Cancellati i buoni del lavoro impiegati per remunerare i lavori occasionali, salta referendum
Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che cancella i buoni lavoro e ripristina “integralmente” la responsabilità solidale del committente con l’appaltatore e gli eventuali subappaltatori per garantire le tutele dei lavoratori. I buoni già acquistati fino all’entrata in vigore saranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2017.
In questo modo il referendum convocato il 28 maggio salta grazie al quesito sugli appalti, promosso dalla Cgil, che incassa il successo. La soppressione dei tre articoli, 48,49 e 50, del Jobs Act del 2015, partirà operativamente dal 1 gennaio 2018 per consentire l’esaurimento dei voucher già acquistati. Il Consiglio dei ministri ha così varato un dl ad hoc che contiene anche le nuove norme sugli appalti per il reinserimento del principio di solidarietà tra committente e appaltatore.
Gentiloni: ci vuole “regolazione seria del lavoro saltuario e occasionale”
“Il consiglio dei ministri ha abrogato le norme sui voucher e sugli appalti oggetto del referendum” ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Quella del governo sui voucher “è una decisione che libera il tavolo da una discussione ideologica che non ci avrebbe aiutato, che non ridimensiona ma conferma l’impegno per regolare in modo moderno e avanzato il mondo del lavoro”, ha aggiunto il premier. “Useremo le prossime settimane per rispondere ad una esigenza che certamente l’eliminazione dei voucher non risolve, per una regolazione seria del lavoro saltuario e occasionale” aprendo “un confronto” con le parti sociali ed il Parlamento. Perché “avevamo la risposta sbagliata ad una esigenza giusta”, ha detto ancora il presidente del Consiglio spiegando di aver agito “nella consapevolezza” che l’Italia “non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale” su questi temi e “nella consapevolezza che la decisione è coerente con l’orientamento maturato nelle ultime settimane in Parlamento”.
Poletti: “Non era in campo una gara”
Respinge le voci di chi parla di vittoria per la Cgil e di sconfitta per il governo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per il quale “Non era in campo una gara”. Inoltre i voucher non c’entrano niente con Jobs act “il mercato del lavoro è stato largamente modificato in ragione del jobs act. Se c’è una cosa impropria è collegare i voucher ai jobs act. Non c’entra niente, viene da una storia molto più lontana”. Lo dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in conferenza stampa a Palazzo Chigi. E sulla posizione espressa dai ministri di Ap, contraria all’abrogazione dei voucher, il ministro si è limitato a far notare che il decreto “è stato votato”. Un voto, però, che appunto non trova il pieno consenso né nel fronte politico, né sindacale-imprenditoriale.
“Scelta sbagliata”
Sarebbe invece una “scelta sbagliata” per Confindustria, Confcommercio, Confapi, che si sono dette contrarie alla decisione. Mentre la Uil sottolinea l’importanza di trovare subito “una soluzione” per regolare le attività occasionali (per studenti, pensionati, disoccupati) e per la quale puntano “a un accordo con il governo”, parla di scelta “gravissima e inaccettabile” il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, “ora decide la Cgil per tutti. Non voterò mai questo decreto”. Con la cancellazione dei voucher “siamo passati dall’abuso indiscriminato a zero per paura della Cgil”, dice il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, e “il risultato è il lavoro nero”. Discorso a cui si ricollegano anche Forza Italia a Scelta civica. No anche dall’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero: “Eliminare i voucher è sbagliato, mi sembra un’operazione dettata dalla paura. La necessità di regolare il lavoro occasionale c’è, con o senza voucher”.
Cgil: “un grandissimo risultato”
L’ultima parola sarà comunque della Cassazione, a cui spetta la decisione ufficiale e finale. “Nel momento in cui sarà legge, lo considereremo un grande risultato” visto che quello tracciato dal decreto è “esattamente l’obiettivo che si siamo proposti con i quesiti referendari”, ha commentato la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso.
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