Berlusconi, dichiarato decaduto, passa all’opposizione, ma è sfida nel centrodestra sul consenso elettorale
Ed ora che nell’ex Pdl la scissione si è consumata, ora che la separazione non è stata impedita, né da Alfano, né da Berlusconi, cosa succederà? Per il Ncd, dato tra il 3 e il 9%, ma presumibilmente, almeno oggi, attorno al 7-8%, la strada è tutta in costruzione, ma nel nuovo partito c’è entusiasmo. Da una base elettorale, per quanto ancora tutta da verificare, del 7-8% si può ipotizzare comunque un futuro.
La nuova formazione – dobbiamo ribadirlo per seguire il filo del nostro commento – è motivata ed unita, per ammissione degli stessi aderenti radicata nel centrodestra, quindi ogni accusa di portare acqua all’avversario di sinistra è campata in aria. Sostiene il governo a maggioranza Pd, ma è intenzionata a porre il tema delle riforme, compresa quella della Giustizia. E’ determinata ad approvare una nuova legge elettorale che contempli il bipolarismo. E’ decisa ad attuare una politica che abbassi le tasse progressivamente e tagli la spesa pubblica, che diminuisca il cuneo fiscale e abolisca una delle due Camere, che diminuisca i parlamentari. Insomma, il Ncd ha fissato dei paletti e prefigurato degli obiettivi, e tutto questo in una Coinvention che ha avuto luogo sabato scorso . Alla fine del percorso, finora fissato nel 2015, ci sarà la verifica elettorale, anche se prima ci saranno state le elezioni europee, il primo banco di prova. E’ stata fatta una scelta per l’Italia, con una formazione politica affrancata dall’eredità del berlusconismo, rinnovata negli uomini e nella politica, insomma una formazione di centrodestra davvero moderata e libera dai vincoli del passato, tuttavia non rinnegato, né nella politica e né negli uomini. Alfano e i suoi non hanno mai criticato né l’uomo, né la politica di Berlusconi, il che significa che aspirano ad ereditarne la sua forza elettorale, ciò che appare un obiettivo pienamente legittimo. D’altra parte, Alfano ha tenuto a dirlo chiaramente: “Se piacessimo alla sinistra, vorrebbe dire che abbiamo sbagliato”.
Per concludere, precisato che alle europee il Ncd si presenterà da solo, il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha chiarito: “I cittadini ci chiedono che ci sia un bipolarismo che rappresenti le due grandi aree. Noi avremo come interlocutori Forza Italia e la Lega e poi mi auguro che si possa dialogare anche con tutte le forze del mondo moderato, a partire dall’Udc di Casini. Saremo due partiti (Ncd e Forza Italia) che lavorano per costruire una grande maggioranza di centrodestra. Noi abbiamo una grande opportunità: ricostruire un’area politica che riporti con credibilità il centrodestra a governare il Paese”.
Per Forza Italia, invece, le cose non sono così semplici, o meglio, non lo sono per Berlusconi che si è visto la sua creatura divisa in due, che è stato dichiarato decaduto, che non è più al governo e soprattutto che non è in grado né di sostenerlo, né di farlo cadere. Insomma, prima contava ed ora non conta più nulla, e ancora deve ringraziare Alfano che ha mantenuto un legame con lui. Per di più, Berlusconi non potrà più candidarsi, né come premier, né come parlamentare, né come nulla, anzi, deve stare attento che non lo arrestino. La sua è stata una politica suicida, dettata dalla voglia di creare difficoltà al governo ritenendosi condannato ingiustamente da una magistratura di parte, e invece ha creato problemi solo a se stesso, anche perché se è vero che i sondaggi danno Forza Italia al 18-21%, è vero anche che rischia di essere una forza marginale.
Ora che non ha responsabilità di governo, né sostiene il governo, si dice che avrà campo libero all’opposizione, cavalcando il malcontento e mettendo a nudo le contraddizioni e le difficoltà del Paese. Tra l’altro, è di questi giorni la notizia che la disoccupazione totale è arrivata al 12,5%, un terzo in più rispetto a quando lui fu costretto a dimettersi a metà novembre di due anni fa, mentre la disoccupazione giovanile ha raggiunto addirittura il 41 e passa per cento. Tutto questo è vero, ma non è detto che in tempi di crisi ad ottenere vantaggi elettorali siano solo o sempre quelli che protestano. Dunque, i propositi bellicosi di rivincita elettorale potrebbero miseramente fallire, senza contare che un atteggiamento di sfida potrebbe ritorcersi contro di lui dal punto di vista giudiziario, perché è anche vero che da vent’anni è sotto tiro della magistratura politicizzata. Quando un leader cade, c’è la corsa, prima o poi, a salire sul carro del nuovo vincitore, e per molti di Forza Italia questo vincitore potrebbe essere, nel centrodestra, proprio Alfano.
E allora? Allora le sue ultime mosse, ispirate da mancanza di lucidità, ne stanno accelerando l’uscita in maniera indecorosa. Anche perché dall’altra parte, nel Pd, al di là di chi sarà il vincitore alle primarie, ci sarà un nuovo leader che avrà tutte le possibilità di condurre il Pd alla vittoria, specie se, come è ormai in tutti i pronostici, a vincere sarà Matteo Renzi, capace di ricomporre i contrasti tra i vari esponenti attorno alla sua leadership e di pescare anche nell’orto dei vicini.
Meglio avrebbe fatto, all’indomani della condanna, protestare contro una sentenza ritenuta ingiusta, raccogliere con discrezione tutte le eventuali prove in grado di rifare il processo ma contemporaneamente dimettersi spontaneamente da senatore ed accettare di espiare la condanna scegliendo da subito i domiciliari. Ne sarebbe uscito non magari a testa alta, ma con dignità, cosa che non è avvenuta con la scelta che ha fatto.