Un viaggio nella regione francese con le più alte maree d’Europa
Sulla costa bretone c’è un rumore notturno che colpisce il turista nella sua prima visita: il suono della marea. Durante la stagione turistica estiva, se si ha l’opportunità di trascorrere una notte in un hotel sul litorale, si può ascoltare l’acqua che aumenta di livello e che colpisce proprio per la differenza dal suono delle onde mediterranee con cui siamo abituati a cullarci. Questo non è il calmo “Mare Nostrum”, ma è l’impeto dell’oceano e in particolare del canale della Manica a cui si affacciano due gioielli francesi, Le Mont Saint Michel e Saint Malò.
Sebbene la regione sia servita da diversi aeroporti, non è collegata direttamente dallo scalo di Zurigo e per raggiungere la Bretagna, il modo migliore è sicuramente volare a Parigi e noleggiare un’auto. Ci vogliono circa 4 ore di guida in un paesaggio piuttosto anonimo, ma la meta ripaga sicuramente la durata del viaggio. L’atmosfera che troviamo a Saint Malò è suggestiva e difficile a descriversi: una lunga fila di edifici vittoriani di estrema eleganza incorniciano la spiaggia che vede il mare calare o innalzarsi giornalmente anche con dislivello di 11 metri. Ogni mattina, nei pressi dell’arenile, viene segnalato un bollettino in cui si precisa l’orario e il coefficiente dell’alta e della bassa marea, ricordando ai turisti i pericoli che si possono incontrare avventurandosi nei momenti sconsigliati. E di salvataggi, ogni anno, se ne effettuano molti soprattutto da chi sottovaluta l’impetuosità delle maree che in alcuni periodi raggiungono una velocità di salita definita come “un cavallo al galoppo”. Un fenomeno, questo, dettato dai cicli lunari, estremamente affascinante come dimostra il sempre più alto numero di turisti (soprattutto inglesi, tedeschi e olandesi) che ogni anno scelgono la Francia del nord come meta turistica.
Saint Malò è il secondo porto per importanza nella regione, vanta 83 monumenti storici di rilievo tra cui la cattedrale, il castello e le mura dove i cannoni sono testimoni della guerra dei cent’anni combattuta con l’eterno nemico francese, l’Inghilterra.
Qui nacque Chateaubriand che trasse ispirazione da questo litorale, dalle brughiere colorate di erica e dai fari sferzati dall’oceano in tempesta.
Il mare è dominante anche sulla tavola, infatti i chioschi in cui vengono serviti i frutti di mare come cozze e ostriche sono innumerevoli con un rapporto qualità-prezzo molto economico. Le cozze bollite, le cosiddette “Mules”, vengono accompagnate regolarmente con patatine fritte mentre le ostriche, spesso appena raccolte dagli allevamenti sulla riva del pittoresco borgo di Cancale, sono sorprendenti per il loro gusto, anche per chi non ne gradisce la consistenza. A 35 chilometri da Saint Malò, già in terra di Normandia, si trova il secondo sito più visitato della Francia: le Mont Saint Michel. Un luogo di pellegrinaggio frequentato per secoli che svetta imponente e maestoso nella piana deserta, spesso ricoperta interamente dalla marea che qui raggiunge il più alto dislivello di 15 metri coprendo anche il ponte che lo collega alla terraferma. Un luogo magico e indimenticabile che consigliamo di vedere al tramonto o all’alba, libero dall’orda dei turisti con infradito e bastone per i selfie che ne minimizzano l’atmosfera incantata. È solo nella calma della tarda sera che l’isolotto su cui, nei secoli, è stato costruito il monastero, recupera il suo ruolo di simbolo come meta spirituale, come luogo di pace e riflessione per cui è stato creato.
Articolo e foto
Gloria Bressan