori una collezione decisamente innovativa: il tuxedo maschile con revers dipinti di vinile si accoppia con vestiti rigorosi e gonne super-romantiche. Sbuca una “oserie” molto francese: il reggiseno senza coppa che Tisci però vela con un pizzo. Gli abiti, un lusso esagerato di lavorazioni, sono dei “millefoglie”cipria con una tridimensionalità alla Capucci. I vestiti sono teatrali, ma è il teatro napoletano, è Pulcinella, che ispira tono e languore. Le gonne, per quanto doviziose e romantiche hanno sempre uno spacco inguinale. C’è la giacca Caviale in microperle di cristallo scuro, portata sulla larga tuta blu, ormai un capo iconico di Givenchy by Tisci, come i bermuda e i calzoni sarouel.
Ci sono i total look coloratissimi ricamati in paillettes blu o verdi, con disegni optical ela zeromania in passerella, fatta di giacche cortissime davanti e con lunga coda dietro.
Trucco colato e grandi cappelli come cerchi di plexiglass ad aureola intorno al viso perfino velato dal pizzo.
Non c’è l’abito da sposa bianco, ma solo perché quasi tutti i capi lo possono diventare: l’alta moda Givenchy è cresciuta nel 2009 del 22% e le nozze sono una parte importante del business.
Tisci dedica molto tempo alla creazione di abiti nuziali da favola, soprattutto nel mondo arabo dove “ci sono famiglie disposte a pagare 400-500 mila euro per vestiti che devono partire da un gioiello spettacolare – dono della suocera alla nuora – o dallo stile del palazzo appositamente costruito per l’occasione’’, spiega lo stilista.