Lo saprete già tutti, oggi è il giorno in cui entra in vigore l’obbligo del test per i non vaccinati o non guariti dal Covid-19 per entrare nella Confederazione elvetica. E la multa da pagare è non poco cara, 200 franchi per chi non possiede un certificato sanitario valido.
Il certificato sanitario, il green pass, come conosciuto in tutta Europa, viene richiesto non solo per entrare in Svizzera, ma anche in altre occasioni della vita quotidiana, dall’andare al ristorante, sui mezzi di trasporto, nelle discoteche, nelle sale al chiuso, per partecipare a determinati eventi. Insomma il certificato sanitario è diventato davvero essenziale se vogliamo continuare a svolgere le più normali attività quotidiane. Ma tutto ha un prezzo e dalla prossima settimana, dal primo ottobre per l’esattezza, il prezzo da pagare sarà più alto. Perché, come è noto, chi non possiede il pass sanitario ottenuto attraverso il ciclo completo delle vaccinazioni o non risulta essere guarito da Covid, lo può ottenere solo attraverso i test dal risultato negativo. Sono ammessi i test rapidi antigenici o PCR, non gli autotest, ma bisognerà autofinanziarsi. Il Consiglio federale, infatti, ha deciso che chi non vuole vaccinarsi e ha bisogno del pass sanitario, dovrà pagare il tampone ogni qual volta occorrerà. Il costo del tampone rapido antigenico è di circa 80 franchi, con una validità di 48 ore, quindi per una copertura settimanale, bisognerebbe farlo almeno tre volte con un totale di 240 franchi. Se si è in coppia, si raddoppia. Se si opta per il PCR, con valenza di 72 ore, parliamo di un costo 137 franchi per ogni test. I prezzi aumentano ulteriormente se si tratta di una famiglia con figli dai 16 anni in poi. Tutto questo graverà non poco sull’economia domestica di un nucleo familiare. I test costano troppo, il Governo svizzero lo sa bene e per questo vuole evitare che questi costi gravino anche su chi invece ha scelto di fare il vaccino. Dunque, chi non vuole il vaccino deve mantenere i tamponi di tasca propria. La stessa cosa sta accadendo anche in Italia, dove il Governo ha deciso di estendere il Green Pass anche nei luoghi di lavoro, almeno fino al 31 dicembre. Il costo di un tampone valido in Italia varia da regione a regione e si aggira dai 15 ai 40 euro. Chi non sarà in regola al controllo rischia sanzioni che vanno da 400 fino a 1000 euro per i datori di lavoro che non controllano, mentre i dipendenti rischiano multe fino a 1.500 €. Ma questi sono i costi in denaro, poi c’è altro. Tutti gli ospedali dichiarano che la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva e a rischio di vita sono non vaccinati (secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità – https://www.iss.it/ – sull’efficacia della vaccinazione contro il Coronavirus, le persone che hanno completato il ciclo hanno molte meno probabilità di contrarre il virus e il 96% in meno di essere ricoverate in terapia intensiva o di morire rispetto a quelle non vaccinate). Non significa che i vaccinati non si infettano, ma pare che ci sia una differenza quantitativa notevole. Questo significa invece che, secondo questi dati, chi rischia la vita sono soprattutto i non vaccinati. Altro che tamponi e green pass, la decisione di non vaccinarsi potrebbe costare davvero molto più cara…
Redazione La Pagina