La Juventus è implacabile, il Napoli smarrisce la via del gol, l’Inter ritrova il sorriso, il Milan vola, Cagliari e Genoa allontanano la zona retrocessione, Chievo con un piede in B
La Juventus si cuce mezzo scudetto sulla maglia. Il vantaggio sul Napoli aumenta a +13, un abisso che chiude di fatto le discussioni sul titolo. La gara contro il Frosinone è stata l’occasione per preparare la sfida contro l’Atletico Madrid (stasera a Madrid). Per Allegri tutta la rosa a disposizione con i recuperi di Chiellini e Bonucci e l’unica incognita se schierare tre punte (con Dybala). Presumibilmente no per questioni di equilibrio tattico in una gara ad alta intensità contro un avversario ostico che gioca, come la Juventus, un calcio di sostanza e poco spettacolare. Il Napoli si arrende. La squadra di Ancelotti ha smarrito la via del gol, il fiore all’occhiello del suo gioco offensivo. Contro il Torino è stata una gara a senso unico, il Napoli gioca bene sempre nella trequarti avversaria, ma inspiegabilmente ne esce uno 0-0 che mostra una crisi evidente degli attaccanti napoletani, poco determinati sotto porta: nelle ultime quattro gare tre pareggi a reti inviolate. Ancelotti dovrà lavorare su questo difetto, perché il suo Napoli non emoziona più, forse indebolito da una classifica statica, e scivola a -13 dalla vetta, mentre il pubblico, almeno in campionato, lo snobba, mezzo San Paolo era vuoto. Più felice il Torino per il punto d’oro, conquistato anche per propri meriti con una prestazione solida (quattro gare senza subire gol) e grazie anche a Sirugu. I granata continuano a restare in corsa per l’Europa League lontana appena tre lunghezze.
Due vittorie senza l’ex capitano Icardi, rilanciano la stagione dell’Inter. Dopo la striminzita vittoria di Vienna, i nerazzurri battono con qualche affanno la Sampdoria, consolidano il terzo posto e tengono a dovuta distanza il Milan. Rispetto alle ultime prove, Spalletti ha visto un’Inter più convincente, con i ritrovati Perisic e Naingollan (autore del gol vittoria). Ritrovato la voglia di giocare e la coesione collettiva per superare le fasi di difficoltà nelle gare, l’Inter sa vincere una partita complicata. Superata al momento la crisi di risultati, la società si occuperà del caso Icardi, che manda segnali di distensione, per reintegrare il giocatore del quale non può fare a meno. Complimenti alla Sampdoria che ha tenuto testa all’avversario giocando alla pari e anche bene, ma alla quale manca sostanza e mentalità vincente per fare risultato. La terza sconfitta consecutiva allontana i blucerchiati dalla zona Europa League e ne ridimensiona le ambizioni. Un Milan pragmatico e letale doma in rimonta l’Atalanta, brava e determinata solo per un tempo, nella sfida da quarto posto. La squadra di Gattuso supera l’esame di maturità con prova solida e cinica (tre gol su quattro occasioni) e sale a 42 punti consolidando la posizione che qualifica alla Champions League. Il Milan sa soffrire le folate e il pressing asfissiante dell’Atalanta che gioca a ritmi alti e trova il vantaggio. Ma il Milan attuale è un collettivo coeso e convinto dei propri mezzi. Nell’arco di 16 minuti, a cavallo dei due tempi, ribalta il risultato cambiando atteggiamento, giocando con intensità e aggressività, ma anche di bel di gioco, trascinato dai suoi giocatori di qualità. Piatek è infallibile, quinto gol su sei partite, Calhanoglu torna al gol e si riabilita, Paquetà dà spinta e qualità al gioco milanista. La vittoria sul campo difficile di Bergamo accresce l’autostima e la fiducia del Milan che lancia chiari segnali alle rivali dirette, che sarà arduo scalzarlo dal quarto posto. Applausi meritati alla Atalanta dal suo pubblico per l’impegno e l’illusione della vittoria, ma tradita nella serata più importante da Zapata e Gomez e sfiduciata dal bellissimo gol del pareggio di Paitek nel recupero del primo tempo che ha raddrizzato la partita del Milan.
Sulla scia del Milan resta la Roma, mentre la Lazio cede con la sconfitta contro il Genoa. Una brutta Roma per lunghissimi tratti della partita ha faticato contro un Bologna attento, bene organizzato e bravo nella manovra d’attacco. Gli emiliani avrebbero meritato il pari, ma devono fare mea culpa per la imprecisione sotto porta nelle tante occasioni create. La Roma è rimasta in gara anche per le parate del portiere Olsen, ma ha sofferto a fare gioco, senza cambiare passo nella ripresa. C’è voluto un rigore a sbloccare la Roma, che però non è stata in grado di imporre il proprio gioco al Bologna, che non ha mai mollato, neanche sul 2-0 dei giallorossi nato ancora da palla ferma. La Roma ha sofferto fino alla fine, concedendosi ancora amnesie difensive che hanno permesso a Sansone di riaprire la partita. Sorride Di Francesco, rimasto a -1 dal Milan, ma la sua squadra dovrà cambiare passo se vorrà raggiungere gli obiettivi. Il Bologna esce a testa alta, ma rimane terz’ultimo, comunque con la consapevolezza di avere le qualità per restare in Serie A. Sul fronte Lazio non deve essere un alibi, ma sette assenze e alcuni giocatori non al meglio sono troppi per Simone Inzaghi. La Lazio cade sul campo del Genoa e finisce a -4 dal Milan. Eppure, la gara si era messa sui binari giusti con il vantaggio di Badelj, ma incapace di chiudere la gara per le occasioni sprecate e di approfittare del disagio del Genoa con il nuovo modulo del 4-3-3. Prandelli riassetta la squadra e la mossa cambia l’atteggiamento del Genoa che punisce il mancato cinismo della Lazio, la quale paga un calo di concentrazione e la stanchezza per l’impegno in Europa League. I liguri prima pareggiano con un pizzico di fortuna e nel recupero premia gli sforzi offensivi con una prodezza di Criscito. Il Genoa dà una boccata d’aria alla sua classifica, mentre la Lazio, che non meritava la sconfitta, si trova in un momento cruciale della stagione, ma in difficoltà in campionato ed Europa League (deve ribaltare lo 0-1 con il Siviglia), con la semifinale d’andata contro il Milan in grande forma. Simone Inzaghi spera che l’infermeria si svuoti al più presto.
In fondo alla classifica oltre al genoa, vittoria importante per il Cagliari che in rimonta vince contro il Parma. Tre punti che conquistati con il carattere e la determinazione di una squadra che lotta per la salvezza e trascinata da Pavoletti. Prestazione che al momento oscura un gioco inesistente. Il Parma si illude e non sa chiudere la partita, forse perché inizia ad adagiarsi sugli allori di un campionato giocato oltre le aspettative. La sfida salvezza se l’aggiudica l’Udinese che allo scadere batte il Chievo con un rigore contestato. Gara molto fisica e intensa contro due squadre nervose per la posta in palio elevatissima. Fondamentale la vittoria dell’Udinese che aggancia a 22 punti la Spal, mentre è sempre più ultimo e vede allontanarsi la permanenza in A con 12 punti dall’Empoli. I toscani difatti tornano alla vittoria (meritata) contro uno spaesato e irriconoscibile Sassuolo. Krunic, Acquah e Farias gli autori delle tre reti che rilanciano l’Empoli che non vinceva da due mesi. Sconfitta invece la Spal dalla Fiorentina in una gara in cui la VAR è stata determinante. Al 77’ sull’1-1 annullato un gol ai ferraresi dopo la consultazione del video, per un fallo in area della Spal nella azione precedente. Rigore per la Fiorentina che va sul 2-1, ribalta il risultato e la Spal frastornata dalla decisone giusta dal punto di vista del regolamento, crolla sotto i colpi della Fiorentina, che ha meritato la vittoria, più intraprendente e determinata della Spal, che in vantaggio è stata fermata dal VAR, che riapre le discussioni sulla moviola in campo.
G.S.
foto: Ansa