La 72esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre 2015 al Lido apre i battenti. Conosciamo i 4 film italiani in gara
La città lagunare brilla di stelle in queste notti, anche grazie all’arrivo di numerose star del cinema che proprio in questi giorni stanno arrivando per prendere parte al grande evento. Organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta anche quest’anno direttore della Mostra è Angelo Barbera, tra i componenti della giuria il regista italiano FrancescoMunzi(Anime Nere) presidente della stessa il messicano Alfonso Cuarón. L’apertura del Festival prevede una serata dedicata a Venezia e al centenario del grande Orson Welles con la proiezione dei restaurati: Il mercante di Venezia e Otello. A far da madrina al Festival veneziano, la bella modella e attrice 27enne Elisa Sednaoui che aprirà la 72a Mostra mercoledì 2 settembre e condurrà la Cerimonia di chiusura sabato 12 settembre. I film in concorso quest’anno saranno 22 di cui ben 4 sono italiani: Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, A bigger splash di Luca Guadagnino, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino e l’esordiente Piero Messina con L’Attesa.
Girato nel suo paese natale in poche settimane, durante l’estate del 2014, Sangue del mio sangue riporta in scena il 75enne regista italiano Marco Bellocchio con un film molto atteso, di cui però si sa pochissimo, se non la sinosi ufficiale: Federico, un giovane uomo d’armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso Conte, che vive solo di notte. “Il film nasce per caso dalla scoperta delle antiche prigioni di Bobbio, chiuse e abbandonate. Questa scoperta ha ispirato il primo episodio del film che narra di Benedetta, una monaca murata viva nella prigione-convento di Santa Chiara, a Bobbio. Il riferimento alla monaca di Monza era esplicito. Da La Monaca nasce Sangue del mio sangue, che è la storia del processo a Benedetta e delle prove a cui è sottoposta perché confessi la sua alleanza con Satana, con l’immuratio finale”, spiega Bellocchio. Con uno sguardo al passato, il regista riesce a dare un suo personale parere sull’attuale situazione italiana: “Questa storia così remota nel passato mi ha suggerito infine un ritorno al presente, all’Italia di oggi, un’Italia paesana garantita e protetta dal sistema consociativo e corruttivo dei partiti e dei sindacati che la globalizzazione sta radicalmente “trasformando” (non si capisce ancora se in meglio o in peggio). Protagonisti del film sono Lidiya Liberman e quattro fedelissimi del regista: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi e Alba Rohrwacher.
Uno sguardo più internazionale ha invece Luca Guadagnino con “A bigger splash”, un film realizzato con un cast di grandi attori come Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts, Dakota Johnson e Corrado Guzzanti. Con A Bigger Splash il regista indaga la frattura che si crea dal desiderio dicotomico di amare e uccidere il padre.
Il tutto in un aspro paesaggio nel Mediterrano, vivo e selvaggio. È un film sulla generazione che ha mandato in frantumi il mondo con il solo potere delle idee e con la sua rivoluzione musicale. La vicenda si consuma sull’isola vulcanica di Pantelleria dove la leggenda del rock Marianne Lane è in vacanza con il compagno Paul quando arriva inaspettatamente a interrompere la loro vacanza Harry, produttore discografico iconoclasta nonché suo ex, insieme alla figlia Penelope, provocando un’esplosione di nostalgia delirante dalla quale sarà impossibile mettersi al riparo. Fra risate, desiderio e rock ’n’ roll, A Bigger Splash è un ritratto sensuale che deflagra in violenza sotto il sole del Mediterraneo.
“Ho sempre visto Napoli come una metropoli che si sviluppa su due livelli: uno sotterraneo, pieno di catacombe, cimiteri, ipogei, un altro sopra il livello del mare, agitato da rara vitalità.
Tra questi due mondi, combattuta tra forze contrapposte, il mio personaggio, Anna, donna fragile e forte, si trova a dover rivoluzionare la propria vita” racconta in questi termini il regista Giuseppe Gaudino il suo film in gara, Per amor vostro. Il film narra di Anna che è stata una bambina spavalda e coraggiosa e che oggi, è una donna “ignava”, che da vent’anni ha smesso di vedere quel che davvero accade nella sua famiglia, preferendo non prendere posizione, sospesa tra Bene e Male. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente. Fino a convincersi di essere una “cosa da niente”. La sua esistenza è così grigia che non vede più i colori, benché sul lavoro – fa la “suggeritrice” in uno studio televisivo – sia apprezzata e amata. Anna ha doti innate nell’aiutare gli altri, ma non le adopera per se stessa. Non trova mai le parole né l’occasione per darsi aiuto. Quando finalmente, dopo anni di precariato, riesce a ottenere un lavoro stabile, inizia il suo affrancamento da questo stato. Anche dal marito, del quale decide finalmente di liberarsi. Da quel giorno affronta le tante paure sopite negli anni, come quella di affacciarsi al balcone di fronte al mare della sua città, Napoli… “La storia del film è la storia di questo ritorno all’origine, un percorso verso il disvelamento delle cose. Verso la luce” spiega Gaudino.
E poi c’è Piero Messina con il suo film d’esordio, L’Attesa. “Tutto è iniziato da un ricordo d’infanzia. È notte, le strade del mio paese sono invase di gente. Si sentono grida, pianti, la tensione sale e a un certo punto accade che il simulacro portato in processione smetta d’essere una statua intagliata nel legno e diventi per tutti i presenti qualcosa di reale – spiega il regista – È come se la profonda condivisione di un’esperienza avesse il potere di generare una diversa e apparentemente impossibile verità. Ed è quello che accade anche ad Anna e Jeanne, le protagoniste del mio film, che immaginano e cercano di proteggere una realtà la cui verità esiste solo perché da esse condivisa”. Il film è ambientato tra i grandi saloni di un’antica villa segnata dal tempo, Anna, reduce da un lutto improvviso, trascorre le sue giornate in solitudine. La campagna siciliana aspra e bellissima circonda la casa e la isola mentre la nebbia, che sale lenta lungo le falde dell’Etna, impedisce allo sguardo di spingersi lontano. Solo i passi di Pietro, il tuttofare, rompono il silenzio. Ed ecco improvvisamente arrivare Jeanne, una giovane che dice di essere la fidanzata di Giuseppe, il figlio di Anna. Lui l’ha invitata in Sicilia per trascorrere insieme qualche giorno di vacanza. Anna ignora l’esistenza di Jeanne. E Giuseppe non c’è. Ma le sue cose sono tutte lì, nella sua stanza. Presto, molto presto sarà di ritorno, così dice Anna, non riuscendo a rivelare una verità per lei impronunciabile. I giorni passano, le due donne lentamente imparano a conoscersi e insieme iniziano ad aspettare il giorno di Pasqua, quando Giuseppe sarà finalmente a casa e in paese si terrà una grande processione tradizionale.