È sul circuito consuma-gomme dell’ex aeroporto urbano di Templehof, a Berlino, che la Formula E con le due gare di sabato 14 e domenica 15 agosto, ha chiuso la sua settima stagione.
Anche stavolta, in Germania il regolamento ha previsto due gare in giorni consecutivi: il percorso è lungo poco piu’ di 2,35 chilometri, con dieci curve, ed il giorno successivo va completato nel senso di marcia opposto alla gara precedente.
Iniziamo dalla prima delle due sfide, o meglio, dalle sue aspettative.
Perché ben 18 conducenti su 25 erano in competizione per vincere il campionato piloti.
Invece per la vittoria del campionato squadre ben sette team, Virgin, Mercedes, Jaguar, DS Automobiles, BMW, Audi e Mahindra erano in grado di puntare al podio.
Un cosi’ elevato numero di aspiranti al titolo in entrambe le categorie testimonia un raggiunto equilibrio di capacità agonistiche ma soprattutto di competenze tecniche ormai condiviso dai piloti e, ricordiamolo, finalmente già a disposizione della produzione commerciale.
In altre parole: accessibile alle auto in vendita per noi semplici consumatori.
La gara #1 sul circuito di Berlino, è stata vinta dall’italo-brasiliano Lucas Di Grassi del team l’Audi Sport ABT Schaeffler, che i tifosi ricorderanno squalificato per un sorpasso irregolare nell’ultima gara di Londra.
Nella capitale tedesca Di Grassi ha cambiato strategia, amministrando con sapienza l’attack mode, la disponibilità ad utilizzare, oltre i limiti previsti dai direttori di gara, la maggiore potenza del motore consentitagli dai tifosi con un sondaggio digitale.
Partito in terza posizione, Di Grassi si è innanzitutto svincolato dalle due vetture della scuderia franco-cinese DS Automobiles-Techeetah che lo precedevano e guidate da Antonio Felix da Costa ed Jean Eric Vergne, anche se quest’ultimo aveva iniziato la gara in pole position, la vataggiosissima prima fila sulla griglia di partenza.
Liberatosi dai rivali, Di Grassi è partito indisturbato alla conquista dei 25 punti riservati al primo posto, concludendo la gara in 46’22’’528’’’.
Dello stato di grazia del vincitore ne hanno fatto le spese gli altri due pretendenti alla vittoria di giornata.
Ci riferiamo innanzitutto al secondo a salire sul podio, l’italo-svizzero Edoardo Mortara, del team monegasco ROKiT Venturi Racing, scuderia coordinata da Mercedes e di proprietà di Susie Wolf, moglie di Toto Wolf, quest’ultimo responsabile del team che segue l’asso pigliatutto Lewis Hamilton capoclassifica in Formula Uno per, guarda caso, ancora la Mercedes.
Partito quarto, Mortara visto la vittoria sfuggirgli per soli 0.141 millesimi di secondo.
Ultimo ma non ultimo, terzo sul podio si è piazzato il britannico Mitch Evans, di Jaguar Racing, a 5’499’’’ dal vincitore.
Tuttavia la corsa di sabato, lo anticipiamo ai tifosi, non è stato che il prologo delle emozioni vissute nell’ultima gara, la numero 15, che ha concluso il campionato.
La cronaca della partenza ancora una volta ha avuto come protagonisti due dei piloti che sabato si erano laureati vincitori ed erano impazienti di tornare sul podio: ma Edoardo Mortara è stato violentemente tamponato da Mitch Evans.
Conseguenza: gara, campionato e sogni di gloria terminati sul nascere per entrambi; accertamenti medici per Mortara e, per tutti gli altri piloti, interruzione di mezz’ora della corsa.
Di questa pausa ha saputo trarre profitto Nyck De Vries, il cui team ha avuto tutto il tempo per fare i suoi calcoli ed impostare una strategia vincente.
Il ventiseienne olandese del team Mercedes-Benz EQ Silver Arrow, infatti si è subito calato nelle vesti del contabile, amministrando con una guida accorta, al risparmio e prudente i 95 punti che aveva in classifica, terminando in tal modo la gara senza incidenti ma con un preziosissimo ottavo posto dal profumo di vittoria, perché gli ha permesso di raggranellare un punteggio sufficiente a balzare al comando della classifica generale piloti e dunque vincere la settima stagione di campionato mondiale in corso.
Sempre restando alla gara di domenica 15 agosto, passiamo ora alle cronache sui vincitori di giornata.
Primo assoluto è risultato Norman Nato, ventinovenne pilota di ROKiT Venturi Racing e collega dell’infortunato Edoardo Mortara.
Dietro di lui, rispettivamente al secondo posto, troviamo Oliver Rowland della francese Nissan e.dams.
Il terzo rango se lo è aggiudicato il belga Stoffel Van Doorne, della scuderia tedesca Mercedes-Benz EQ.
Strettissimi i tempi di distacco di questo terzetto: Rowland ha tagliato il traguardo a 2”270’’’ da Norman Nato, e Vandoorne è terzo ma per soli 567 millesimi.
La seconda gara disputata a Berlino ha segnato la chiusura di stagione ed attribuzione di vittoria anche del campionato squadre la cui classifica finale, proprio grazie al piazzamento di Van Doorne, registra la vittoria del team Mercedes EQ, con 183 punti, seguito dalla Jaguar Racing a sole un dici lunghezze di distacco, con 172 punti, ed infine da DS Techeetah terza suo malgrado, con 170 punti in classifica e due sole lunghezze da un secondo posto bello e possibile.
Con la gara #15 di Berlino, è calato il sipario sulla stagione 2021 della Formula E, disciplina automobilistica che ha superato la proverbiale “crisi del settimo anno” ed ormai raggiunto la maturità.
Dalla prossima stagione le vetture si adegueranno alle regole tecniche G3, lo stadio più evoluto ed impegnativo delle prescrizioni tecnico-aerodinamiche imposte dalla Federazione Automobilistica Internazionale-FIA.
Semplificando, ad esempio abbandoneranno la loro impostazione ancora stradale per orientarsi ad un assetto più agonistico, incrementando a 299 cavalli gli attuali 272 ora permessi in gara.
Nel calendario di Formula E 2022 scompaiono anche le “mezze stagioni”: le gare si allineano ai ritmi della Formula Uno, e si sviluppano lungo i dodici mesi di calendario, da gennaio a dicembre, mettendo termine alla impostazione che sinora le ha viste esordire nell’ultimo trimestre di anno e concludere otto mesi dopo, in pieno agosto, come per l’ultima volta è accaduto ora.
Per la prossima stagione sono anche annunciati dei ritiri illustri.
Di sicuro due, probabilmente seguiti da un terzo.
La BMW lascia, informando di avere concluso quel ciclo di adeguamento tecnico che proprio grazie a Formula E è riuscita a trasferire alla produzione commerciale.
Anche Audi, presente dal lontano 2014 con il team Audi Sport Abt Schaeffler, nel 2022 abbandona la Formula E, per applicare le competenze elettriche acquisite nelle competizioni di elite ad altre discipline motoristiche: probabilmente il rally, si dice la Parigi-Dakar, oppure le competizioni di lunga durata, come ad esempio la 24 ore di Les Mans, in Francia.
Tuttavia non si disperino gli appassionati delle vetture made in Germany.
Insieme alle migliori case automobilistiche mondiali già presenti in questa categoria, le gare di Formula E 2022 potranno ancora contare sulla presenza del team TAG Heuer Porsche, e scusate se è poco.
Ricordiamo, se ancora necessario, che Porsche è l’ufficio studi, il laboratorio di tutte le innovazioni tecniche che poi vengono applicate sulla consorella Audi ed a seguire alla galassia dei numerosi marchi della casa madre, la Volkswagen.
E’ inoltre confermata la presenza di Mercedes sino al termine del prossimo campionato 2022, salvo ripensamenti in corso d’opera: poi si vedra’, e noi vi riferiremo.
Per tifosi ed automobilisti la notizia di tutte queste innovazioni confermano due messaggi.
Innanzitutto che la evoluzione elettrica dei motori è ormai cosa fatta.
In secondo luogo, che la nuova frontiera sarà migliorare l’utilizzo delle batterie in condizioni di guida al di fuori della competizione pura, su pista, come è accaduto sino ad oggi.
In ogni caso, per il futuro di Formula E tutte le opzioni rimangono aperte, e ci danno il loro arrivederci alla doppia gara di esordio della prossima stagione, la ottava, in Arabia Saudita, sul circuito di Diriyah, i prossimi 28 e 29 Gennaio.
di Andrea Grandi
Foto ed immagini: FIA / Formula E / teams media