La protezione al femminile, quando il preservativo è “rosa”
Per prevenire le malattie sessualmente trasmettibili è bene usare alcune regole fondamentali come igiene assoluto e sesso sicuro. Questo può essere assicurato solamente con l’uso della protezione adatta. Uno dei contraccettivi più utili in tal senso è senza dubbio il preservativo che l’uomo indossa prima del rapporto sessuali.
Non tutti sanno però che esiste il preservativo femminile. Cos’è, di cosa si tratta e come mai se ne parla così poco? Sicuramente siamo tutti più informati sul preservativo tradizionale, quello cioè utilizzato dall’uomo, ma quello femminile ha la stessa funzione di quello maschile. Partiamo subito dal presupposto che appunto il preservativo non è utile solamente a prevenire gravidanze indesiderate, ma soprattutto a prevenire alcune delle malattie sessualmente trasmettibili che potrebbero compromettere la nostra salute, prima fra tutte l’HIV/AIDS. Sul mercato ci sono molti tipi di contraccettivi che possono soddisfare le esigenze di tutti, seppure con dei limiti dovuti al tipo di precauzione, alle modalità di utilizzo e, in alcuni casi, agli effetti collaterali. Non tutti gli uomini però sono favorevoli all’uso del preservativo, in questo caso, se si è d’accordo, si può ricorrere al preservativo femminile o femidom. Anche se non è popolare come quello maschile, la sua creazione risale al 1993. Il prodotto si compone di tre parti: due anelli flessibili uniti insieme da una guaina di circa 17 cm; uno dei due anelli è ermeticamente chiuso all’estremità. Va usato una sola volta e può essere inserito in vagina anche alcune ore prima del rapporto, evitando in questo modo anche l’imbarazzante momento dell’interruzione del rapporto per inserire il preservativo nell’uomo. Inoltre, alla fine del rapporto non è necessario estrarlo subito.
L’anello interno (ermeticamente chiuso) va sospinto profondamente in vagina: questo si posizionerà naturalmente dietro l’osso pubico L’anello esterno – nell’estremità opposta – rimane aperto al di fuori della vagina, coprendo in parte i genitali. Questo tipo di profilattico, rispetto a quello maschile, è più resistente al calore e all’umidità, quindi è più facile conservarlo evitando il rischio di rottura durante il rapporto. Inoltre, assicura una maggiore sensibilità all’uomo durante il rapporto e per alcune coppie, aumenta il piacere sessuale grazie alla presenza dell’anello interno, che stimola i genitali di entrambi i partner. LA cosa più importante è che allo stesso modo di quello maschile garantisce la possibilità di proteggersi da malattie sessualmente trasmissibili. Anche il preservativo “rosa” può avere dei limiti: potrebbe rompersi, l’attrito durante il rapporto provoca un fruscio per alcuni fastidioso, ci vuole un po’ di esercizio per la donna prima di riuscire a metterlo adeguatamente. A parte il primo inconveniente (che comunque è analogo a quello maschile), gli altri sono facilmente superabili e soprattutto difronte alla consapevolezza che la donna, in fatto di protezione, non deve dipendere necessariamente dal partner, mentre per quanto riguarda le gravidanze non è obbligata a dipendere da contraccettivi ormonali. La dona è sempre più consapevole, più libera e meno dipendente verso una sessualità più sicura e protetta.
A volte non è influenza
A proposito di HIV/AIDS, l’ultima campagna LoveLife punta a mettere in evidenza alcuni sintomi importanti che possono essere confusi con una banale influenza ma che invece celano qualcosa di più. Poco tempo dopo il contagio dal virus HIV, la maggior parte delle persone presenta sintomi analoghi a quelli dell’influenza, da considerare seriamente vista l’elevata contagiosità durante le prime settimane dell’infezione. Se da un lato è raro non accorgersi di un’infezione da HIV, dall’altro i segnali sono spesso interpretati male. Nella maggior parte dei casi si avvertono sintomi simili a quelli che in parte caratterizzano l’influenza, quali ad esempio febbre, spossatezza, sudori notturni, rigonfiamento dei linfonodi, mal di gola, eruzioni cutanee. Pertanto, in presenza di sintomi influenzali al di fuori della stagione fredda e a una distanza di qualche giorno fino ad alcune settimane da un rapporto sessuale non protetto, si raccomanda di rivolgersi immediatamente a un medico, che durante la visita dovrà essere informato del rapporto sessuale non protetto. In tal modo potrà procedere al test HIV, per diagnosticare subito un’eventuale infezione, anche se nel sangue non viene ancora constatata la presenza di anticorpi.