La terza età cambia faccia: droga, farmaci, alcol mettono a rischio due milioni e mezzo di connazionali over 65.
Cresce la quota di anziani che fa uso di droghe illegali: si stima, ad esempio, che oggi siano circa 10 mila gli anziani che consumano cocaina o altre sostanze illegali come marijuana e anfetamine. Spesso soli, con problemi di salute e difficoltà economiche, e si rifugiano nella bottiglia, nei farmaci e nelle sostanze stupefacenti che leniscono l’ansia.
Le statistiche rivelano un aumento del 10% rispetto a un anno fa, con una stima di crescita di un terzo entro dieci anni.
Queste le conclusioni riportate dagli esperti intervenuti per il decimo congresso della Società italiana di psicogeriatria, svoltosi dal 15 al 17 aprile a Gardone Riviera, in provincia di Brescia.
In particolare, gli esperti hanno sottolineato come i cambiamenti della società stiano profondamente influenzando il pericolo di abuso nella terza età, pericolo spesso poco conosciuto e sottovalutato.
Il rischio maggiore nell’anziano è quando si crea una situazione di abuso multiplo, cioè si associa il bere smodato con l’autosomministrazione incontrollata di ansiolitici o analgesici.
“Spesso ciò avviene in chi già assume farmaci in numero elevato per motivi clinici (talvolta si arriva anche a 12-15); si può quindi formare un ‘cocktail esplosivo’ con danni al fegato, ai reni e al cervello.
Un anziano su dieci – spiega Marco Trabucchi, presidente della Società italiana di psicogeriatria – assume cinque o più farmaci psicoattivi al giorno: spesso si tratta di analgesici oppioidi, ansiolitici e sedativi.
Il metabolismo dell’anziano è però più lento rispetto a quello degli adulti e i suoi organi sono anche più sensibili agli effetti dei farmaci: cresce così la probabilità che si sviluppi una vera e propria dipendenza”.
“È anche in crescita – spiega ancora Trabucchi – il fenomeno delle separazioni tra coniugi anche in età avanzata, evento nuovo che ha effetti devastanti sulla psiche dell’anziano, in particolar modo della donna. Le anziane casalinghe bevono molto, quando non hanno interessi familiari e sono sole, e fanno spesso un uso inappropriato o eccessivo di analgesici oppioidi, ansiolitici e sedativi”. Insomma, in molti casi, l’unica compagnia è la pasticca o la bottiglia.
Per Trabucchi, inoltre, “le difficoltà economiche incidono sulla possibilità di avere attività sociali, così come il pensionamento: la “sindrome della perdita di senso”, collegata con la fine del lavoro, comporta spesso la sensazione di essere inutili. Così, l’alcol e lo stordimento dato dai farmaci assunti in modo inappropriato o addirittura dalle droghe diventano un rifugio per molti”.
Si stima che oggi siano circa 10 mila gli anziani che consumano cocaina o altre sostanze come marijuana e anfetamine.
Cresce anche al ritmo di 50 mila all’anno il numero di chi si prende cura di un familiare anziano non più autosufficiente e aumenta anche l’età media di chi assiste: i cosiddetti caregiver, coloro che offrono cure e assistenza, in un caso su quattro hanno più di 65 anni.
In tutto sono oltre due milioni gli italiani che curano un parente anziano e mezzo milione è over 65. Il conto è impressionante: oltre venti milioni di ore passate ogni giorno a occuparsi di anziani fragili o non autosufficienti, più di sette miliardi di ore di assistenza all’anno per un periodo di 8-10 anni, in continuo aumento.
Il lavoro prestato da chi si prende cura di familiari anziani e malati è oneroso e nella maggior parte dei casi si tratta di donne: mogli, figlie e nuore che dedicano all’assistenza dell’anziano parente oltre 15 ore al giorno. A rischio il benessere psicofisico di chi aiuta: uno su due va incontro ad ansia, depressione o un vero e proprio esaurimento emotivo e fisico.
“Non è più raro che donne over 65 si trovino ad assistere le madri novantenni”, osserva ancora Trabucchi”. “Una situazione fragilissima, esposta alle malattie dell’una e dell’altra e all’angoscia di chi presta assistenza per il timore di perdere nel tempo la capacità di essere d’aiuto in maniera efficace. Il 60% delle donne caregiver non lavora o è casalinga, le altre spesso sono costrette prima o poi a lasciare il lavoro o a chiedere impieghi part-time perché‚ in molti casi, non ricevono alcun aiuto dall’esterno”. Così spesso si prendono poca cura di se stesse, finiscono per mangiare poco e male, non di rado sono a rischio di abuso di tranquillanti o di alcol.
“Una malattia invalidante dell’anziano colpisce non solo il paziente, ma la sua famiglia: per questo è importante accorgersi del disagio, e aiutare chi aiuta”, conclude Trabucchi.
2 commenti
a rega ma che cazzo fate.siete proprio sciroccati :???
siete na merda. ❗
Io direi che piuttosto che giudicare gli “anziani” sia meglio giudicare se stessi…Come trattiamo, noi che giudichiamo, gli anziani? Arrivati a quell’età li facciamo sentire di peso, sono in pensione e quindi non rappresentano più una “unità operativa” nel mondo del lavoro,in poche parole…”non rendono più”. Eh si perchè nella nostra società sei qualcuno finchè porti soldi poi…al primo campanello d’allarme si diventa inutili..Li riteniamo un peso sia per la società sia per i familiari sia, spesso, per il/la consorte….Al più presto ce ne vogliamo disfare cercando di relegarli in strutture molto spesso così deprimenti da togliere all’anziano la benchè minima “voglia di vivere” mettendolo di fronte ad una strada senza uscita. La risposta della signorina sopra dimostra proprio questo! Sono sicuro che se prima di dare una risposta del genere si fosse “autocriticata” approfondtamente davanti allo specchio ci avrebbe pensato meglio prima di giudicare…”Con lo stesso metro col quale giudichi sarai giudicato”, dice Gesù e questo non lo toglierà nessuno! La vecchiaia con tutti i suoi problemi tocca a tutti e con questo non voglio assolutamente giustificare l’uso di determinate sostanze, anzi….Allora quando sappiamo che un anziano è ridotto così, portiamogli almeno una parola d’Amore, magari da parte di Cristo, l’unico che li ami così come sono invece di contribuire a ucciderli ancora di più dicendo che sono “una merda”!. Grazie . Mario