Casini azzera le cariche nell’Udc e lancia per settembre un nuovo partito “oltre il terzo polo”, ormai superato, ma anche il leader Pdl Alfano annuncia per dopo le amministrative “la più grossa novità della politica italiana”
La settimana scorsa abbiamo riferito dell’iniziativa di Pierferdinando Casini di azzerare l’Udc per fondare il Partito della Nazione. L’annuncio dell’azzeramento delle cariche è avvenuto nei giorni scorsi, l’assise fondante dovrebbe tenersi verso settembre se ci saranno le elezioni anticipate in autunno, al massimo entro la fine dell’anno se la legislatura durerà fino alla scadenza naturale, cioè la primavera del 2013. Ufficialmente Casini ritiene che non ci saranno elezioni anticipate, in ogni caso il dado è tratto. Con il Partito della Nazione si va “oltre il terzo polo” che è superato e si punta su una formazione che aggreghi i moderati, laici e cattolici, personaggi nuovi attinti dal bacino dei ministri, ma si è rifiutato di fare i nomi per evitare “liste di proscrizione”. E il programma? Secondo Casini si dovrebbe partire dall’esperienza Monti, cioè da una serie di proposte di riforma sulla base della serietà, della necessità, del merito, dell’efficienza, per costruire un partito a vocazione maggioritaria, di veltroniana memoria. In fondo, si presenta come novità, ha detto Bersani, ciò che sa di vecchio. Il linguaggio stesso non è nuovo, le parole non ci vuole nulla a metterle in fila e a fare in modo da racchiudere slogan e programmi, il problema poi è fare davvero qualcosa di nuovo. Di qui il messaggio dell’”usato sicuro”, che sarebbe il partito di Bersani, il Pd, indeciso tra il credito a Casini e la sponda di una coalizione di sinistra con Nichi Vendola e Di Pietro. Bersani scioglierà il nodo delle alleanze in futuro, per ora sta a guardare per vedere quanto varrà il nuovo partito di Casini, e lo vedrà dai risultati elettorali, seppure amministrativi e seppure parziali. Ma torniamo a Casini, che palesemente vuole pescare nel bacino del Pdl. Il Partito della Nazione, infatti, formato da laici e cattolici, esiste già, sarà in crisi, ma innegabilmente il Pdl ha riunito i laici (socialisti, da Cicchitto a Sacconi, repubblicani come Nucara, liberali come Antonio Martino) e i cattolici (tutti ex dc, come Alfano, Comunione e Liberazione come Lupi e Formigoni, cattolici di destra come Giovanardi, ex Udc. Siccome la formula è abusata, è chiaro che Casini vuole attingere dal Pdl per svuotarlo e sostituirsi al partito berlusconiano. Un’azione di smontaggio e di rimontaggio, insomma, con Casini al posto di Berlusconi, nell’intento di ricostruire una nuova Democrazia Cristiana con un altro nome non confessionale.
D’altra parte, il sasso lanciato nello stagno del Pdl è stato prontamente raccolto da Pisanu e da Dini, i quali hanno lanciato un messaggio di rinnovamento “oltre il Pdl”, un messaggio scritto firmato da una trentina di parlamentari, poi, pare quasi una settantina. Le firme, comunque sono circa trenta. Il documento è un invito al dibattito, ma il linguaggio, anche nei termini, è quello di Casini. Anche se i firmatari hanno smentito di voler costituire una fronda interna al Pdl, ma hanno solo detto di voler sollecitare un rinnovamento interno, essa è nell’aria. Va precisato, però, che un certo numero di firmatari ha pubblicamente chiarito che se si tratta di un invito al dibattito loro sono d’accordo, se si tratta invece di un piedistallo di lancio per altri lidi (vedi Partito della Nazione), allora loro non ci stanno. All’indomani dell’azzeramento delle cariche dell’Udc, anche il Pdl ha adottato le sue contromosse. Alfano ha a sorpresa annunciato “la più grossa novità della politica italiana, che ne cambierà il corso nei prossimi anni”. La “novità” annunciata sarà svelata dopo le elezioni amministrative, ha detto: “non chiedetemi di più”. Evidentemente non si tratta solo della rinuncia al finanziamento pubblico ai partiti, si tratta – almeno a quanto si vocifera – di un nuovo contenitore che raggruppi i moderati italiani, laici e cattolici. In questo, vale quanto prima detto, essi già si trovano nel Pdl, ma evidentemente la nuova formazione dovrebbe dare l’idea della diversità già dal nome (si ipotizza “Nuova Italia” o comunque due parole di cui una sia Italia, come, ad esempio “Viva l’Italia”, ma siamo noi a pensarlo). Si tratta di una semplice contromossa per bloccare l’emorragia annunciata da Pisanu? E’ difficile dirlo. Si sa solo che sono in molti (tranne gli ex An) a rimpiangere Forza Italia, un partito agile, liquido come si diceva, con un messaggio chiaro e moderno anche dal punto di vista programmatico. A suo tempo, Berlusconi rinunciò a Forza Italia per un nuovo contenitore che includesse anche l’allora destra di An, fusione poi fallita. Dunque, lotta per la rappresentazione dei moderati tra Casini e Alfano, dietro cui come suggeritore c’è sempre Berlusconi, ma senza nessuna aspirazione a cariche o incarichi di primo piano. Sarà comunque una lotta che si combatterà all’ultimo sangue. Casini non si rassegnerà a perdere, sa che questa è la sua occasione, come pure anche Alfano ce la metterà tutta per togliere ogni velleità a quel Casini prima alleato di Forza Italia e poi avversario proprio di quel progetto che ora vorrebbe far proprio ma a suo vantaggio personale.