In Italia, l’imposizione fiscale sulla casa è superiore alla media dei paesi Ocse, si attesta su di una media del 6,1% contro una media del 5,5%, addirittura è quasi il triplo di altri Paesi della zona Ue, come Germania e Svezia, nonostante questo il Presidente del Consiglio Draghi, supportato dalla sinistra, intende aumentare la tassazione sugli immobili aumentando l’aliquota della cedolare secca, con effetti disastrosi sulla già fragile economia italiana. Uno studio pubblicato nel 2019, ha dimostrato che l’introduzione dell’IMU ha portato un calo consistente della spesa delle famiglie a causa delle maggiori imposte sull’abitazione.
Occorre partire dal fatto che i proprietari di immobili non sono ricchi speculatori, nella maggioranza dei casi appartengono alla classe media, che si colloca nella fascia di reddito tra i 26-55 mila euro, solo il 6% ha un reddito superiore ai 55 mila euro. Più passa il tempo più l’investimento immobiliare diventa a rischio, le cause sono: morosità, blocco degli sfratti, oscillazione del mercato e la scarsa competitività nei confronti del mercato mobiliare. L’aumento della aliquota sulla cedolare secca, che si andrebbe a sommare all’IMU, di cui, tra l’altro, si prevede un aumento a seguito del probabile aggiornamento delle rendite catastali. L’aumento della cedolare secca porterebbe ad un aumento dei canoni di affitto, ad un proliferare delle locazioni in nero, con un danno all’erario dello Stato ben maggiore delle entrate che si avrebbero con l’aumento dell’aliquota stessa, non che un disinteresse sull’investimento del mattone. Colpire la casa significa impoverire il paese.
Dr. Paolo Gasparini