Nella pellicola di Tornatore viene svelata una cittadina tumultuosa, abitata da una popolazione altrettanto turbolenta e pittoresca, che fa sorridere nelle sue bizzarie, ma che nei piccoli drammi privati porta dentro tutta l’amarezza di una terra che dagli anni venti agli anni ottanta vede passare la guerra, il fascismo, le lotte dei lavoratori, la mafia, e una modernità che spesso è sinonimo di violenza.
Bagheria, nel dialetto siciliano Baaria, dal fenicio Bayharia, che significa “zona che discende verso il mare” (mentre per altri la derivazione sarebbe dall’arabo Baab El Gerib), “la porta del vento”, è tutt’oggi una cittadina dal fascino unico, tutta da scoprire; e l’ultimo lavoro del regista siciliano non può che essere l’input per fare un viaggio alla scoperta di una terra incantevole.
La più grande delle cittadine palermitane, Baheria si trova immersa in una valle rigogliosa tra i golfi di Palermo e Termini Imerese, resa inconfondibile dagli inebrianti odori degli agrumeti e delle zagare.
Le periferie di cemento, nate quasi senza discernimento, hanno aggredito la bellezza originaria del posto, ma qua e là è possibile ancora scoprire tracce degli antichi splendori barocchi, a partire dal fascino immobile delle ville storiche.
Infatti, in quest’angolo incantato di Sicilia, nel 1658 il principe di Butera Giuseppe Branciforte eresse la sua sontuosa residenza di campagna.
Fu l’inizio di una straordinaria quanto bizzarra gara tra le nobili famiglie palermitane e, nell’arco di pochi anni, Bagheria si arricchì di altre fastose ed incantevoli ville barocche.
Le più importanti sono la splendida Villa Palagonia, eretta nel 1715 da Tommaso Maria Napoli per il principe di Palagonia, Villa Valguarnera, Villa Butera e Villa Cattolica, sede della Galleria d’arte moderna e contemporanea, costituita nel 1973 grazie ad una donazione di Renato Guttuso, che qui è sepolto.
Sempre a Villa Cattolica, inoltre, fino al 30 gennaio 2010 si può visitare la mostra fotografica “Renato Guttuso – Biografia per immagini”, a cura di Dora Favatella.
Oltre 200 scatti dell’archivio Guttuso, molti dei quali inediti, per raccontare la vita e l’opera del Guttuso bagherese e di quello romano, del Guttuso artista e politico, del Guttuso giovanissimo e di quello maturo.
Tra gli autori Anatole Sarderman, Eugene Haas, Lee Miller, Sandford Roth, Ugo Mulas e due amici e concittadini, il fotografo Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore.
Gli appassionati di arte contemporanea, infine, fino al 28 novembre possono visitare la mostra “Work in progress” nella galleria Drago (via Consolare 177).
Una selezione di opere realizzate tra gli anni Ottanta e il 2009 da dieci fra i più bravi artisti contemporanei: da Lucio Del Pezzo a Tano Festa, da Giosetta Fioroni, a Fausto Gilberti, da Giovanni Leto a Marco Lodola, da Mimmo Paladino a Concetto Pozzati, da Tino Stefanoni a Emilio Tadini.
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