Un modo inusuale, e molto attraente, di scoprire l’isola
Voglia di scoprire la Sardegna più remota, quella meno famosa e sconosciuta ai più ma tanto decantata dai viaggiatori più curiosi che ne hanno visitato anche gli anfratti più remoti? Nessun problema, il 23 aprile riparte il Trenino Verde, il servizio turistico di trasporto su ferrovia a scartamento ridotto, a bordo del quale avventurarsi nella scoperta dell’entroterra dell’isola, tra scenari naturalistici che per la loro bellezza furono citati dal poeta David H. Lawrence: “E’ una strana ferrovia. Mi piacerebbe sapere chi l’ha costruita. Sfreccia su per le colline e giù per le valli e attorno a curve improvvise con la massima noncuranza”, scrisse infatti il celebre scrittore nel racconto delle sue esperienze di viaggio in Sardegna.
E in effetti, l’esperienza di un viaggio col trenino verde per un turista è davvero indimenticabile: a bordo di una locomotiva a vapore che risale ad oltre un secolo fa, ci si arrampica su ripidi costoni lungo un percorso difficoltoso che regala immagini uniche di una Sardegna nascosta attraverso un territorio ricco di vegetazione tra rupi a strapiombo, vallate selvagge, boschi secolari , montagne di granito, ricche foreste che nascondono mufloni, cinghiali, volpi e altri esemplari caratteristici della Sardegna, profonde gole e superbi ponti, un paesaggio rimasto quasi immutabile negli anni e raggiungibile solo con la ferrovia. La rete si sviluppa per oltre 600 km, percorrendo e collegando tra loro quasi tutte le regioni geografiche della Sardegna. Le linee turistiche aperte al traffico del Trenino sono complessivamente quattro.
Nel 2016 alcune sono state sospese per lavori di messa in sicurezza, ma adesso sono di nuove tutte attive. Il primo percorso si snoda per 159 Km coprendo la tratta Mandas-Arbatax, la linea turistica più lunga d’Italia che attraversa i boschi del Gennargentu passando per il Lago Flumendosa per raggiunge infine i panorami dell’Ogliastra fino ad Arbatax. La linea Isili (Mandas) – Sorgono, lunga 83 km, passa per il versante ovest del Gennargentu, con vere e proprie serpentine e arrampicamenti tra macchia mediterranea, vallate e altipiani, superandoli grazie ad autentiche opere d’arte di ingegneria ferroviaria, come i numerosi viadotti e le lunghe gallerie, mentre la Macomer – Bosa, 46 km, estremamente panoramica, percorre l’altopiano di Campeda per proseguire verso ovest in provincia di Oristano, fino alla foce del fiume Temo.
Infine la linea Sassari – Tempio – Palau, lunga 151 km, detta anche la linea dei due mari perché oltre Sassari prosegue fino ad Alghero, unendo la Riviera del Corallo alla Costa Smeralda e al mare di fronte a La Maddalena. La linea ferroviaria oggi attraversata dal Trenino verde nasce da un progetto di Cavour reso poi esecutivo dalla legge Depretis nel 1879, che finanziava l’installazione dei treni a scarto ridotto (binario 0,95 cm) per essere impiegati per lo sviluppo politico-economico dell’industria siderurgica e del legname.
Successivamente questo mezzo di locomozione fu usato per collegare le coste al centro dell’isola dando uno aiuto per lo sviluppo dell’economia dei paesi interni (Mandas, Sorgono Sadali ecc.). A partire dalla metà degli anni novanta si è dato attuazione al progetto ‘Trenino Verde della Sardegna’, ideato per riutilizzare il treno a scarto ridotto, ormai vecchio ed obsoleto, per fini turistici.