I primi matrimoni gay d’Asia formalmente riconosciuti si sono celebrati la settimana scorsa a Taiwan. Decine di coppie sono
state le prime a registrarsi legalmente come coniugi, dopo che il Parlamento dell’isola ha approvato la norma che consente le unioni omosessuali classificandole esplicitamente come matrimonio.
Ci sono stati abbracci e baci di fronte alla stampa, molti brandivano con orgoglio i loro certificati di nozze e le loro nuove carte d’identità. “È tardivo, ma sono contento che potremo essere considerati sposati per il resto della nostra vita”, ha detto all’agenzia France Presse Huang Mei-yu, che si era già sposata con formula religiosa davanti a un monaco buddista progressista nel 2012, con la sua compagna You Ya-ting.
I primi a registrarsi sono stati Shane Lin e Marc Yuan. “Non è stato un viaggio facile, ma sono molto fortunato ad avere il sostegno della mia metà, della mia famiglia e dei miei amici”, ha detto Lin ai giornalisti tra le lacrime. “Oggi – ha continuato – posso dire davanti a così tante persone che sono gay e che sono sposato. E sono orgogliosissimo che il mio paese sia così progressista”.
Si tratta di un passaggio storico, in un paese che rimane comunque in maggioranza conservatore, come hanno dimostrato anche i tentativi referendari di bloccare il cammino del riconoscimento. A sbloccare la situazione, in realtà, è stata una sentenza della Corte costituzionale del 2017, che ha definito una discriminazione il fatto di impedire le nozze alle persone omosessuali.
È stato precisamente una settimana fa che, finalmente, il parlamento ha deliberato che le “unioni esclusive permanenti” possono essere registrate come matrimonio, anche se contratte da persone dello stesso genere.
Askanews
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