Forse ci sbagliamo, ma mentre nelle città dei Paesi del Nord Europa nessuno si lamenta dell’inquinamento dell’aria, a Milano, invece, e in genere nelle città dell’Italia del Nord, ci sono state nei giorni scorsi manifestazioni di protesta perché, seppure di poco, dopo una ventina di giorni di freddo asciutto si sono superati i limiti di Pm10. Il Comune di Milano, come tanti altri Comuni delle Regioni settentrionali, ha proibito il traffico, chi per domenica, chi per giovedì.
Se le condizioni atmosferiche non cambieranno, se cioè non pioverà o nevicherà o non tirerà vento, è probabile che le giornate senza traffico si ripeteranno, ma la domanda che gli esperti si pongono è: serve a qualcosa? La risposta è che non serve quasi a nulla.
Secondo indagini scientifiche condotte dall’Istat e che riguardano il periodo che va dal 1990 al 2005, l’aria è molto più salubre di prima. Addirittura, su dieci indicatori che misurano il livello di inquinamento dell’aria, 7 su dieci sono notevolmente diminuiti e solo tre o sono aumentati o non sono diminuiti, per cui, complessivamente si dice, appunto, che l’aria oggi è migliore di una volta. Questi risultati sono tanto più interessanti in quanto proprio nel corso del periodo (15 anni) messo sotto osservazione le auto sono aumentate. Se, dunque, le auto sono aumentate e l’aria è più pulita di quando ce n’erano di meno, allora la conclusione è una: i gas di scarico delle auto non fanno certo bene alla respirazione, ma non sono la causa dell’inquinamento dell’aria.
L’oncologo Umberto Veronesi ha dichiarato che provocano più tumori, in ragione del 30%, i cibi che mangiamo che l’inquinamento atmosferico, che incide per un massimo del 4%. Se questo è vero – e non crediamo che Veronesi parli a caso – significa che si vuole affrontare un problema serio con soluzioni mediaticamente appaganti ma dagli effetti pressoché nulli.
Potremmo imitare i cinesi che riescono a provocare la pioggia a comando bombardando le nuvole con lo ioduro d’argento, ma il problema dell’inquinamento dell’aria continuerebbe a non essere risolto. La verità è che l’inquinamento dell’aria cresce nei mesi freddi e questo vuol dire che la causa principale non sono i gas di scarico delle auto, ma le caldaie dei cittadini che nel periodo invernale vanno a tutto regime.
Se è vero che l’aria oggi è più pura di una volta, qualcuno potrebbe chiedersi come ciò sia possibile, visto che anche le caldaie, fonti di inquinamento, sono aumentate. La risposta è una e semplice: sono aumentate le caldaie ma sono migliori rispetto a prima e più controllate.
Ecco il punto: per contrastare l’inquinamento si può anche bloccare il traffico, ma ciò che è utile davvero sono i controlli sulle caldaie, sulle auto, sulle fabbriche e sulle altre fonti d’inquinamento. Anche in Italia negli ultimi anni sono stati introdotti test periodici ed obbligatori sulle caldaie, sulle auto, eccetera, ma molto resta ancora da fare, sia perché i limiti sono più alti che altrove, sia perché i controlli spesso sono solo pro forma.