TEHERAN – Le elezioni del 12 giugno che lo hanno visto rieletto presidente sono state “un punto di svolta” per l’Iran e la dimostrazione che “in Iran esiste una vera democrazia”. Lo ha detto oggi il presidente Mahmud Ahmadinejad in una conferenza stampa. Ahmadinejad ha ribadito le accuse ai “nemici” stranieri di avere orchestrato un complotto contro le elezioni, ma “sono stati sconfitti”.
Le proteste seguite alle elezioni presidenziali in Iran del 12 giugno e le reazioni dall’Occidente hanno dimostrato che “non sono veri gli slogan di cambiamento” di alcuni di loro. Così Ahmadinejad riferendosi implicitamente all’amministrazione americana del presidente Barack Obama. Uno dei risultati della crisi iraniana seguita al voto, ha affermato Ahmadinejad, è che “il popolo iraniano ha dimostrato che gli slogan di cambiamento pronunciati da alcuni non erano veri”. “Non c’é ancora – ha aggiunto il presidente – una chiara determinazione per un cambiamento di approccio”. Obama, pur rimanendo prudente nelle sue dichiarazioni sulle proteste postelettorali in Iran, aveva condannato le violenze sugli oppositori di cui venivano diffuse le immagini su Internet.
Ahmadinejad ha affermato oggi che l’Iran è pronto ad avviare negoziati con le grandi potenze riunite nel gruppo ‘5+1’, ma non ha espresso la volontà di arrivare ad un compromesso sul suo programma nucleare, sottolineando che le trattative dovrebbero essere volte piuttosto a “risolvere i problemi del mondo”. Ahmadinejad, che parlava in una conferenza stampa, ha precisato che a questo si riferiscono le proposte contenute in un ‘pacchetto’ che la Repubblica islamica deve consegnare in questi giorni alla controparte. Il presidente iraniano ha aggiunto che le minacce di nuove sanzioni ipotizzate da alcuni Paesi occidentali non potranno funzionare. “Questo linguaggio non è più compatibile con il mondo di oggi”, ha detto Ahmadinejad. Il gruppo del 5+1 comprende i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) più la Germania.