Paffutelli e in sovrappeso fino ai picchi di obesità, sempre più diffusa tra gli ‘scugnizzi’ del napoletano e nel Mezzogiorno. Così appaiono oltre un milione e centomila bambini italiani tra i sei e gli undici anni nella fotografia presentata al convegno “Alimentazione, stili di vita e salute dei bambini” promosso da Barilla Center for Food & Nutrition.
“Per la prima volta negli ultimi 100 anni nel nostro Paese, l’attesa di vita dei bambini in eccesso ponderale è inferiore a quella dei genitori”.
È questo il grido d’allarme lanciato dai pediatri nell’incontro, che ha evidenziato come a livello globale l’accesso al cibo sia problematico, se non impossibile, per 148 milioni di bambini, mentre presentano patologie da eccesso di cibo 153 milioni di bambini tra Stati Uniti e Unione europea.
La geografia delle diete alimentari junior delinea forti squilibri anche tra le diverse regioni italiane. Alla prova della bilancia i picchi maggiori sono in Campania, maglia nera con un tasso di obesità infantile del 21%, seguita dal Molise, dalla Sicilia e dalla Calabria, con una media del 12%. Mentre i valori minimi si registrano in Friuli Venezia Giulia (4%), la regione più virtuosa, in Valle d’Aosta (6%), e in Sardegna, Veneto, Liguria e Toscana (7%).
L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva e/o cattiva alimentazione, legata ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare. Sono rari invece i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali; i casi più frequenti di obesità in età infantile sono infatti da attribuire ad un bilancio energetico positivo protratto nel tempo: in pratica si introducono per molto tempo più calorie di quante se ne consumano.
Sembra assurdo ma ci sono mamme che passano ore in palestra, praticano jogging, bilanciano le calorie della propria dieta in maniera eccessiva se non maniacale, ricorrono in casi estremi alla chirurgia plastica per eliminare accumuli di grasso e cellulite, ma paradossalmente non si accorgono dei chili di troppo dei figli.
Oltre al giusto ed equilibrato bilancio energetico, l’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).
È sufficiente praticare un’attività aerobica leggera, senza affaticare troppo l’organismo, come una pedalata in bici o una camminata, attività che sottopongono i muscoli ad uno sforzo moderato ma costante e attingono carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi; così dimagrire diventa più facile.
I maggiori fattori di rischio per i bimbi ‘in ciccia’ sono l’obesità, l’ipertensione e il diabete. Ci sono poi conseguenze tardive dell’obesità infantile come la persistenza dell’obesità in età adulta: circa il 70% degli adolescenti obesi sarà in conflitto con la bilancia anche da adulto, con possibile insorgenza di patologie croniche come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore.
Peraltro, l’ipernutrizione, come sottolineato da Valerio De Molli del Barilla Center for Food & Nutrition, ha anche un forte impatto economico sui costi sanitari pubblici: “In Italia – ha affermato – oltre 30 miliardi di euro vengono bruciati per malattie cardiovascolari e diabete. E senza azioni incisive, tra dieci anni avremo circa 280 mila nuovi adulti obesi, e tra 15 e 20 miliardi di spesa sanitaria pubblica in più”.
Per prevenire i problemi di peso la dieta ideale in età pre-scolare dovrebbe prevedere proteine (10-15%), grassi (28-30%), carboidrati (55-60%) e cinque pasti al giorno, comprensivi di due spuntini di metà mattino e pomeriggio. Nell’adolescenza, quando si diventa sedentari per le ore trascorse a scuola e quelle davanti al video, occorre fare una prima colazione che copra il 20% del fabbisogno calorico e ripartire con equilibrio i nutrienti nel corso della giornata, distribuendoli nei cinque momenti di consumo, evitando extra e svolgendo attività fisica per almeno un’ora al giorno.
A livello istituzionale, puntano alla promozione di corretti stili di vita alimentari sia i programmi ‘Guadagnare Salute’ e ‘Occhio alla spesa’ del Ministero della Salute, che ‘Scuola e cibo’ del Ministero dell’Istruzione, frutto di collaborazioni con organizzazioni agricole, come Coldiretti, panificatori artigiani e industria alimentare Federalimentare. E fra pochi mesi artigiani e industria produrranno pane a ridotto contenuto di sale.