“Custode della concordia civile, messaggero di quella pace radicata nel cuore di chi non ha paura di donare se stesso”, Rosario Ponziano, l’alpino morto a Herat, in Afghanistan, nel ribaltamento del mezzo blindato Lince, ha saputo “donare la vita senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve, per le persone più povere e deboli”.
Lo scrive l’ordinario militare per l’Italia, Mons. Vincenzo Pelvi, in un messaggio inviato in occasione dei funerali del militare che si sono svolti nella cattedrale di Palermo, celebrati dall’arcivescovo locale, Mons. Paolo Romeo.
“Con la sua generosa professione in Afghanistan a vantaggio di un popolo debole e bisognoso – si legge nel testo diffuso dal Servizio Informazione Religiosa – si è assunto la responsabilità di chi è stato sempre interessato al bene dei più indifesi”.
Con “la coerenza della sua vita”, per mons. Pelvi, “Rosario consegna una fiaccola da alimentare nel cammino bello e complesso del nostro tempo”.
L’arcivescovo castrense presiede ad Assisi, fino al 22 ottobre, un incontro organizzato dall’Ordinariato militare per l’Italia al quale parteciperanno oltre 200 cappellani militari.
Tra i relatori, Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica ed ecumenica di Bose, il gesuita Giuseppe Manca, vice-preside della facoltà teologica dell’Italia meridionale, il vescovo di Assisi, Mons. Domenico Sorrentino, mentre terranno le omelie delle celebrazioni il Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Giuseppe Bertello, e il segretario generale della Cei, Mons. Mariano Crociata.
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