A Pietrasanta Fini lancia l’idea di un nuovo partito con gli stessi personaggi e con gli stessi slogan ormai vuoti
La settimana scorsa i partiti e gli uomini politici italiani hanno dato un saggio del loro modo di essere, che assomiglia più ad un caravanserraglio che ad altro. Cominciamo da Alfano, segretario Pdl, che giorni fa ha fatto fallire il vertice a tre con il premier Mario Monti, dicendo che Rai e Giustizia non facevano parte del programma di governo e che discuterne significava cadere nella trappola di Pd e Udc che miravano a conquistare potere all’interno della Rai o a riformulare il disegno di legge anticorruzione in funzione anti Pdl. A distanza di una settimana, proprio Alfano ha cambiato idea, non tanto sulla Rai, quanto sulla giustizia: ha accettato che il disegno di legge anticorruzione, che porta il suo nome e che è fermo alla Camera, venga integrato con norme più pesanti che riguardano il reato di corruzione e con lo sdoppiamento del reato di concussione, che sparirebbe, per rientrare o nell’estorsione o nella corruzione. In un intervento pubblico Alfano ha polemizzato con il Pd dicendo che per anni il partito di Bersani non voleva parlare di giustizia mentre ora vuole parlare solo di giustizia e non di lavoro che è il problema che un governo tecnico dovrebbe affrontare e risolvere visto che nessun altro schieramento, per i veti incrociati e per l’opposizione delle parti sociali, non sono stati e non sarebbero in grado di risolvere. A proposito di concussione, l’Ocse, cioè l’Europa, chiede da tempo che questo reato sparisca dall’ordinamento italiano perché condanna il concussore ma non il concusso, mentre in realtà i due soggetti sono ambedue condannabili. Cos’è la concussione? Dice il codice penale, art. 317: “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da 4 a 12 anni”. Siccome l’Ocse ultimamente ha insistito sulla modifica, il Pd ha presentato un emendamento che, appunto sdoppia la concussione: in estorsione se c’è minaccia, in corruzione se c’è solo utilità. Se c’è estorsione è chiaro che va condannato solo chi estorce, se c’è corruzione vanno condannati tutti e due i soggetti. Il Pd, dopo aver presentato l’emendamento, accortosi che esso favoriva Berlusconi nel processo di Milano noto come “Ruby”, ha subito ritirato l’emendamento. Insomma, la giustizia è un terreno di lotta politica, dove di giustizia non c’è nulla. Tra l’altro, chi è contrario a eliminare la concussione sono i magistrati che non vogliono perdere il processo contro Berlusconi e Di Pietro, accusato da Anna Finocchiaro, Pd, di essere uno che “vive grazie alla contrapposizione con Berlusconi e che deve tenerne in vita il fantasma per non scolorire la sua identità”. Se questo non è un circo, poco ci manca. Tra l’altro, l’Ocse vuole l’abolizione della concussione perché questo reato ostacola la lotta contro la corruzione, proprio perché condanna il concussore e non il concusso che, invece, compie un reato in quanto fa ciò che è contrario alla legge.
Sicuramente sarà il governo Monti a cancellare la concussione, come vuole l’Ocse, liberando l’ex premier da un’accusa che non sta in piedi, tenuta in vita solo per opposizione politica. E veniamo a Bossi, che nei giorni scorsi aveva minacciato Tosi, sindaco di Verona, di espulsione se avesse presentato una sua lista alle elezioni amministrative. Ebbene, ora Bossi ha accettato di presentare la lista della Lega come una delle liste sostenitrici di Tosi. Sempre a proposito di Bossi, la settimana prima aveva detto che l’alleanza con il Pdl era sepolta definitivamente, dando giudizi sprezzanti su Berlusconi. La settimana scorsa, invece, ha detto che se la Lega, che si presenterà da sola alle elezioni, le perderà, allora lui avrebbe riproposto l’alleanza al Pdl. Altro che politica come soluzione dei problemi, qui la politica è il vuoto assoluto. Chiudiamo con la Convention di Fli a Pietrasanta, dove il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha annunciato che è iniziata la fase due di Fli, caratterizzata dalla nascita di un nuovo soggetto politico che “metterà insieme gli italiani di buona volontà”, un contenitore con il compito di attrarre la società civile, le associazioni, il mondo del volontariato, le professioni. Ci sarà “la componente cattolica, liberale, nazionale, socialista”, destra e sinistra saranno parole vuote, perché il contenitore sarà a vocazione maggioritaria. Insomma, le stesse cose ripetute da anni, generiche, vaghe, indefinite, slogan buoni solo per strappare l’applauso alla platea, ma non per governare. In Italia succede una cosa strana: i “nuovi” partiti vengono formati sempre dagli stessi personaggi che ne chiudono uno e ne aprono un altro. Quando poi uno vuole sapere cosa farà il nuovo partito, qual è il suo programma concreto, allora le risposte sono sempre le stesse frasi vuote e generiche, buone per tutte le stagioni e per tutti i cittadini.