Nel 2008 in Italia sono stati diagnosticati 6,7 nuovi casi di sieropositività ogni 100.000 residenti.
Il dato posiziona l’Italia fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di Hiv medio-alta. Una situazione che mentre negli anni ’90 ha subìto un notevole decremento, ha fatto invece registrare una stabilizzazione negli ultimi dieci anni.
Anche per questo il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali ha lanciato la campagna annuale contro l’Hiv 2009 “Aids: la sua forza finisce dove comincia la tua. Fai il test”.
L’iniziativa informativa-educativa si propone di non far diminuire l’attenzione della popolazione italiana nei confronti del problema Aids ed in particolare di incentivare i giovani adulti (30-40 anni), di qualunque orientamento sessuale, italiani e stranieri, ad effettuare il test Hiv.
La campagna è rivolta a quella fascia di popolazione “inconsapevole”, cioè a coloro che non essendosi sottoposti al test ignorano la propria sieropositività, infettano gli altri attraverso i rapporti sessuali e ricevono una diagnosi tardiva della malattia.
L’iniziativa prevede la diffusione di uno spot di sensibilizzazione diffuso sui principali circuiti televisivi e radiofonici e sui principali quotidiani e periodici.
Lo spot, interpretato da Valerio Mastandrea e diretto dal regista Ferzan Ozpetek, è partito sulla stampa nazionale in concomitanza con la celebrazione della Giornata Mondiale Aids del 1° dicembre. In televisione sarà presente, nel mese di dicembre, per 14 giorni. Il Ministero ha anche attivato un servizio informativo sul sito www.ministerosalute.it ed un numero verde aids 800 861 061 operante presso l’Istituto Superiore di Sanità. Secondo i dati del Centro Operativo Aids dell’Iss. 2009 l’incidenza Hiv in Italia è maggiore al centro-nord rispetto al sud e alle isole.
Le persone che scoprono di essere sieropositive hanno oggi un’età mediana di 38 anni per i maschi e 34 anni per le femmine. Aumentano i casi attribuibili a contatti eterosessuali ed omosessuali, che nel 2008 costituiscono complessivamente il 74% di tutte le segnalazioni.
Su tre persone che vengono diagnosticate come Hiv positive, una è di nazionalità straniera.
La sorveglianza dell’Aids ha una copertura nazionale e riporta i dati relativi alle persone sieropositive in fase avanzata di malattia, cioè con Aids conclamato.
Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati oltre 62.000 casi di Aids, di cui quasi 40.000 deceduti.
I casi di Aids continuano a diminuire principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996) che ritardano la comparsa dell’Aids.
Tali terapie prolungano la sopravvivenza e riducono la mortalità delle persone sieropositive, comportando un aumento progressivo delle persone viventi con Aids. Nel 2009, il 60% dei nuovi casi di questa malattia ha scoperto di essere sieropositivo troppo tardi, in concomitanza con la diagnosi di Aids: ne consegue che solo un terzo delle persone con Aids ha avuto la possibilità di usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima di tale diagnosi.
Le stime effettuate sulla base dei dati disponibili indicano che in Italia sono attualmente presenti 170.000-180.000 persone Hiv positive viventi, di cui circa 22.000 in Aids. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie. Inoltre, la principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura.